La rielezione di Mattarella a Presidente della Repubblica ha decretato la nascita del “Partito dei Cialtroni Italiani”
La gente aveva, ha bisogno di schiettezza. La gente, al di la del fatto che per troppi anni se ne è fregata altamente di tutto, soprattutto della politica, credo che si aspettasse qualcosa di diverso dal solito ributtante spettacolo offerto dagli appartenenti all’amaro mondo del parassitismo, riuniti in quel di Roma per giorni allo scopo di rieleggere il Presidente della Repubblica uscente. Giorni in cui i partiti romanocentrici hanno offerto il peggio di ciò che sono in grado di offrire. Normalmente non hanno mai dato niente al Paese, bene, nei giorni in cui hanno passato al tritacarne la Casellati, Pera, Casini e lo stesso Draghi, sono riusciti a dare meno che niente, meno dello zero assoluto. In ogni caso quei giorni sono serviti ad annunciare alla Nazione la fine del centro destra ed anche la fine del centro sinistra. Si è assistito alla nascita del partito unico, che potrebbe tranquillamente essere ribattezzato Partito Cialtroni Italiani (P.C.I.), infatti, l’unica cosa che sono riusciti ad alimentare, in nome di un’ingiustificato stato d’emergenza, quindi, di un ancor meno giustificato Governo di unità nazionale, è la confusione.
Confusione che in un sol giorno, quel maledettissimo 29 gennaio 2022, ha portato un traditore come Giuliano Amato alla presidenza della Corte Costituzionale e riconfermato un altro superstite della prima Repubblica, Sergio Mattarella, alla presidenza della Repubblica. Così, mentre il Giuliano, molto poco Amato si è presentato annunciando strutture di isolamento per i “no vax”, il Sergio, un po’ Mattarella, si è ripresentato come ci aveva lasciati con il suo discorso di fine anno, dicendo niente, se possibile condito con il niente, ma infondendo preoccupazione e disagio nei sempre più numerosi italiani che ormai cominciano a rendersi conto dell’imminente e drammatica fine che toccherà al Paese. Il “partito unico dei cialtroni” rivendica a sé il coraggio di governare in un momento difficile, in pieno marasma economico e sociale, alle prese con una difficile crisi sanitaria e se venissimo da Marte, non conoscendo la realtà e informati dai soli canali descritti come ufficiali dalla partitocrazia romanocentrica e dai suoi padroni, saremmo anche tentati di dargli ragione, ma così non è. Noi viviamo, per quanto abbiano cercato di rendercelo impossibile, in Italia, qui lavoriamo, paghiamo le tasse, mandiamo a scuola i nostri figli e cerchiamo, quando riteniamo di averne bisogno e con poco successo, di farci curare da ciò che rimane della sanità pubblica, quindi, è vero, siamo in pieno marasma e la situazione precipita di ora in ora, ma non perché siamo sfortunati o perché Dio ci vuole male, nossignori, la drammatica crisi che si sta vivendo in Italia è unicamente figlia dell’ignavia della partitocrazia romanocentrica, del Governo Draghi ed anche del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella!
Il 60% abbondante degli italiani non è più disposto a dare la fiducia a questa Nomenklatura, il “Partito Democratico”, che di democratico ha solo il nome non rappresenta più la sinistra, né tantomeno, dopo le posizioni prese sull’obbligo vaccinale, può continuare a mentire spacciandosi per progressista. Negli ultimi 12 anni ha sempre governato, non grazie al voto degli elettori, bensì grazie ad abili e vili espedienti politici con la complicità di Presidenti della Repubblica come Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella. In nome della stabilità ad ogni costo è ormai considerato dai più il maggior responsabile della “stabilità del disastro”, quella che accompagna quotidianamente la vita di chi in Italia vive e sempre meno lavora. La “Lega”, che ormai da tempo ha rinnegato il Nord, è data da tutti i sondaggisti sotto il 10%, Salvini e Giorgetti, non solo hanno mostrato agli italiani la loro incapacità di leggere la politica, ma si sono addirittura distinti nel tradire le aspettative di Veneto e Lombardia, le Regioni dove storicamente, il partito che fu di Bossi, Farassino, Miglio e Rocchetta, ha sempre fatto il pieno di consensi elettorali. Non solo, Salvini ha anche abbracciato con devozione assoluta la nuova fede rappresentata in Italia da sacerdoti come Bassetti, Burioni, Presgliasco e Sileri, pur di rimanere al Governo ha mortificato il suo elettorato, si è contornato di cattivi consiglieri ed ha perso il polso della gente rifiutandosi di capire i bisogni reali del Paese. I “5 Stelle” sono morti, sprofondati nella politica delle poltrone che hanno portato avanti sin dal primo giorno di governo, prima con la Lega, poi con tutti. Del partito di Grillo rimarranno il reddito di cittadinanza che ha permesso a centinaia di migliaia di nullafacenti e delinquenti di poter rimanere a casa pagati con i denari delle tasse e delle pensioni e le discariche piene di banchi a rotelle. In Parlamento i pentastellati si sono distinti sin da