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Che pena questa “informazione”

by / giovedì, 17 marzo 2022 / Published in Cultura e informazione

Pubblichiamo di seguito la lettera che il professor Angelo d’Orsi, fra i più noti storici, giornalisti e accademici italiani, autore di oltre 50 opere letterarie di rilievo, ha inviato in data 16 marzo al quotidiano torinese “La Stampa”. Crediamo possa essere molto utile, nell’epoca del menefreghismo totale importato da oltre mezzo secolo dagli Stati Uniti d’America, a stimolare il ragionamento di chi, ancora oggi affida il proprio conoscere all’informazione mainstream sedicente ufficiale. Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei, soprattutto per i più giovani, stimolare la curiosità su Angelo d’Orsi, senz’altro uno dei più stimati accademici e un grande uomo che ha sempre cercato di dare l’esempio. Angelo d’Orsi è stato membro di diversi comitati scientifici, fondatore di riviste e collane editoriali come: “Nuova Sinistra” – “Appunti Torinesi” – “Nuvole” – “Quaderni di Storia dell’Università di Torino” – “Historia Magistra” e della rivista internazionale di studi su Antonio Gramsci: “Gramsciana”. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche fra cui: “Il Sole 24 Ore” – il “Corriere della Sera” – il “Quotidiano dei Lavoratori” – “La Stampa” e “Il Fatto Quotidiano”, scrive per  “MicroMega” e “il manifesto” oltre ad avere un bellissimo blog personale, che Vi invitiamo a vistare, intitolato: “Istruitevi – Agitatevi – Organizzatevi”

B.P.

Il prof.Angelo d’Orsi al quotidiano la Stampa dopo la ignobile prima pagina di oggi, 16 marzo 2022.

Gentile Direttore, 

ho collaborato alla “Stampa” per decenni, e sono stato allontanato, senza una parola, naturalmente, con l’arrivo di Molinari, giunto al giornale a portarvi il suo carico di sionismo e iperatlantismo (e già allora di russofobia). 

Avevo sperato che un giornalista proveniente da “la Repubblica” come Lei, avrebbe compiuto uno sforzo di riequlibrare l’orientamento di questa testata a cui sono rimasto legato. Invece no. E i vostri servizi, se così vogliamo chiamarli, sulla guerra in Ucraina, lo dimostrano, in modo avvilente. 

Ma con la prima pagina di oggi il giornale da Lei diretto ha toccato il fondo della disonestà giornalistica: una immagine relativa alla strage compiuta due giorni fa dalle truppe governative di Kiev ai danni dei civili di Donetsk (14 morti), viene presentata in modo che il pubblico pensi che siano stati i russi cattivi. Siamo oltre ogni artifizio giornalistico, lo lasci dire a uno che è iscritto all’Ordine dal 1971, e che ha avuto nel 2021 la targa d’argento come veterano del giornalismo piemontese. Uno che è stato allievo di Norberto Bobbio, e oltre ad aver insegnato per più di 40 anni all’Università, ha lavorato per le maggiori testate italiane, e anche qualche testata straniera, pubblicando molte centinaia di articoli.

Mi aspetto che il giornale domani, con lo stesso rilievo faccia una formale autocritica e spieghi, come e quando e da chi ha ricevuto la foto, chi ne sia l’autore, come la foto è giunta a voi (e se avete i diritti di utilizzo), e in quale situazione è stata scattata.

Aggiungo che tutta l’impaginazione, dai titoli dei commenti tutti a senso unico, fino al pezzo che vorrebbe essere sarcastico su Luciano Canfora, e che fa ridere solo chi l’ha scritto, è a di poco inquietante. State spingendoci verso la terza guerra mondiale, consapevolmente o meno. La storia non vi ha proprio insegnato nulla. 

Che pena. Segnalerò comunque l’episodio all’Ordine.E smetterò di comprare, ovviamente, il Suo giornale.

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