Aver rinunciato a pensare da uomini liberi ci ha regalato tutto quello che stiamo vivendo
Questi ultimi due anni ci hanno fatto capire tante cose, la più importante: l’Uomo ha rinunciato ad essere tale. Poi, certo, abbiamo visto come la paura, sapientemente diffusa dagli organi d’informazione, sia riuscita nell’annichilire il coraggio nella quasi totalità dell’Occidente “evoluto” e “democratico”. La vecchia Europa, con in prima fila l’Italia, ad esempio, non ha esitato ad annientarsi economicamente e politicamente, spinta a farlo da un terrore transgenico imposto dalla politica asservita agli interessi delle Big Pharma. Gli italiani sono stati i maggiori consumatori di “mascherine” chirurgiche e di qualsiasi altra diavoleria che gli impedisse di respirare ossigeno correttamente, alla ricerca della “vita” eterna, che solo il siero magico proveniente dall’America e dal Regno Unito, prometteva poter loro regalare, non hanno esitato a giocarsi la vita facendosi iniettare un composto mai testato in laboratorio, offrendosi come cavie umane, forse in ossequio alla causa animalista. Tutto quanto accaduto e tutto quanto sta ancora accadendo, compresa la guerra fra Ucraina e Russia, comunque, conferma come il diavolo dalla notte dei tempi, sia un grande produttore di pentole, senza per questo, aver mai cercato di produrre un sol coperchio.
Bertholt Brecht diceva: “Studiare, imparare, per poter poi verificare ed esercitare il controllo a tutti i livelli, è un compito rivoluzionario che spetta, non solo allo studente che ha preso coscienza dei problemi sociali, ma anche al più umile degli sfruttati”.
Cosa che è clamorosamente mancata! Tutti, o quasi, hanno confuso la scienza con la fede, hanno visto in Draghi l’uomo inviato da Dio, nei virologi i nuovi sacerdoti e nei “giornalisti”, asserviti alla causa dei grandi potentati economici d’oltre oceano, i nuovi apostoli. Nessuno ha studiato, nessuno ha cercato di capire, nessuno ha dubitato e nessuno ha cercato fonti alternative d’informazione, o comunque pochissimi l’hanno fatto. Infatti, guarda caso, il mondo filo americano, ha appaltato la lotta alla “pandemia” da “covid19” ai maggiori produttori di armi chimiche e virus da laboratorio.
Secondo il filosofo Nicola Abbagnano non a caso: “Le contraddizioni appartengono all’uomo e si radicano nella sua stessa esistenza”.
Parole di cruda verità, forse più attuali oggi rispetto a quando le scrisse il filosofo salernitano nato all’inizio del secolo scorso e morto a Milano nel 1990. Infatti, nel mondo plasmato dallo “Zio Sam” attraverso un secolo di mistificazioni ideologiche, abbiamo assistito alla rottamazione della conoscenza e della realtà storica e sociale. E’ tornata, quasi fosse una moda, la delazione e la mortificazione degli uomini liberi ad opera di un potere politico sempre più simile al nazismo; i popoli, italiani in testa, hanno assistito inermi e in molti casi compiaciuti all’introduzione della censura, alla messa al bando della verità, alla caccia alle streghe, troppo spesso conclusasi con strani suicidi, che sanno tanto di omicidio, di scienziati, medici, giornalisti e politici.
Intanto, gioco forza, non fosse altro perché nei soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale, seppur nascosti dalla disinformazione di regime, gli effetti avversi si sono contati a milioni nella sola Italia; non fosse altro perché ragazzini non ancora adolescenti con due o tre dosi in corpo di “vaccino anti covid” hanno cominciato a morire d’infarto e perché uomini e donne non ancora trentenni hanno cominciato a sviluppare il morbo di parkinson e l’alzheimer, gli spaventati del covid si sono in buona parte trasformati nei terrorizzati da “vaccino”.
In ogni caso la paura non serve a nulla, è buona solo per essere sfruttata a danno dei popoli da parte di chi ha nelle mani le leve del comando e così eccoci precipitati verso il fallimento dello Stato, già di recente pilotato e sperimentato in Grecia ad opera dell’Unione Europea. Eccoci condannati a pagare altri 120 miliardi di debiti contratti con la B.C.E. a causa delle assurde scelte politiche di questo Governo ed eccoci proiettati verso una guerra, quella fra i nazisti ucraini e la Russia, che non ci appartiene, non fosse altro perché l’Ucraina non è membro della N.A.T.O. e perché, cosa non di poco conto, l’Ucraina rappresenta quel regime nazista che ogni anno ipocritamente condanniamo in occasione della “Giornata del Ricordo” dedicata alle milioni di persone deportate e uccise nei campi di sterminio nazisti.
