Diciamoci la verità, perché mai dovremmo votare?!
La nuova legge elettorale, che poi così nuova non è, fa schifo, del resto è stata partorita da un Parlamento di chiara estrazione nazi-fascista, quindi, poteva fare solo schifo. Andiamo però avanti, guardiamoci attorno, parliamo con la gente, quella che il 25 settembre andrà a votare favorendo l’unico risultato possibile, quello di farsi molto male, e ci accorgiamo che l’elettorato italiano fa schifo quanto e forse più della politica che esprime. Parole che non ci porteranno neanche un iscritto, nemmeno una simpatia, non ci interessa, come Paolo, il nostro Segretario Federale, ha più volte ribadito, non ci interessano gli imbecilli e neanche gli idioti!
Noi siamo convinti che nulla possa cambiare votando gente che si professa, nei fatti ancor più che nelle parole, nazista e fascista. Noi siamo per il rispetto dell’uomo, delle sue libertà, della sua dignità e delle sue scelte, mai potremmo avere o desiderare di avere qualcosa da spartire con gentaglia come Letta, Salvini, Meloni, Calenda, Di Maio, Grillo, Berlusconi, Brunetta, Zingaretti ecc., ecc..
Italia Terra Celtica è Forza, Amore e Saggezza, quindi, è perfettamente conscia che per uscire dal putridume partitocratico, prima di tutto, deve cambiare il modo di vivere e di intendere la politica da parte degli elettori. I tempi perché ciò avvenga evidentemente non sono ancora maturi. Non è bastato il Governo Draghi; il fallimento economico del Paese; i miliardi sperperati in aiuti bellici all’Ucraina; l’imposizione del “vaccino anti covid” pena la perdita dei diritti costituzionali; la strage in corso di soggetti plurivaccinati, che stanno morendo a decine di migliaia nell’assordante silenzio di chi sarebbe, invece, deputato a fare informazione; la disoccupazione, le morti sul lavoro e il precariato dilagante, se tutto questo non è bastato, noi per quale motivo dovremo fingere rispetto per un elettorato che l’ha reso possibile e che si appresta a rinnovare la fiducia verso uno dei due schieramenti eversivi che sino a ieri, insieme al governo, hanno calpestato i diritti e le libertà degli italiani?!
Abbiamo l’estrema destra di Letta e la destra della Meloni, annacquata dalla presenza di ciò che rimane di Forza Italia, il partito di casa Berlusconi, che si professano orgogliosamente servi degli Stati Uniti d’America ed eurofili. Letta, che in caso di vittoria, ha già detto che riproporrà Mario Draghi alla presidenza del Consiglio dei Ministri; la Meloni, anche lei alla caccia dei voti dei tri e quadridosati, che ha già annunciato, se mai dovesse risultare vincente, la “virostar” Bassetti quale Ministro della Sanità. Abbiamo, per farla breve, a giocarsi la vittoria nell’imminente partita elettorale, due portavoce delle stesse corporazioni, quelle che hanno avuto la forza, almeno nel mondo occidentale, dove non si muove foglia che la N.A.T.O. e l’America non voglia, di imporre una violenta campagna vaccinale, esclusivamente utile alla depopolazione mondiale ed a consegnare i governi, mani e piedi, nelle avide mani delle Big Pharma, tutte rigorosamente di proprietà dei mostri finanziari statunitensi che rispondono ai nomi di BlackRock, Vanguard, State Street e Wellington, oggi i veri padroni dell’Occidente con potere assoluto di vita e di morte sui cittadini di qualsiasi nazione in orbita U.E. e N.A.T.O.. Abbiamo quale unica prospettiva quella di legittimare, andando a votare, l’azione di un Governo, quello dei “Migliori”, che è stato il peggiore visto all’opera dalla fine della seconda guerra mondiale. Un Governo che si è contraddistinto, grazie all’illuminata guida del “Migliore” in assoluto, il sig. Mario Draghi, per essere riuscito a tacitare le aspettative di ripresa economica dell’Italia; a dilapidare miliardi di euro pagando la gente per non lavorare; a far fallire centinaia di migliaia di piccole e medie aziende, massacrate dalle tasse, dalle multe e da disastrosi lockdown; a inviare soldati e armi in aiuto all’Ucraina, colonia U.S.A. in guerra contro una nazione da sempre nostra amica, la Russia; a imporre, remake della verde tessera fascista, il “green pass” per lavorare e per godere dei diritti costituzionali; a radiare dall’albo oltre settemila medici rei di aver detto la verità sul siero mortale ribattezzato “vaccino anti covid” e per essere riuscito, anche, a lasciare a casa, per lo stesso motivo, senza stipendio, infermieri, professori e lavoratori di ogni ordine e grado. Perché mai dovremmo votare?! Meno saranno gli italiani che si recheranno alle urne e più il prossimo Governo, che tanto la Meloni che Letta auspicano di poter riaffidare alle “sapienti” mani di Draghi, sarà delegittimato. Ci piacerebbe dire e fare altrimenti, ma è lotta senza quartiere e ognuno, in attesa di poter far meglio, combatte con le “armi” di cui dispone.
