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Ci davano degli incompetenti? I fatti dimostrano che gli incompetenti erano altri

by / venerdì, 13 febbraio 2015 / Published in Politica e riforme

Non c’è notizia riguardante la politica che non mi faccia credere fermamente che sia in atto un grande trasformismo di facciata. Tutti a parlare di grandi cambiamenti, di rettitudine morale, di riforme, di politica al servizio del cittadino e poi, non passa giorno senza che le cronache ci informino di politici corrotti, concussi, tangentisti e tangentari.

Altroché Stato di diritto, democrazia del merito e delle opportunità uguali per tutti, libertà dell’informazione e funzionamento dell’economia sulla base della libera concorrenza!

Qui siamo di fronte alla restaurazione completa di quella comunemente ricordata come prima repubblica, questa è la verità che tacciono i grandi organi d’informazione. Il trasformismo più bieco, quello che ha sempre caratterizzato la politica italiana perché prima di tutto ha sempre caratterizzato gli italiani, la sta facendo da padrone, tutti sono contro tutti e due minuti dopo, tutti sono pronti a stringere alleanze con tutti, una cosa assurda, tanto assurda che accade solo da noi e con la benedizione del popolo elettore.

Il trasformismo, come non perde occasione di ricordarci il nostro Segretario Federale: “E’ stato sempre una costante della vita politica italiana a partire dall’Italia post-risorgimentale sino ai  giorni nostri ed ha assunto, naturalmente, forme e caratteri diversi nel tempo, mantenendo tuttavia sempre una caratteristica: quella di scambiare voti e consenso politico con gli interessi personali e di gruppi attraverso l’utilizzo spregiudicato, a danno di chi paga onestamente le tasse, delle risorse dello Stato sino a piegare la pubblica amministrazione alla pratica dei favori a beneficio dei più forti.”

Oggi più che mai, quindi, sarebbe necessario dare una svolta alla politica del Paese, il tempo sta per venir meno, presto non si potrà più operare nessun cambiamento attraverso i metodi democratici che Italia Terra Celtica persegue e non lo si potrà più fare perché il numero dei disoccupati avrà superato abbondantemente coloro che lavorano; perché saranno più le aziende ed i negozi chiusi di quelli aperti e perché saranno rare le famiglie che riusciranno ad arrivare dignitosamente a fine mese. Mi piacerebbe, però, rammentare ai tanti che ci leggono che queste cose le diciamo da un po’ e tutte si stanno verificando. Soprattutto, mi piacerebbe rammentare a tutti quelli che si credevano al sicuro da questa catastrofe sociale che sta spazzando via l’Italia e che oggi sono a casa senza lavoro o hanno dovuto chiudere l’attività per non continuare a lavorare in perdita, che quando ci snobbavano e ci davano degli incompetenti, era a loro stessi che facevano il “complimento”, non certo a noi. Oggi molte di quelle persone ci cercano, ci chiedono cosa stiamo facendo e noi molto semplicemente gli rispondiamo che stiamo continuando la nostra lotta contro la partitocrazia romanocentrica e lo stiamo facendo grazie ai nostri militanti, grazie alle poche persone che ci aiutano e non certo grazie a loro, se fosse stato per loro, Italia Terra Celtica non ci sarebbe più tempo. Non meritavamo i 10 euro della tessera perché eravamo degli incompetenti, perché non era possibile che esperti e plurilaureati ministri potessero sbagliare i conti, ebbene, i fatti parlano per noi. Essere stati servi e lacchè dei partiti romanocentrici non li ha salvati, anzi, ha decretato la loro fine, la loro rovina, cosa che vorremmo evitare al resto del Paese.

Quello che ancora manca, nonostante l’evidente sfacelo della politica, è l’etica, il senso dell’onore e il coraggio, mancando queste tre cose elementari, non si può pensare che politica si riformi da sola, così come non si può pensare che un ladro si conduca da solo nelle patrie galere!

Solo gli italiani possono riformare, rinnovare, rifondare l’Italia, ma se continuano a pensare di essere i più furbi, se continuano a credere che la crisi finisca da sola, come per magia, allora il disastro sarà inevitabile.

Il Presidente Federale

Carlo Verna

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