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Se si vuole il voto di Italia Terra Celtica………

by / martedì, 06 settembre 2022 / Published in Politica e riforme

Prima hanno fatto di tutto per tenerci fuori, oggi sono tutti a far la fila davanti alla nostra porta in cerca di voti, ma ricapitoliamo, noi è dal dicembre dello scorso anno che cerchiamo di confrontarci con i tanti movimenti, associazioni, partiti e partitini  nati a seguito della disastrosa e assassina gestione governativa dell’inventata “pandemia” da covid 19. Molti li abbiamo incontrati, molti li abbiamo contattati ma non siamo riusciti ad incontrarli, ma tutti, detto che a noi non interessava presentare il nostro simbolo, ma eravamo come siamo, unicamente interessati alla costruzione di una grande coalizione in grado di battersi, con speranza di vittoria, contro la partitocrazia romanocentrica, aprioristicamente ci chiedevano l’iscrizione e il rispetto delle loro regole. Ora va bene tutto, ma noi, certamente un piccolo Movimento politico, un po’ di Sindaci, assessori e consiglieri comunali li contiamo; un’organizzazione, sempre migliorata, dall’ottobre del 2005 ad oggi l’abbiamo costruita con fatica, senza nessun aiuto, quando gli alfieri del cambiamento di oggi, erano tutti, nessuno escluso, schierati sulle barricate a difesa del potere partitocratico. Insomma, prima ancora di pianificare; prima ancora di parlare di progetto e di programma, ci siamo sempre sentiti chiedere lo scioglimento di Italia Terra Celtica e così, per certi versi un po’ inaspettatamente, siamo arrivati alle elezioni politiche 2022, dettate dalle pianificate dimissioni di Mario Draghi. In molti, fra questi anche noi, si era arrivati a pensare che con molta probabilità sarebbero state annullate le elezioni politiche previste per la primavera del prossimo anno. Ormai si credeva che la scusa dello “Stato d’emergenza” diventasse anche funzionale all’instaurazione di una vera e propria dittatura alla luce del sole, invece no! Draghi, probabilmente consigliato dai suoi padroni d’oltreoceano, ha spiazzato tutti, si è dimesso ed ha mandato il Paese al voto. Dittatura sarà, ma avvallata dal voto degli italiani. Saranno gli italiani, chiamati alle urne, a decidere se sarà il “centro-destra”, il “centro-sinistra”, o qualche strana coalizione sullo stile di quella che ha partorito il “Governo dei Migliori”, a richiamare Mario Draghi a Capo del Governo, magari con poteri ancora maggiori rispetto a quelli del recente passato. Saranno gli italiani a legittimare il prossimo Governo, saranno loro a farlo tramite l’affluenza alle urne. Più italiani andranno a votare, più il Governo del vaccino obbligatorio; del green pass; della disoccupazione dilagante; degli aiuti miliardari all’Ucraina; della crisi energetica e alimentare; del debito pubblico aumentato in maniera esponenziale; della chiusura di centinaia di migliaia di piccole e medie imprese; della speculazione ambientale; della chiusura di centinaia di ospedali; della sospensione di professori, insegnanti, infermieri e della radiazione dall’albo di migliaia di medici, sarà legittimato a riprendere da dove era rimasto, cioè dalla rottamazione dell’Italia.

Ora con  questo non vorrei che i soliti, che tendono a fare, vuoi per stupidità, vuoi per calcolo, di “tutta un’erba un fascio”, additassero Italia Terra Celtica come il Movimento politico del “non Voto”. Noi siamo convinti, io per primo, dell’importanza del voto. Poter scegliere da chi essere governati, poterlo fare attraverso il voto è un grande diritto, che però, ha ormai perso totalmente il profumo di democrazia e libertà. Mi spiego meglio, se la scelta è fra merda e merda, credo sia legittimo non partecipare all’orgia elettorale; credo sia molto più corretto non divenire complici, attraverso il voto, della dittatura che verrà. Noi non amiamo lamentarci, ci piace molto di più lottare, anche con le nostre modeste armi, contro il regime partitocratico, ma mai andremo a votare per poi lamentarci di chi abbiamo contribuito a far eleggere.

Noi crediamo che tanta più gente si recherà alle urne, tanto più il prossimo Governo sarà e si sentirà legittimato dal popolo, quindi, se sino ad oggi, in una maniera o nell’altra, si è riusciti a manifestare contro un Governo che non aveva nessuna legittimazione elettorale, domani questo non sarà più possibile, non solo, la repressione del dissenso, già ora molto dura; già ora macchiatasi del sangue di dimostranti pacifici come accaduto a Trieste, Roma e Torino e già ora contornata da strani decessi di personaggi non allineati ai diktat governativi in campo sanitario, sarà ancor più spietata e irrispettosa delle più elementari regole democratiche.