Il Responsabile Organizzativo Federale
Irina Tancau
Di seguito, per chi ancora non la conoscesse, la nuova legge elettorale, quella che disciplinerà il 25 settembre le votazioni per il rinnovo delle Camere:
La legge che disciplinerà il voto è nota come “Legge Rosato”, dal nome del suo relatore Ettore Rosato (Deputato del Partito Democratico), ufficialmente “legge 3 novembre 2017, n. 165” e comunemente nota come Rosatellum bis o semplicemente Rosatellum, è una legge elettorale della Repubblica Italiana che disciplina l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Questa utilizza lo stesso meccanismo delle elezioni 2018. Tuttavia, è stato adattato alla nuova composizione del Parlamento dopo che la legge costituzionale del 19 ottobre 2020 ha ridotto il numero dei deputati a 400 e dei senatori a 200 e dopo che la legge costituzionale 1/2021 ha parificato l’elettorato attivo per Camera e Senato a 18 anni.
Si tratta di un mix di maggioritario e proporzionale. Un terzo dei seggi di Camera e Senato viene assegnato con un sistema maggioritario (chi prende più voti vince nel collegio) e gli altri due terzi con un sistema proporzionale attraverso un meccanismo di listini “bloccati”. Saranno 221 (147 per Montecitorio , e 74 per Palazzo Madama) i collegi uninominali dove vince il candidato che raccoglie più voti secondo il sistema noto come uninominale secco. Collegi nei quali i partiti, come si è già ben visto, ricevono una spinta maggiore a coalizzarsi per trovare il candidato più forte, in grado di imporsi sugli avversari politici. Gli altri 367 Parlamentari (245 Deputati e 122 Senatori) sono eletti in proporzione ai voti ricevuti dai singoli partiti a livello nazionale.
Come si vota
Dal punto di vista degli elettori il meccanismo di scelta è sostanzialmente identico per i due rami del Parlamento. Sulla scheda per ogni coalizione (o lista singola, se non alleata) è indicato un candidato al collegio uninominale e, accanto a ogni simbolo, una breve lista bloccata nella quale sono presenti i nominativi dei candidati che lo sostengono e che non prevede voti di preferenza. Basta un segno su un simbolo della lista o sul nome del candidato dell’uninominale. Non è possibile il voto disgiunto! Tradotto, non è possibile scegliere un candidato all’uninominale non collegato alla lista scelta per il proporzionale.
Le soglie di sbarramento
Esistono due tipi di sbarramenti percentuali. Per la parte proporzionale, i seggi sono spartiti tra le liste che ottengono almeno il 3%. Ogni lista, infatti, ha uno sbarramento nazionale del 3%, mentre le coalizioni lo hanno al 10%. I partiti che fanno parte di una coalizione e che prendono tra l’1 e il 3% riversano i loro voti, proporzionalmente, alle altre liste della stessa coalizione che hanno superato il 3%. I voti delle liste che rimangono sotto l’1% vanno invece completamente persi
Meccanismo di distribuzione proporzionale
Il meccanismo di distribuzione proporzionale dei seggi è il cosiddetto “metodo Hare” o “largest remainder”. Immaginiamo ci siano 15 elettori che devono eleggere 5 deputati. Ogni partito riceverà un deputato ogni tre voti. Immaginiamo di avere tre partiti: il partito A riceve 8 voti, il partito B ne riceve 3 e il partito C ne riceve 4. Assegniamo quindi un deputato ogni tre voti, e ci ritroviamo con due seggi al partito A (8 voti), un seggio al partito B (3 voti) e un seggio al partito C (4 voti). Il quinto seggio sarà attribuito al partito che ha più voti “avanzati”, in questo caso il partito A (più precisamente al partito con il maggiore resto del quoziente tra voti e divisore, in questo caso pari a tre). Ci ritroviamo quindi con il partito A che ha avuto un po’ più seggi del dovuto (grazie ai resti), il partito B che ha avuto esattamente il numero di seggi spettanti, mentre il partito C ha avuto un po’ meno seggi del dovuto (a causa di un “resto” troppo basso).