Abbiamo avuto paura di morire di “covid19”, malattia che in oltre un anno ha fatto meno di 3.800 morti, cioè nulla rispetto agli oltre 200.000 che ogni anno muoiono di cancro nel disinteresse più totale. Abbiamo accettato l’ennesimo Presidente del Consiglio imposto dal regime partitocratico senza nemmeno passare dalle scelte del corpo elettorale. Abbiamo accettato che l’Italia venisse di fatto declassata a colonia americana in amministrazione controllata affidata all’Unione Europea. Abbiamo avuto paura dei russi, che in Italia da oltre 40 anni portano solo denaro ed abbiamo avuto fiducia degli americani che, invece, ci hanno sempre e solo sfruttati, negandoci l’indipendenza energetica, anche a suon di bombe e attentati, come ci ricorda l’omicidio del Presidente dell’E.N.I. Enrico Mattei. Insomma, abbiamo lasciato fare, convinti da politici, giornalisti e opinionisti prezzolati che pensare fosse una cosa sbagliata. Così, la globalizzazione scellerata e la ricerca a tutti i costi dell’escalation militare presto provocheranno la tempesta perfetta.
Allora ci saranno milioni di “guerrieri” che affidavano ai social, “sprezzanti del pericolo”, messaggi nei quali si vantavano di essersi fatti tre dosi di “vaccino anti covid”, che si renderanno conto, forse, che a lasciar spento il condizionatore di casa e dell’auto per evitare una possibile sanzione da 400 euro, non sarà servito a niente, certamente non a sconfiggere la Russia, potranno, ancora una volta solo aver paura, potranno continuare a vivere spaventati con la loro bella mascherina davanti a naso e bocca e respirare idrogeno per sentirsi, accelerando la loro dipartita, più protetti.
Tutto questo, mentre i grandi del mondo continueranno a giocare a Risiko sulla pelle dei popoli; mentre a pagarne le spese continueranno ad essere i più fragili e mentre una crisi alimentare spaventosa sta per mettere a rischio la stabilità di interi continenti.
Tutto questo mentre abbiamo un Premier che non riferisce nemmeno più al Parlamento, ma riferisce direttamente al Presidente statunitense Joe Biden; mentre l’Italia ha rinunciato a difendere la causa della Pace, a perseguire l’autosufficienza alimentare ed a cooperare con i Paesi più poveri per impedire il disastro del secolo.
Altro che armi e sanzioni! Gli U.S.A., dopo aver favorito le carriere politiche dei loro servi europei più fidati e di quelli più ricattabili, hanno venduto alle élite economiche della vecchia Europa l’illusione di potersi sedere al tavolo dei vincitori per spartirsi le risorse energetiche, minerarie e alimentari della Russia. Secondo il loro miope calcolo il conflitto in Ucraina e le sanzioni avrebbero dovuto indebolire internamente la Russia e causare un cambio di regime al Cremlino, ma nulla di tutto ciò è avvenuto o avverrà. Il consenso popolare nei confronti del Presidente Putin si e’ rafforzato, il rublo si è rivelato la valuta più performante dell’anno, l’inflazione sta scendendo e la Russia, nonostante la nostra informazione deviata, ha tutte le risorse, grazie alla sua indipendenza energetica e alimentare, non solo per evitare una catastrofe economica, ma anche per sostenere una guerra di lunga durata.
L’Europa può solo aumentare fino al ridicolo la propaganda, reprimere il dissenso e usare tutti gli strumenti di controllo psico-sociale del proprio arsenale, na sarà inevitabile, ne uscirà più povera, più militarizzata e più indebitata nei confronti dei suoi “grandi amici” americani.
Tutto questo fra non molto, chissà quanti se ne renderanno conto, chissà se la maggioranza degli italiani capirà, c’è solo da aspettare, la fine è molto più prossima di quando si possa immaginare.
Il Segretario Federale
Paolo Bini