Comunque, senza tanti giri di parole, proprio perché riteniamo il voto, quando è possibile darlo, la massima espressione di democrazia, stanchi, anche stufi, di dire di no a tutti quelli che ce l’hanno chiesto, alcuni anche promettendo “mari e monti”, diciamo che Italia Terra Celtica voterà e farà votare il partito o la coalizione politica, che inserirà nel suo programma elettorale i sette punti sottostanti. Avremmo potuto attingere ancora molto dal nostro progetto, ma ora, arrivati quasi con due piedi al di là del baratro, riteniamo sia sufficiente spendersi anima e corpo, senza arrendersi e senza vendersi, affinché i sette punti programmatici di seguito riportati diventino prioritari rispetto a qualsiasi altra cosa. Dalla riforma federalista; dall’uscita dalla N.A.T.O., dall’U.E. e dall’O.M.S., credo si possa arrivare in breve a restituire agli italiani, una Sanità pubblica efficiente con veri medici e con infermieri preparati; una Scuola pubblica che dismetta le sue attuali funzioni di parcheggio per figli e uno Stato capace di produrre milioni di posti di lavoro, attraverso lo sfruttamento delle enormi ricchezze in gas e petrolio giacenti sotto il suolo patrio ed anche attraverso la riattivazione di istituti di credito statali e regionali e di gestori pubblici della telefonia e dell’energia.

