La verità fa male, ma se non la si affronta sarà la fine
Io credo che le parole per definire la politica italiana siano ormai finite, nemmeno il vocabolario mi può aiutare a trovare termini adeguati allo schifo che rappresenta e alla vergogna che suscita. E’ putrida come una carogna, è arroccata su sé stessa a difesa di privilegi indifendibili, favorisce episodi di corruzione e di sperpero, impedisce il regolare svolgimento della vita democratica e il ricambio politico con sistemi propri di una dittatura. Io credo che gli italiani, che siano di destra, di sinistra o di centro, ammesso che questa distinzione valga ancora qualcosa, debbano, prima di tutto, senza sconti ed eccezioni, pretendere che questa classe politica se ne vada e lasci il posto a chi vuole provare a cambiare veramente, a chi vuole riorganizzare in senso federale lo Stato, a chi vuole riavvicinare la politica al cittadino, a chi vuole cancellare l’allucinante assurdità delle pensioni d’oro, dei vitalizi da nababbo; la folle istituzione dei Senatori a vita e tutte le vergognose e indicibili porcherie rappresentate dall’attuale sistema partitocratico.
Io credo sia ormai giunto il momento in cui gli italiani debbano dimostrare agli aguzzini in giacca e cravatta che occupano le istituzioni di non essere un popolo di fessi e di vigliacchi, credo che ormai tutti, perlomeno quelli che ragionano con il proprio cervello e non con la tessera di partito, si siano resi conto che con i tagli ai costi della politica i nostri governati si riempiono solo la bocca e il portafoglio. Si dovevano tagliare gli stipendi dei parlamentari e non si è fatto! Si doveva procedere con l’abolizione dei vitalizi ma a Montecitorio è scattata la ribellione e così si è raddoppiato il numero dei super privilegiati che percepiscono una pensione da ex parlamentare e da ex consigliere regionale! Le “auto blu” continuano ad aumentare, ma dire quante ne circolano in Italia è pressoché impossibile, l’unico dato certo è che in questo siamo i primi al mondo doppiando grandi Stati come la Francia, la Germania e la Gran Bretagna! La massa dei pensionati continuerà a vedere abbattuto il potere d’acquisto della propria pensione! L’IMU sulla prima casa è stata cancellata, ma solo dal vocabolario, poi, è stata sostituita da una nuova tassa ben più salata che è andata ad assommarsi a quella sui rifiuti e sui servizi indivisibili! Non si doveva più dare soldi ai partiti, se ne riparlerà nel 2017, nel frattempo accontentiamoci degli ultimi sconfortanti dati, che evidenziano come negli ultimi dieci anni ne hanno ricevuti ben il 1000(mille)x100 in più rispetto al decennio precedente! Gli italiani arrancano, le aziende chiudono, aumentano esponenzialmente i disoccupati e chi vive di cassa integrazione e mobilità, bene! Gli stipendi dei dipendenti di Palazzo Chigi sono cresciuti del 15% in un anno!
Tutto questo accade in Italia, accade alla luce del sole, accade mentre milioni di italiani si bevono plaudenti le baggianate del sig. Renzi. Tutto quanto sta succedendo, altro non evidenzia che il problema dell’Italia non era Berlusconi, o meglio, non era sicuramente solo lui, il problema, quello vero, quello che sta portando il Paese alla distruzione, è la partitocrazia romanocentrica e gli italiani che con il loro voto la tengono viva. Molti se la prenderanno, non so che farci, la verità fa male e non da oggi, ma se non si riesce a riconoscere che per cambiare, per cercare di invertire la rotta che sta portando il nostro Paese al disastro, prima di tutto, si deve cambiare la classe politica, i partiti e gli uomini responsabili dello sfacelo che stiamo vivendo, allora, se questo non si riesce o non si vuole riconoscere, si può anche rinunciare a sperare, a sognare, a vivere, si può tranquillamente stare così, continuare a piangere, lagnarsi, lamentarsi, sfogarsi guardando ridicoli talk show televisivi dove tutti urlano contro tutti e aspettare la fine, che mi credano, i negazionisti della realtà, è talmente prossima, che se la gente, davvero se ne rendesse conto, sarebbe il panico incontrollabile!
Il Segretario Federale
Paolo Bini