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Donna di servizio o Donna di Italia Terra Celtica? Io ho scelto da tempo

by / venerdì, 09 gennaio 2015 / Published in Pari opportunità

Parlare di uguaglianza fra uomo e donna, parlare di parità e pari opportunità, così come viene fatto in Italia, è quantomeno ipocrita, sicuramente bigotto e fuorviante. Ancora oggi la politica, completamente nelle mani degli uomini, usa la donna solo ed esclusivamente per meri scopi propagandistici. Certo, rispetto al passato, si vedono più donne nei posti di potere, ma la sensazione che se ne ricava e che viene avvalorata dall’usa e getta che se ne fa delle donne, soprattutto in politica, è la stessa che si ha quando nel mondo dello spettacolo si vedono catapultate attrici e starlet dalle stelle alle stalle e viceversa in un batter di ciglia. Alla fine è sempre l’uomo che costruisce e distrugge la carriera di una donna e troppo spesso, dietro la carriera di una donna ci sono inconfessabili compromessi di cui tutti sono a conoscenza e di cui, tranne noi di Italia Terra Celtica, tutti tacciono. Ci sono stati tanti e profondi cambiamenti e se la mercificazione, più o meno consapevole della donna è servita per dare in pasto alla gente il sogno di una carriera tutta al femminile che potesse andare oltre quella della moda e dello spettacolo, poi nei fatti, la società, quella italiana in testa, rifiuta sin troppo palesemente l’emancipazione e la libertà della donna. Nel contempo, proprio questi profondi cambiamenti, alimentati e voluti dal potere maschilista che ha tradotto in business la “rivoluzione sessuale”, hanno travolto i rapporti affettivi, la sessualità, le relazioni e il matrimonio. Infatti, l’idea della famiglia fondata sulla riproduzione e l’amore assoluto, a prescindere dal riconoscimento dei bisogni sociali ed emotivi, è oggi solo più l’evidente ipocrisia di cui ancora si nutrono le “crociate” alimentate da alcuni gerarchi della Chiesa e dai loro servi politici nell’estremo e disperato tentativo di difendere un ideale che ormai non esiste più. I moderni valori su cui oggi si basa il legame di coppia, infatti,  non sono, come sostengono i fondamentalisti clericali ed il loro braccio politico, un fenomeno di decadimento o disgregazione sociale, ma delineano al contrario l’emergere di una nuova e più umana moralità, un diverso tipo di legame basato sull’emancipazione dei sentimenti, sulla fiducia, sulla condivisione democratica dell’intimità e della comunicazione emozionale, in grado di distruggere i nefasti miti dell’amore assoluto, basato sui ruoli tradizionali di un potere arbitrario, che esercita coercizione e violenza fisica o psicologica.

L’uomo, ad ogni livello, sul lavoro, qualsiasi esso sia ed in famiglia, mostra il timore di liberare l’individualità della donna. Però, siccome io, noi di Italia Terra Celtica, non ne vogliamo fare l’ennesimo pateracchio di parole in favore della donna per fini politici-propagandistici e perché nella maniera più assoluta non vogliamo fraintendimenti, vorrei spingermi oltre quello che può sembrare agli occhi dei più disattenti un remake del femminismo, cosa che assolutamente non è! Quindi, tralasciando le rivendicazioni più che legittime delle donne che come me mai rinuncerebbero alla loro libertà, mi piacerebbe sviluppare l’argomento partendo dalla base, dalla relazione su cui è fondata l’umanità, quella fra uomo e donna, che non deve significare, come vorrebbe l’attuale società maschilista, all’interno della coppia e a caduta nel lavoro ed in tutte le sfaccettature che offre la vita, percepire e sentire allo stesso modo, ma piuttosto, sviluppare all’interno di qualsiasi rapporto fra uomo e donna la capacità di liberare la propria individualità al fine di poter arricchire la relazione con due diverse sensibilità, in modo da poter accettare e tollerare i reciproci limiti personali di fragilità e vulnerabilità, consentendo all’altro di vederci per quello che siamo.

A frenare ed impedire di fatto che ciò accada c’è l’arroccamento dell’uomo su posizioni che lo stesso teme di perdere e di perdere in maniera definitiva senza riuscire a capire che noi donne, certo vorremmo, come assolutamente legittimo, senza più discussioni, promesse, parole e regolari tradimenti, la parità in tutte le opportunità che la vita offre, ma senza mai rinunciare all’uomo che noi per prime vorremmo capace di essere Uomo e non ometto, unicamente capace di far pesare la sua posizione di vantaggio nella società fra mille timori, primo fra tutti, quello di non essere capace di essere Uomo e con esso, quello di fidarsi, di essere abbandonato, di perdere la sua individualità e diventare così, nella sua fragilità, debole e vulnerabile. Questo è l’aspetto torbido e distruttivo che impedisce la vera parità fra uomo e donna e che troppo spesso crea vuoti interiori, annienta i sentimenti e infligge intollerabili sofferenze emotive che trasformano l’amore in schiavitù.

Capite, quello di cui si macchia l’uomo e sempre più sovente l’uomo politico italiano, è il peccato più grande e imperdonabile, la distruzione dell’amore e dell’indispensabile condizione per favorire l’intimità. Intimità che si nutre di una solida identità personale perché individualità e capacità d’amare sono indissolubilmente legate e non possono esserci là dove nei confronti della donna c’è prevaricazione e volontà di indurla ad adeguarsi ad una società, totalmente governata da uomini, che ogni cosa concede in termini di diritti alla donna, da questa pretende l’annientamento del suo essere Donna. La vogliono, sul lavoro capace di essere più “stronza” dell’uomo, aziendalista fino al vomito, obbediente ed asservita alla dirigenza, sempre maschile, dalla quale con fatica decuplicata rispetto a quella degli uomini e sovente a discapito degli affetti famigliari ogni tanto riesce a ritagliarsi una “carriera” che, solitamente, gli ritorna in faccia come un boomerang quando immancabilmente arriva il momento in cui si accorge di aver gettato nella pattumiera il suo essere Donna solo per riuscire a dimostrare di poter essere come gli uomini. La vogliono nel letto, obbediente e compiacente perché l’ometto vuole sempre sentirsi uomo e troppo spesso la donna deve passare dal letto degli uomini per ottenere ciò che invece gli toccherebbe senza dover soggiacere ad alcun compromesso.

Vogliono la donna di servizio, la donna che può essere casalinga, operaia, impiegata, avvocato, dottore, onorevole, ministro, ma che deve rimanere la donna al servizio dell’uomo con l’unico vero compito di fare grande il proprio uomo, o l’uomo per cui lavora. Noi, invece, vogliamo la Donna che possa essere Donna in un Paese dove l’Uomo sia educato sin dall’infanzia ad essere Uomo, libero, forte, rispettoso dell’unicità della Donna, a cui venga naturale, nel suo essere Uomo, tradurre in comportamenti concreti quello che troppo spesso l’ometto, abusando del termine, chiama amore, ovvero un Uomo capace di ascoltare, comunicare; capace di confidarsi, impegnarsi, di essere disponibile; capace di attenzioni e di scambio non difensivo di fronte ad eventi emotivamente significativi. La lotta è dura, è dura come non mai, ma noi donne di Italia Terra Celtica siamo Donne e non molliamo!

Il Responsabile Organizzativo Federale

Irina Tancau

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