Il Segretario Federale
Paolo Bini
  1. Riforma federalista dello Stato con il 75% del gettito fiscale che rimane nelle Regioni, forse, più di tante parole, promesse, sovvenzioni e bonus, costringerebbe tutte le Regioni ad abbandonare la ricerca dell’assistenzialismo statale in favore di buoni governi regionali, capaci di stimolare in maniera virtuosa l’imprenditoria e le tante importanti specificità territoriali abbandonate, appassite all’ombra delle faide politiche. Certamente avvicinerebbe la politica al territorio.
  2. Uscita dell’Italia dalla N.A.T.O., di fatto creata dagli U.S.A. dopo la seconda guerra mondiale come organizzazione formalmente difensiva e divenuta il braccio armato dell’Occidente, sotto il controllo americano, unicamente utile a salvaguardare l’egemonia globale statunitense che, fra l’altro, è in netto contrasto con gli interessi dell’Italia, dell’Europa e del resto del mondo. Dal 04 aprile 1949, data nella quale a Washington venne fondata la N.A.T.O., questa ha assunto negli anni un profilo sempre più aggressivo e minaccioso in aperta violazione con la “Carta delle Nazioni Unite”. Le drammatiche vicende in Medio Oriente, in Nord Africa e ora in Ucraina, nel cuore della stessa Europa, segnano un deciso degrado dei rapporti internazionali. La pace in tutto il mondo è in serio pericolo ed anche il Vaticano ha ammesso che stiamo ormai assistendo a molteplici episodi di un’unica guerra mondiale pronta a conclamarsi in tutti i suoi devastanti effetti”. Uscendo dalla NATO l’Italia si sgancerebbe da questa strategia di guerra permanente, che viola la nostra Costituzione, e assumerebbe una posizione di totale neutralità tra i contendenti, a vantaggio dei nostri interessi nazionali e della pace mondiale. Inoltre, dati del 2019, dopo non ne abbiamo, secondo l’osservatorio “SIPRI”, la spesa annuale dell’Italia per rimanere nella N.A.T.O. a servire i suoi “grandi amici” americani si attesta intorno ai 27, 8 miliardi di dollari, questo mentre non ci sono i soldi per le pensioni e mentre le nostre piazze, alla fine dei mercati rionali, si riempiono di anziani che cercano frutta e verdura fra gli scarti dei commercianti, nei bidoni della spazzatura.
  3. Uscita dell’Italia dall’Unione Europea e ovviamente dall’euro. “Dotti” economisti, giornalisti prezzolati e politici legati mani e piedi ai poteri forti, figli e figliastri della partitocrazia romanocentrica, continuano a paventare fulmini, tuoni e disgrazie per gli italiani nel caso uscissimo dall’Unione Monetaria Europea e non solo. Senza tanti giri di parole, però senza entrare mai nei dettagli, descrivono l’uscita dalla U.E. come un suicidio economico, mentre invece, ormai dovrebbe essere chiaro anche al più disadattato dei ragionieri, il suicidio economico l’abbiamo compiuto entrando nell’Unione Europea e adottando l’euro in sostituzione della lira. Oggi, ogni giorno di più, P.N.R.R. docet, restare nella U.E. significa rinforzare la prigione dentro la quale abbiamo lasciato che la partitocrazia romanocentrica ci rinchiudesse. Non è vero che se usciamo dalla U.E. siamo rovinati, restiamo comunque la seconda manifattura europea e poi, l’uscita dell’Italia potrebbe aprire definitivamente la gabbia dell’Unione e il mostro finanziario creato allo scopo di agevolare i rapporti economici e militari con gli U.S.A. potrebbe saltare definitivamente. I lavoratori italiani stanno sempre peggio, poi, a causa della fallimentare gestione dell’inventata crisi pandemica, il nostro P.I.L. è crollato di un ulteriore 20% e le tasse, soprattutto quelle indirette, che colpiscono tutti in egual misura al di là del reddito e delle ricchezze personali, sono sempre e solo aumentate. La B.C.E. ha creato un danno enorme attuando il “quantitative easing” perché, così facendo, ha spinto i rendimenti dei titoli di Stato verso minimi a dir poco ridicoli con lo scopo di aumentare il debito dei Paesi membri, infatti, il motivo sbandierato dai partiti e da Draghi per ricorrere al M.E.S., poi tradotto in P.N.R.R., è stato proprio quello dei tassi d’interesse bassi, ma cosa avverrà quando il rendimento verrà prezzato correttamente, cosa destinata a verificarsi perché nei piani iniziali della B.C.E.?! Poi diciamoci la verità, il P.I.L. pro capite dell’Italia da quando siamo entrati nell’euro è sempre e solo peggiorato e in definitiva ci siamo persi almeno vent’anni di crescita, dunque, perché restare nella U.E. e nell’euro se non si è masochisti?! Forse si aspetta di fare la fine della Grecia dove un terzo abbondante della popolazione è ridotta in povertà assoluta, senza lavoro stabile e senza assistenza sanitaria?!
  4. No a qualsivoglia tipo di vaccinazione obbligatoria. Dall’entrata in vigore della legge 119/2017 (che ha convertito il DL n. 73/2017) gli obiettori vengono etichettati “novax”: un epiteto utilizzato in maniera dispregiativa se non da riprovazione sociale e questo nonostante le reiterate precisazioni di chi non si riconosce affatto in una simile definizione. Milioni di individui vengono identificati indistintamente come appartenenti ad un gruppo con caratteristiche collettive. Per farne parte sembra essere sufficiente chiedere, in maniera più che legittima, il rispetto del diritto all’autodeterminazione in ordine alla propria salute, del diritto al “Consenso Informato”, ovvero della libera scelta in campo terapeutico e vaccinale. Diritti inviolabili che tutti dovrebbero avere a cuore . Le vaccinazioni obbligatorie rappresentano la pena di morte e la sua esecuzione per molti cittadini. Questa frase è stata pronunciata alla seduta del Parlamento Europeo del 21 gennaio scorso da Mislav Kolakušić, europarlamentare croato, di fronte al presidente di turno dell’Unione Europea, Emmanuel Macron. Kolakušić, senza mezzi termini, aveva apertamente accusato il Presidente francese di aver condotto a morte migliaia di cittadini francesi. “A causa degli effetti avversi dei vaccini anti covid decine di migliaia di persone sono morte”, aveva detto il croato dinanzi ad un attonito Macron, poi, aveva invitato l’Assemblea a guardare i dati ufficiali pubblicati dall’EMA, quindi, aveva aggiunto: “L’inoculazione deve rimanere una libera scelta per ogni cittadino”Ufficialmente l’EMA (l’Agenzia europea dei medicinali) nel rapporto del 20 gennaio aveva comunicato circa 900.000 effetti avversi e 8.780 morti, ma su questi dati ci sono polemiche perché sottostimati rispetto a quelli reali. I database, infatti, contengono solo le segnalazioni effettuate dai pazienti o dai loro familiari e, come pubblicato di recente su “La Verità”, quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, pare che i dati ufficiali siano sottostimati del 1.300%. Ora, a fronte di tutto ciò, visto anche l’aumento esponenziale di casi di autismo in bambini sani, sottoposti a vaccinazione obbligatoria allo scopo di poter frequentare le scuole, Italia Terra Celtica si dichiara contro ogni forma di obbligo vaccinale, soprattutto perché, come da anni sta accadendo, le malattie virali e batteriche vengono create in laboratorio allo scopo di garantire grandi affari alle Big Pharma e grande potere dei governi sulle popolazioni. Oggi praticare l’Obiezione di Coscienza, alla luce delle ultime normative, è FONDAMENTALE, nonché DOVEROSO: significa non adempiere ad un dovere o ad un obbligo invocando l’ingiustizia o l’iniquità del medesimo e adducendo la sussistenza di norme di rango paritario o sovraordinato e in generale, va detto che la normativa attuale non ci deve blindare, noi dobbiamo creare nuove prassi e cambiare le norme attraverso la legalità, ovvero attraverso il principio di obiezione e la lotta politica. Mai ci inchineremo a norme e decreti INIQUI, INCOSTITUZIONALI e LIBERTICIDI!

