Sono perché tu sei. Sei perché noi siamo. Insieme, più siamo, più il percorso sarà piacevole
Voglio iniziare dalla strada che ho nel cuore, la strada che ormai da quasi quindici anni percorro con i compagni d’avventura di Italia Terra Celtica.
La strada che ho nel cuore vorrei tanto che mi conducesse nel Paese ideale progettato dal nostro Segretario Federale, Paolo Bini, una strada, a dirla tutta, che non si è rivelata facile da percorrere, direi incredibilmente non facile, quasi che alla maggioranza degli italiani non freghi nulla di vivere in una Terra libera dai diktat delle grandi multinazionali e delle grandi banche d’affari statunitensi; quasi che alla gran parte della popolazione non interessi vivere in un Paese rispettoso dei diritti umani, della natura e dell’ambiente; quasi che la gente preferisca continuare ad arrabattarsi nell’incertezza e nella difficoltà di trovare un lavoro che non sia occasionale o sottopagato; quasi che i più preferiscano avere una classe politica unicamente rispettosa dei desideri dei potenti e dei “diritti” dei criminali; quasi che si preferisca il centralismo partitocratico dei partititi romanocentrici al federalismo democratico di Italia Terra Celtica.
Insomma, la strada che ho nel cuore mi porta in un luogo meraviglioso, dove diritti e doveri sono distribuiti equamente; dove non è necessario conoscere qualcuno che ti può raccomandare; dove non si mantengono milioni di nullafacenti con i denari di chi, nonostante tutto, continua a lavorare e pagare le tasse; dove la burocrazia non esiste al solo scopo di mettere i bastoni fra le ruote di chi vuole imprendere e creare ricchezza; dove ai delinquenti non si continua a lasciare nuove occasioni per delinquere; dove corrotti e concussi possono in tutta tranquillità passare molti anni nelle patrie galere in compagnia di ladri, truffatori, assassini, rapinatori, spacciatori e stupratori; dove finalmente, chi ha continuato ad avere il coraggio di sognare, può in tutta libertà correre il rischio di vivere i propri sogni. E’ lì che mi porta, ma quel luogo, che credevo fosse ambito da tutti, si sta rivelando un miraggio e la strada si sta facendo irta e tortuosa, insidiosa, talvolta molto pericolosa, ma non per questo smetterò di percorrerla. Credevo che dopo poco tempo saremmo stati in molti a voler raggiungere quella Terra perniata di Libertà e Rispetto; credevo che in molti sarebbero stati interessati a questo viaggio, non fosse altro che per raggiungere il luogo dove creare opportunità e certezze positive per i propri figli, così non è stato, ma il sangue dei gloriosi guerrieri sarmati che scorre nelle mie vene mi impedisce di abbandonare il percorso e l’obiettivo finale.
La mia storia, seppur piuttosto breve, non mi ha mai visto percorrere strade facili, d’altronde è risaputo che viaggiare solo nelle giornate di sole è certamente bello e preferibile, ma se non ci si mette in marcia anche sotto la pioggia e nelle giornate fredde e ventose, molto difficilmente si potrà raggiungere la meta prefissata. Poi e qui il messaggio è per tutti coloro che temono sempre qualcosa o qualcuno, non vorrei che a fermare la marcia di Italia Terra Celtica verso le Istituzioni, che devono essere al più presto liberate dal regime partitocratico, fosse la vigliaccheria dei più perché ad impedire la realizzazione di un sogno è solo la paura di fallire e la paura non è dei guerrieri e in ogni caso, credo che la routine sia molto più letale dell’avventura per quanto pericolosa questa possa essere.
Una cosa comunque è certa, credo che siano veramente pochi ad avere la “fortuna” di avere “una strada nel cuore”. Da ciò che è dato vedere e sentire la massima aspirazione delle genti è quella di scansare i problemi, non di risolverli; gli italiani hanno smesso si sognare e non per colpa della pandemia da “covid19” che sta flagellando il mondo, era già così prima, la gente desidera ciò che vede, io quello che immagino, che sogno. Io credo, che aver lasciato l’Italia per oltre 70 anni nelle mani dei predoni romanocentrici la dica lunga sulla mancanza di rispetto degli italiani per la loro Terra e per noi, che mai abbiamo abiurato l’insegnamento dei nostri avi, ciò ha un solo significato: “Colui che non rispetta e onora la propria Terra, non rispetta e non onora nemmeno sé stesso”. Non è un caso se da noi si spendono giorni, mesi, anni a parlare di tutto e di più per poi non fare nulla. Eclatante è la condizione d’abbandono della donna nel momento in cui questa rischia la vita fra le mura domestiche o il lavoro per non voler assecondare le avance sessuali del “capo” o del “padrone”. Parole, chiacchiere, promesse e tutti gli anni centinaia di donne vengono uccise, torturate, massacrate di botte da mariti o fidanzati gelosi e violenti. Parole, chiacchiere e promesse che non servono a nulla in mancanza dell’esempio, che in questi casi può solo essere rappresentato dal carcere a vita per chi uccide e da almeno 15 anni di reclusione per chi si adopera in comportamenti violenti e umilianti nei confronti della donna. Parole, chiacchiere e promesse, tipiche del regime partitocratico, fatti, solo fatti, invece, caratteristici di Italia Terra Celtica, le cose d’altronde si cambiano con l’esempio e non con le opinioni, non con le chiacchiere, non attraverso insulse e inutili comparsate nei talk show televisivi.
Quello che mi sento di augurare a tutti, perché credo che presto potrebbe arrivare il giorno in cui tutto quello che si può fare adesso non si potrà più fare, è che ognuno possa avere la “fortuna” di trovare nel proprio cuore una strada da percorrere, soprattutto il coraggio di percorrerla. A tal proposito trovo meravigliosamente calzanti le parole del grande poeta, politico e diplomatico cileno Ricardo Eliecer Neftalì Basoalto, premio Lenin per la Pace nel 1953 e premio Nobel per la Letteratura nel 1971, meglio conosciuto con il pseudonimo di Pablo Neruda: “Se non scali la montagna non potrai mai goderti il paesaggio”. E ancora, perché nessuno mai possa pensare di poterci fermare ricorrendo all’indifferenza o alla prepotenza, potendo contare sulla vigliaccheria e sulla cupidigia di un popolo che preferisce parole, chiacchiere e promesse alla lotta, sempre facendo ricorso alle parole di Pablo Neruda: “Potranno tagliare tutti i fiori ma non fermeranno mai la primavera.”
Tradotto, la marcia continua, anche se, pur crescendo con l’insegnamento che la verità è giusta, poi, quando la dico, scopro che moltissimi si offendono, ma non importa, io, Italia Terra Celtica, non diventeremo mai afoni, mai rinunceremo alla parola, purtroppo consci che spesso, troppo spesso, le persone ascoltano la metà, capiscono meno della metà, ma raccontano il doppio di ciò che non hanno ascoltato e di ciò che non hanno capito.
Il Responsabile Organizzativo Federale
Irina Tancau