Italia in odore di dittatura
Man mano che le inchieste giudiziarie sulla corruzione politica avanzano, per la verità a passo di lumaca, l’Italia affonda in una crisi economica e sociale senza precedenti e diventa sempre più evidente l’assurdità che alla guida del Paese ci sia un governo come questo. Un governo eletto da nessuno; un governo che promette e non mantiene; un governo completamente appiattito sui bisogni e le necessità dei delinquenti; un governo solo capace di parole tanto insensate quanto ridicole mentre le nostre coste vengono prese d’assalto da migliaia di disperati in fuga da guerre, epidemie e rappresaglie a sfondo religioso; un governo che non rappresenta le necessità del popolo italiano, che impone tagli alla sanità, alla scuola, che elimina diritti ai lavoratori, che tratta i pensionati come un peso da eliminare, che impone una vita lavorativa per aver diritto alla pensione che spesso supera la vita reale dei lavoratori e che per contro non cancella nessuno dei privilegi di cui godono i politici, i dirigenti delle aziende statali, a partecipazione pubblica ed i magistrati.
Non esiste più giustizia, siamo il Paese con il più alto numero di leggi al mondo, ma nessuna volta a tutelare la gente per bene. In presenza di una truffa, viene sempre chiamato a pagare il truffato, d’altronde il truffatore è semplicemente una brava persona che doveva pur vivere. Non parliamo poi di sventare una rapina o un furto, se il bandito di turno ritiene di essere stato danneggiato nel fisico o nella morale, ha diritto ad essere risarcito, anche lui è una brava persona, solo un po’ sfortunata. C’è poi il rischio di essere borseggiati, raggirati o derubati ad opera dei Rom, ma questo è meglio non denunciarlo neanche, si potrebbe essere additati come razzisti e poi, qualunque cosa facciano, non lo fanno perché sono dei ladri, semplicemente fa parte della loro cultura e non rispettarla è considerato reato. Anche chi è vittima di stupro non è praticamente mai ritenuta credibile, d’altronde andava vestita con una gonna sempre troppo corta o con una camicetta sempre troppo sbottonata, avesse indossato un burka non sarebbe successo niente.
E’ la fine! La fine della civiltà e il destino ha voluto che a macchiarsi di tale mostruoso delitto, più di altri, seppur nessun politico aderente al club partitocratico romanocentrico è da ritenersi senza colpe, fosse Matteo Renzi da Firenze, città patria mondiale della cultura, città che ha regalato all’Italia e al mondo i più grandi artisti, poeti, banchieri e politici i cui lavori e le cui gesta riempiono pagine di storia e sono ovunque materia di formazione scolastica. Il destino a volte è subdolo e crudele e questo folle parlatore o se preferite, ciarlatano, approfittando del vuoto politico e culturale del Paese, ha saputo, senza nemmeno passare dal responso delle urne, insediarsi sulla poltrona più prestigiosa del governo.
A noi ora scontare tutta la sua manifesta incapacità nel gestire qualsiasi tipo di problematica o di emergenza, prima era solo un brontolio, un rumore di sottofondo, adesso è un grido d’allarme: l’Italia rischia di diventare una dittatura!
Spesso, la storia lo dimostra, a imporre leggi assurde, a calpestare la libertà d’espressione, a eliminare diritti per i quali si è profumatamente pagato, sono i più incapaci, che a loro volta per primeggiare si circondano di persone ancora più incapaci e tutto questo si traduce in dittatura!
Non che l’Italia sia mai stato un Paese veramente libero e democratico, da noi sono sempre venuti prima i bisogni dei partiti rispetto a quelli dei cittadini; da noi i furbi e i ruffiani di regime hanno sempre fatto carriere fantastiche, soprattutto nella pubblica amministrazione; da noi la lotta alla mafia è un programma di governo sin dal 1946 e i deprecabili o nulli risultati sono sotto gli occhi di tutti; da noi i lavoratori sono sempre stati visti come galline da spennare ed i possessori di casa come dei fortunati, quando non come degli evasori fiscali a cui era dovuto chiedere una tassa per essersi impunemente comprati un’abitazione nella quale voler anche vivere. Insomma, il regime partitocratico la democrazia l’ha sempre dimenticata nel cassetto più nascosto della scrivania.
In questo contesto, risulta anche curioso per non dire grottesco l’atteggiamento degli uomini politici e degli intellettuali italiani. Per anni e anni hanno lamentato che il sistema era bloccato, che non c’era l’alternanza, che mancava l’alternativa e a questo attribuivano tutti i mali dell’Italia. Ma appena è apparsa anche solo la possibilità di un’alternativa, appena Italia Terra Celtica si è affacciata sulla scena politica del Paese, subito tutti a gridare al demonio, salvo poi, vista la grande differenza fra noi ed i finti oppositori di professione, spegnere completamente microfoni e riflettori. Far finta che non esistiamo è stato ritenuto più opportuno e conveniente dal regime partitocratico, ma il mezzo che per arrivare a ciò è stato fornito da chi dovrebbe fare informazione e invece non la fa e questo è veramente vergognoso e deprecabile.
Comunque noi ci siamo e tutti gli italiani che si vogliono mobilitare contro il regime partitocratico possono farlo con noi, le nostre porte sono sempre aperte, non facciamo nessuna distinzione, l’importante è essere persone oneste, le altre le lasciamo volentieri ai partiti romanocentrici. Tutti questi anni di regime consociativo, di dittatura mascherata da una pluralità di partiti che si sono sempre finti contrapposti al solo scopo di spartirsi il bottino e l’occupazione dello Stato devono aver disabituato alla democrazia, ma il nostro impegno, il nostro scopo, è andare a riprendercela!
Il Segretario Federale
Paolo Bini