    5.Uscita dall’O.M.S.. L’Organizzazione Mondiale della Sanità con sede a Ginevra, composta da 196 Stati membri, ormai praticamente di proprietà di Bill Gates, ha abbandonato da molti anni il suo obbiettivo dichiarato: ”Il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”. Ormai è un grande potere sovranazionale, capace di orientare le decisioni dei governi in campo sanitario e non solo. Lo scorso mese di maggio, dal 22 al 28, presso il quartier generale delle nazioni Unite, si è tenuta la settantacinquesima “Assemblea mondiale della Sanità” allo scopo di dar vita ad un “Trattato pandemico internazionale”, così da consegnare anima e corpo di qualsiasi Stato appartenente all’organizzazione nelle mani dell’O.M.S.. La scusa, il covid e le sue innumerevoli varianti, quindi, la necessità di creare stabilmente una risposta pandemica centralizzata e internazionale destinata a rafforzare le capacità e le resilienze nazionali, regionali e globali per le future pandemie. Insomma, l’O.M.S. ha previsto 10 anni di pandemie, come abbia fatto, se non a conoscenza di esperimenti di laboratorio all’uopo destinati, non si sa, non siamo a conoscenza del fatto che si servano di maghi e chiromanti in grado di prevedere il futuro, però, siamo a conoscenza dell’altissimo grado di corruzione che caratterizza i governi dei Paesi aderenti all’O.M.S., vedi Italia, Francia e Inghilterra, dove anche il Primo Ministro, Boris Johnson, di recente è stato costretto alle dimissioni sotto il peso degli scandali, così come è toccato al Primo Ministro olandese Mark Rutte. Quello che ci spetta, se non si farà nulla per cambiare, a vent’anni dall’addio alla sovranità politica e monetaria, sarà dunque, anche l’addio alla sovranità sanitaria, cosa che arricchirà ancor più Bill Gates e le multinazionali del farmaco in nome di un trattato pandemico globalista, unicamente utile al controllo dei popoli. 

    6.Introduzione di una nuova legge elettorale, completamente proporzionale, con sbarramento al 4-5%, che preveda le preferenze e la chiara, non negoziabile, indicazione del Premier. Tutti gli schieramenti ed i partititi politici blaterano di maturità degli italiani, bene, noi siamo convinti che se il popolo italiano è ritenuto maturo a questo vada data la possibilità di scegliere, attraverso l’indicazione della propria preferenza, il nominativo del Deputato o del Senatore da eleggere, così come quella del Capo del Governo. 

    7. Ritorno ad un vero Stato Sovrano. Ormai lo scempio delle privatizzazioni selvagge è stato portato a termine, anzi, in buona parte continua, venduto tutto ciò che si poteva, dal Gruppo I.R.I. alle banche, dall’E.N.E.L. alla S.I.P.-Telecom, dai tre quarti di E.N.I. alle autostrade, ai trasporti su rotaia ed a quelli per via aerea, ora si stanno svendendo le spiagge, le isole, i palazzi ed i monumenti storici, bene, tutto ciò deve finire e lo Stato deve ricominciare a fare lo Stato. Di conseguenza, senza servirsi di metodi fascisti, si dovranno riaprire, in concorrenza con il privato, banche, non solo statali, ma anche regionali; una compagnia telefonica, una energetica che porti luce e gas nelle case degli italiani e si dovranno sfruttare gli enormi giacimenti di gas e di petrolio che sono nel sottosuolo e sotto i mari della Penisola. Per fare politica, per dettare leggi e norme al Paese, bisogna godere dell’indipendenza energetica e bisogna avere tra le mani le leve economiche, diversamente si può solo promettere e non mantenere.

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