LA GRAVE SITUAZIONE DELLA SANITA’ PUBBLICA E’ FIGLIA DELLO SCARSO AMORE DELLA NOMENKLATURA ROMANOCENTRICA PER L’ITALIA
Da qualche tempo a questa parte pare vada di moda parlare, anche con toni scandalistici, della mancanza d’igiene negli ospedali italiani. Cosa, sia chiaro, che non serve a niente, o meglio, non serve se non a riempire pagine di giornali, se non a creare materia per trasmissioni televisive, se non a fare clamore e seminare sdegno fra la popolazione. Non serve a niente perché, è palese, non si vuole fare niente.
Un giorno si sente che vengono messe sotto sequestro le camere operatorie di importanti strutture ospedaliere perché le ispezioni vi rilevano il virus delle “legionella”?!
Il giorno dopo, incredibilmente, vengono dissequestrate!
Un giorno fanno vedere i sotterranei di famosi e noti ospedali della capitale, ormai vere e proprie discariche, nonché rifugio di topi e tossicodipendenti?!
Il giorno dopo non se ne parla più e tutto continua come prima!
Un giorno si denuncia il calvario d’attese lunghissime, anche molti mesi, per riuscire a fare esami come ecografie, T.A.C. e quant’altro?!
Il giorno dopo il problema non esiste più, come se in neanche in 24 ore l’avessero risolto!
Una situazione a dir poco vergognosa! Oramai irrisolvibile se non si toglie la sanità pubblica dalle fameliche fauci dei politici.
Negli ospedali ci sono ancora dei bravi medici, anche competenti, come ampiamente dimostrano quando per uscire dalla maleodorante palude che è diventata la sanità pubblica sono costretti ad emigrare all’estero. Ci sono, ma sono ormai un’esigua minoranza, schiacciata e derisa dai “dottoroni” di tessera, che salgono la scala gerarchica a suon di raccomandazioni.
Troppi errori e, soprattutto, troppo gravi perché si possano giustificare con il qualunquismo del “I dottori sono uomini e donne, quindi non esenti da sbagli”.
Oramai questa non è più una scusante, gli errori si susseguono, non passa giorno senza che vengano denunciati casi di “malasanità”; non passa giorno che negli ospedali italiani non si muoia a seguito d’interventi banali mal riusciti o peggio, per la somministrazione di farmaci sbagliati.
Si muore d’operazioni ritenute di routine come liposuzioni, appendicectomie, tonsillectomie ecc. e oggi si ritorna a morire anche di tubercolosi e malaria, troppe volte scambiate per semplici influenze. Entrare in ospedale sta diventando pericoloso, molto più pericoloso delle “strade del sabato sera”, oltretutto, non si assiste mai ad un’ammissione di colpa. Non solo, praticamente mai il cittadino riesce a vedere le sue ragioni tutelate dalla giustizia.
Una situazione pazzesca che non risparmia alcuna regione, una situazione pazzesca che evidenzia come, tranne che in pochissimi casi, della salute dei cittadini, ai politici nostrani, di fatto, non freghi assolutamente nulla!
Solo parole vuote, ogni volta grandi promesse, sistematicamente non mantenute ed aggravate dallo “sfregio” di vedere il denaro pubblico stanziato per mantenere sedicenti rifugiati politici, mafiosi pentiti, per costruire case popolari a solo uso e consumo di chi per primo le occupa abusivamente, per aumentare e potenziare gli armamenti dell’esercito e per finanziare lavori pubblici fatti male, che prima ancora di essere consegnati sono già da rifare.
Tutto ciò accade perché i nostri politici, che dovrebbero rappresentare gli italiani, le loro esigenze e necessità, non nutrono per la loro Terra e per i loro compatrioti l’amore indispensabile che dovrebbe fare del mestiere del politico una vera e propria missione. La nostra classe politica evidenzia, anzi, una concezione esageratamente distorta del concetto di “pubblico”, non solo, la Nomenklatura romanocentrica ha vita facile perché il menefreghismo è dilagante ed ha penetrato la società in ogni suo strato, dall’ultimo sfigato, al professionista di grido; dal “baracchino” metalmeccanico, allo stimato direttore di banca; dal drogato costretto a bucarsi fra l’immondizia, all’impiegato in giacca e cravatta. Tutte, ma proprio tutte, queste persone, anche il “tossico” sempre più simile ad una larva piuttosto che ad un uomo, pensano, proprio perché non gli interessa nulla, che il disastro della sanità pubblica non sia direttamente legato alla propria persona e che non sia necessario fare alcunché per cercare di raddrizzare le sorti del Paese. Così facendo si è consegnato con colpevole disinteresse la Nazione in mano ad una classe politica incapace e dequalificata che legifera solo ed esclusivamente a proprio uso e consumo. Una classe politica capace di dire tutto ed il contrario di tutto, capace esclusivamente di scaricare le colpe su chi c’era prima.
Un esempio calzante è stato fornito proprio in occasione dell’ultimo governo PRODI che, pur infarcito di comunisti e pacifisti d’ogni genere, da sempre “Senza se! E senza ma!”, contrari ad ogni tipo di guerra e intervento militare, da sempre pronti a manifestare per il diritto alla salute e per la pace, non esitò, in nome del menefreghismo dilagante di cui dicevo prima e del “dio denaro”, che tanto piace anche alle donne e agli uomini di sinistra, a finanziare l’acquisto di 100 cacciabombardieri d’attacco “F 35 ” e ad aumentare del 13% le spese militari rispetto al governo Berlusconi che l’aveva preceduto.
Altroché diritto alla salute, gli ospedali vedono gli investimenti ridotti all’osso con i conseguenti servizi ridotti all’essenziale, i nostri politici di grido, così come fece BERTINOTTI da Presidente della Camera dei Deputati, andavano e vanno ad operarsi all’estero e a noi cosa resta!? Solo le spese e le parole di abili venditori di fumo da noi conosciuti come Onorevoli e Senatori, che nei fatti si mostrano sempre più abili nel tradire il mandato degli elettori che, sono convinto, non li hanno votati per vedersi chiudere gli ospedali e per vedersi azzerare anche l’importantissimo diritto alla salute.
Il Segretario Federale
Paolo BINI