FORGOT YOUR DETAILS?

E NORIMBERGA SUI NOSTRI ORRORI?

by / mercoledì, 20 aprile 2022 / Published in Giustizia e società
Riportiamo di seguito l’articolo a firma Massimo Fini, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” in data 08 aprile 2022 e inoltrato su “Telegram” da Giorgio Bianchi.
B.P.

L’esibito vittimismo di Zelensky comincia a dar fastidio. Chiede aiuto a tutti, in qualsiasi sede: che gli vengano fornite armi il più letali possibile. Bene, durante la guerra russo-afgana i grandi comandanti militari, i “signori della guerra”, Massud, Gulbuddin Hekmatyar, Ismail Khan, Dostum, ebbero l’aiuto, in funzione anti sovietica, degli americani che fornirono loro i decisivi missili terra-aria Stinger. E quando cominciarono a cadere gli aerei e gli elicotteri i sovietici batterono in ritirata. Invece i Talebani contro gli occidentali non hanno avuto l’aiuto di nessuno, né lo hanno chiesto, del resto nessuno gliel’avrebbe dato perché il Mullah Omar (e i suoi) era per definizione il “mostro”. Hanno dovuto combattere con i soli kalashnikov contro un esercito che al culmine della guerra contava su 400 mila effettivi, ma soprattutto su bombardieri, caccia, droni. Ci hanno messo vent’anni ma questi delinquenti li hanno cacciati con le loro mani, senza pietire aiuti da nessuno.
La guerra afgana, a nostro parere, è la più significativa di quelle recenti. Per due motivi. Primo. Dimostra che se ci si batte per degli ideali, giusti o sbagliati che siano, si può prevalere su eserciti superarmati che queste motivazioni non hanno, se non quella di difendere gli interessi di chi li comanda. Secondo. Mentre le guerre del Golfo, in precedenza la guerra per le Falkland o Malvinas fra inglesi e argentini, e la stessa guerra di Putin sono, se si può dir così, delle oneste guerre di conquista (questo territorio è mio, non è tuo), quella agli afgani del Mullah Omar è stata una guerra puramente ideologica: non ci piaceva come viveva quella gente. E poiché non ci piaceva come viveva quella gente abbiamo occupato, invaso un Paese e fatto 300 mila morti.
A parer nostro la civiltà di un popolo non si misura da come vi vengono trattate le donne, ma da come si trattano i prigionieri. Tutti i prigionieri dei Talebani sono stati sempre trattati con estrema correttezza, in particolare proprio le donne avendo riguardo alle loro esigenze femminili. Noi abbiamo alle spalle, e ancora oggi, Guantanámo, Abu Ghraib, Abu Omar. E nemmeno Zelensky e i suoi hanno, da questo punto di vista, la coscienza del tutto pulita, se è autentico quel video in cui si vedono i soldati ucraini sparare alle gambe di prigionieri inermi, a terra, legati e incappucciati.
Adesso si vorrebbe trascinare Vladimir Putin davanti al Tribunale internazionale dell’Aja per “crimini di guerra”. Su questi Tribunali il lettore sa come la pensiamo: sono i Tribunali dei vincitori e non hanno alcun valore né legale né morale, se, putacaso, questa guerra la vincesse Putin sul banco degli imputati si troverebbe Zelensky. Ha detto la portavoce del ministro degli Esteri russo Lavrov, Maria Zacharova: “Ottima idea questa del processo. Possono iniziare con i bombardamenti della Jugoslavia e l’occupazione dell’Iraq. Quando hanno finito possono passare alle bombe nucleari sul Giappone”. Noi aggiungiamo i bombardamenti indiscriminati su Dresda, Lipsia e Berlino che avevano di mira essenzialmente i civili perché, come dichiararono esplicitamente i comandi politici e militari americani, si voleva “fiaccare la resistenza del popolo tedesco”.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 8 Aprile 2022
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