Poche necessarie parole per migliorare il nuovo anno
L’augurio è di entrare nel nuovo anno con un bagaglio di parole da leggere. Da leggere anche se alcune leggere non lo sono affatto. La prima è “Consapevolezza”, cioè la capacità di comprendere che le parole hanno un loro peso specifico, Consapevolezza è anche diventare consapevoli di quanto è accaduto, di come e quanto siamo cambiati, di quale futuro ci aspetta, di cosa abbiamo davanti ed a cosa stiamo andando incontro. Le parole sono azioni, diceva Wittgenstein, ma le parole sono anche pietre e una volta scagliate non tornano indietro. Vi è però una parola che può arginare il danno che si fa scagliandole male, quella parola è “Perdono”. Una semplice preposizione, “per”, che conferisce un significato speciale al “dono”. Un dono enorme, che avrebbe potuto, se il Perdono fosse stato nel cuore dei potenti, dei politici, dei banchieri, dei mediatori, dei capitani d’industria e dei gestori dei grandi fondi che muovono e influenzano i mercati finanziari del pianeta, di evitare le guerre, la povertà, le carestie e la schiavitù. Sarebbe comunque già importante se il Perdono aiutasse le tante, troppe persone, che hanno usato e usano le parole per far del male al prossimo a riconciliarsi con i popoli, con l’ambiente ed anche con sé stesse.
Noi possiamo comunque aiutarci, se il mio augurio non dovesse far breccia nei cuori, sin qui molto aridi, di chi decide le sorti del mondo, imparando ad usare nel giusto modo l’avverbio “Perché”. Perché porsi le giuste domande per mettersi alla ricerca di risposte aiuterà a comprendere ciò che sta avvenendo, potrà darci delle risposte diverse da quelle preconfezionate da chi ha mutato l’informazione in formazione, potrebbe evitarci di lasciarci trasportare dal tumultuoso fiume che si getta nelle rapide senza ritorno dell’indottrinamento.
Vi è poi la parola “Gioco”, avendo però ben chiaro che non è il momento di giocare in questi tempi difficili di crisi sanitaria ed economica, quindi, “Gioco” inteso come la conservazione dello spirito fanciullesco, che ognuno di noi dovrebbe gelosamente conservare, che possa metterci in grado di cogliere la meraviglia delle piccole cose nei gesti quotidiani che la vita generosamente ci offre.
Ci sono anche, imprescindibili, due parole legate fra loro, “Solidità” e “Solidarietà”, negli atti, nelle azioni, nei valori e nei progetti e poi, “Sapere” e “Sapore”, che si scambiano fra loro solo una vocale, ma che significano entrambe nutrimento. Il nostro sale, il “Sapere”, al quale si continua ad attingere per dare un “Sapore” vero e degno alla nostra esistenza.
“Sogni”, “Ali” e “Talento”, i “Sogni” in questi tempi bui ci paiono lontani, ma non è forse con il favore del buio che ci vengono a trovare?
Le “Ali” come il “Talento” ci fanno sognare e ci portano oltre le montagne, oltre le cime più difficili e pericolose e chi ha talento osa tutti i “Sogni” e osa tutte le montagne.
Per il mondo che creeremo serviranno milioni di sogni e per chi crede abbia dimenticato la parola “Amore”, spesso abusata a sproposito, voglio chiarire che per me è la più necessaria di tutte, senza “Amore” nulla di buono si potrà fare, nulla di buono si potrà costruire. La nostra società è l’esempio tangibile di come nulla che tenga effettivamente conto dei bisogni delle persone e della natura può essere costruito sul compromesso, sull’odio e sullo scambio di “favori”. “Amore”, una parola che io, a differenza dei più, non vedo e non sento, però, come fuoco e nemmeno come fiamma, piuttosto la sento in forma liquida, come l’acqua che è fonte di ossigeno e di vita, quindi, a tutti voglio fare l’augurio di essere aperti al cambiamento, magari di favorirlo, lasciando il cuore aperto perché l’Amore, come l’acqua, sa trovarsi da solo la strada per arrivare ovunque, in ogni angolo del mondo, sa, se solo non gli innalzano di fronte stupide barriere ideologiche, rendere florido anche il cuore più arido.
Luisella Bondino