Ai nostri Militanti e Sostenitori in vista del Congresso Federale
Sono quasi dieci anni che Italia Terra Celtica esiste ed è attiva sul territorio, ciò nonostante, i media ossequiosi del potere partitocratico romanocentrico fanno a gara ad oscurarci.
Sono quasi dieci anni che sono al servizio del Movimento che ho contribuito a fondare, è dal lontano 13 ottobre 2005 che non mi risparmio in nulla, che per primo cerco di fare al meglio ciò che chiedo ai nostri militanti, anni che sono volati, che mi hanno portato a vivere molto del mio tempo fuori casa, sempre pronto ad andare incontro alle richieste della gente, a cercare di capirne i bisogni, le necessità, a vivere le amarezze e le delusioni del popolo per cercare, da queste, di far nascere un progetto politico capace di ridare speranza alla nostra Italia. Sono stati anni da togliere il fiato, mi hanno portato un po’ ovunque, però, sono stati anni in cui ho chiesto un enorme sacrificio alla mia famiglia e non solo in termini economici. Anni che non rimpiango, sia chiaro, non sono pentito delle mie scelte, sapevo sin dal primo giorno che sarebbe stato molto più che difficile, anzi, ero convinto che sarebbe stato impossibile riconsegnare l’Italia agli italiani. Sapevo che la lotta contro la partitocrazia romanocentrica, contro la mafia che la pervade, contro le logge massoniche che la controllano, sarebbe stata una lotta che, almeno a livello personale, mi avrebbe sicuramente visto sconfitto, ero certo di tutto questo, ma ero altresì certo e lo rimango tutt’ora, che su questa Terra ci si rimane una volta sola e quella volta, sempre, vale la pena di fare ciò in cui si crede, ovviamente cercando di non arrecare danno al prossimo.
Poi, resta il fatto, sempre vero, che quando si ha un’idea, quando si crede in qualcosa, vale la pena di battersi, anche quando l’avversario sulla carta è imbattibile. Noi non abbiamo mai cercato alleanze a tutti i costi per andare a sistemarci su qualche comoda poltrona, abbiamo sempre preferito l’alleanza con la gente piuttosto che quella con in partititi, però, e il però è di dimensioni esageratamente grandi, alla gente, al popolo italiano, pare non freghi assolutamente nulla di impegnarsi nella lotta di liberazione dalla partitocrazia romanocentrica.
Da noi la violenza seduce molto di più del nostro messaggio federalista fatto d’amore per la libertà; da noi, anche se ipocritamente non viene ammesso, il disprezzo dell’altro è un sentimento sempreverde; da noi le persone si massacrano l’un l’altra sino a che, di botto, qualcuno si arrende, decide che è troppo, che non ce la fa più; da noi le emozioni genuine vengono represse per non urtare le convenzioni; l’ipocrisia, la facciata rispettabile e perbenista sono ormai l’abito stracciato sotto il quale si cerca di nascondere i tanti drammi inimmaginabili che stanno devastando la nostra Italia e che prima o poi toccheranno tutti, anche coloro che di politica non ne vogliono sentir parlare e anche coloro che si credono furbi e intoccabili.
Questi anni mi hanno insegnato che troppa gente rifugge il ragionamento, evita ogni sforzo per cercare di capire, si basa su certezze pret-a-porter di cui ammanta il proprio “brillante saper vivere”. Troppa gente non ascolta, non pone attenzione, non mette sensibilità, ha perso l’armonia, il respiro.
La rabbia e l’aggressività, che albergano nei più e che quotidianamente riempiono le cronache nere dei media, pare abbiano cancellato il soffio della vita di cui ci è stato fatto dono.
Basta girare, incontrare persone, ascoltare ciò che dicono, vedere come si comportano, per rendersi conto che non riescono nemmeno più ad ascoltarsi. Tutti si sentono soli, anche quando si trovano in mezzo a migliaia di persone e la solitudine, soprattutto quella dell’anima, è una cosa tremenda. Abbiamo scelto di fare gli americani e questi sono i risultati, però, se per qualcuno può essere una consolazione, nel mondo siamo quelli che li hanno copiati meglio.
Il grandissimo Tonino Bello, sempre in prima linea contro le guerre, per la cura delle tossicodipendenze, per dare aiuto agli emarginati ed anche fondatore della rivista “Mosaico di Pace”, scrisse che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.
Il prossimo 13 ottobre saranno passati dieci anni, la militanza in Italia Terra Celtica è stata un’esperienza per certi versi meravigliosa, mi ha regalato nuove amicizie, alcune anche molto importanti, però, è stata anche un’avventura difficile, che mi ha molto segnato, caratterizzata da incontri, cambiamenti, sfide, cadute, speranze, aperture e stupori. Dieci anni che hanno significato molto, moltissimo, dieci anni, però, che hanno rischiato di togliermi il fiato, che mi hanno reso impossibile lo stare accanto, o anche solo il sentire tante persone a cui voglio bene. Dieci anni che mi hanno fatto capire come la nostra società, schiava del verbo e della parola, sia fuggita dalla spontaneità, dalla purezza, dall’amore e dalla passione per ritrovarsi intrappolata nell’inutile “utile economico”. Dieci anni che sono volati in un viaggio tra pensieri, emozioni e sensazioni, ma che troppo spesso mi hanno impedito di donare un po’ del mio tempo a me stesso. Dieci anni vissuti in prima linea e che oggi mi costringono a importanti riflessioni e qualche ripensamento, soprattutto alla luce del fatto che addirittura militanti che sono con me dal primo giorno e non si sono mai risparmiati, né tirati indietro, sono arrivati a dirmi: “Questa è diventata la tua guerra al sistema, tu senza politica non puoi vivere, ma per noi è diverso…..”
Il Segretario Federale
Paolo BINI