subito per incapacità e incompetenza. I pochi parlamentari di buon livello abbandonarono subito Di Maio & C. per dar vita a nuovi schieramenti politici o per andare nel “gruppo misto”. I sondaggisti, i più buoni, li danno intorno al 6%. “Forza Italia” continua ad annaspare nella sua mediocrità, riuscendo a perdere consensi, anche nei sondaggi, tutte le volte che Licia Ronzulli e Renato Brunetta bestemmiano in TV parlando di “vaccino anti covid” obbligatorio. Il partito di Berlusconi, una volta rifugio di ex socialisti, ex democristiani, ex repubblicani ed ex liberali, ora ospita di tutto e di più, ma soprattutto nani e ballerine. Sin dalla loro apparizione, alle elezioni politiche del 1994, i forzisti si erano distinti come i signori della lottizzazione, accettando di collaborare con chiunque, senza nessuna idea e senza nessuna ideologia. Sempre anti comunisti, ora governano con gente come Letta e Zingaretti, che comunisti non sono mai stati, ma che Berlusconi continua ad additare come tali. Un partito malato, dove convivono ex starlette, sedicenti economisti, animalisti della domenica e un mucchio di esperti di niente. Un partito dato da tutte le agenzie demoscopiche sotto il 5%. “Italia Viva”, il partito di Renzi, di gente che va e che viene dal Pd, il partito di governo per eccellenza, non importa con chi, l’importante è purchessia. Un partito virtuale, dato da chi si occupa di sondaggi sotto il 4%, però, un partito che affonda nel ricatto e nell’abile dialettica del suo leader la sua forza all’interno di labili equilibri parlamentari; un partito che aspetta di essere cancellato, come le folli idee professate da Renzi, dall’elettorato italiano. Un partito che si può riassumere nelle dichiarazioni del suo capo: “Sempre nell’Alleanza Atlantica” – “Sempre nell’Europa dell’euro” – “Sempre a favore dell’obbligo vaccinale”. “Liberi e Uguali”, questi fra Camera e Senato avevano preso 17 seggi nel 2018, poi, un po’ qua, un po’ là, qualcuno se n’è andato, oggi sembrano ancora esserci l’ex magistrato Pietro Grasso e l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini. Un partito che non incide nulla, che ha numeri che non possono incidere in nulla, che gli permettono solo di correre sempre e comunque, da bravi ascari, in soccorso del Pd. Un partito, dato da chi si occupa di sondaggi sotto il 2%. “Più Europa”, un partito che vede in Emma Bonino il suo leader, che ha raccattato qualche parlamentare dal gruppo misto, che forse può contare su 4, forse 5 o 6 seggi fra Parlamento e Senato della Repubblica, un partito, che per ciò che mi riguarda rappresenta l’ultimo, indelebile sfregio al Partito Radicale che fu di Giacinto, detto Marco, Pannella. In ultimo, non per quanto segnalano le agenzie demoscopiche che lo danno in grande ascesa con percentuali di voto che potrebbero superare il 35%, abbiamo “Fratelli d’Italia”, il partito nipotino del Movimento Sociale di Giorgio Almirante e, piaccia o non piaccia, figlio o almeno figliastro dell’Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini. Questo, guidato da Giorgia Meloni, sulla carta è l’unico partito d’opposizione al Governo Draghi, capace di contare su buoni numeri fra Camera e Senato. Un’opposizione, però, al di là delle notevoli capacità comunicative mostrate dalla sua leader, che non spaventa nessuno; un’opposizione di facciata, capace di lanciare slogan, di rimbottare il Governo nelle aule parlamentari, ma poi, mostratasi muta quando si è trattato di difendere gli italiani dai folli D.P.C.M. di Draghi; muta quando l’incredibile serie di strafalcioni contenuti nei decreti governativi, da atti amministrativi quali sono e possono solo essere, si sono mutati in imposizioni che negavano e negano i più elementari diritti dei cittadini indicati come inalienabili nella nostra Carta Costituzionale. Un’opposizione muta di fronte alla cancellazione di diritti fondamentali come quelli allo studio, alla sanità, ai trasporti, allo sport, ai servizi postali e bancari ormai negati a milioni di italiani che rifiutano di sottoporsi alla “vaccinazione anti covid”. Un’opposizione che, se non fosse intervenuta l’elezione, o meglio la rielezione di Mattarella alla presidenza della Repubblica, quindi, se non ci fossero state le scaramucce fra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, obiettivamente, si faceva fatica ad individuare in mezzo al servilismo totale che vige nelle Camere nei confronti del dittatore Mario Draghi.
Oggi le voci dissonanti presenti nelle aule parlamentari, che io attribuisco a Donne e Uomini Liberi, sono davvero poche, fra queste possiamo annoverare quella autorevolissima di Vittorio Sgarbi, ma anche quella di Gianluigi Paragone, di Daniele Capezzone, di Loretta Bolgan, di Lucio Malan e di Francesca Donato, poi, il nulla, tutto il resto è partitocrazia romanocentrica, tutti gli altri, Draghi e Mattarella in testa, sono responsabili di aver messo in ginocchio la Repubblica Italiana.
Il Segretario Federale
Paolo Bini