Il tempo della paura
Cosa apprezzano gli italiani? Cosa vogliono gli italiani dalla politica? Due domande semplici alle quali io, molto sinceramente, a quindici anni dalla fondazione di Italia Terra Celtica, ancora non so rispondere. In questi tre lustri ho comunque capito cosa non vogliono, non vogliono politici onesti e men che meno capaci. Non vogliono una politica orientata a promuovere e premiare la meritocrazia; non vogliono una politica che sappia organizzare il Paese al meglio secondo il basilare criterio che “paga chi sbaglia”; non vogliono il federalismo; rifiutano nella maniera più assoluta una sanità pubblica che funzioni ed allo stesso modo rifiutano un sistema scolastico capace di formare i loro figli secondo le esigenze lavorative dettate dai tempi. Insomma, pare che gli italiani vogliano tutto ciò che noi disprezziamo della politica romanocentrica, quindi, ogni “buon politico” non avrebbe fatto altro che adeguarsi, magari per garantirsi la rielezione, facendo di tutto per peggiorare ulteriormente le condizioni di vita degli italiani, certo, come sin qui è sempre avvenuto, di raccogliere grandi consensi in cabina elettorale. Ora, seppur la cosa può sembrare semplice, ci riescono tutti, noi non ce la facciamo proprio, Italia Terra Celtica, a costo di sparire senza mai essere approdata nei grandi centri del potere politico, mai sarà come gli altri, mai dirà una cosa per poi farne un’altra, mai prometterà senza mantenere e mai accetterà di portare “acqua al mulino” di qualsivoglia partito che non sposi totalmente il suo progetto di riforma federalista. La cosa è oltremodo semplice da capire, da una parte c’è il regime partitocratico romanocentrico, dall’altra ci siamo noi; da una parte ci sono milioni di italiani tanto vigliacchi e impauriti da essere disposti con il loro consenso elettorale a giustificare l’operato di una classe politica che ha portato l’Italia al fallimento, dall’altra ci sono “quattro gatti” che mai, non fosse altro che per decoro e rispetto della propria persona, accetteranno di intrupparsi con i sostenitori della partitocrazia romanocentrica e che fino alla fine sosterranno il progetto di Libertà e Federalismo di Italia Terra Celtica. La battaglia politica vede, su fronti opposti, un manipolo di intrepidi, coraggiosi sostenitori del messaggio di Forza, Amore e Saggezza e un’infinito, numerosissimo esercito di vigliacchi e paurosi, specializzati, come le iene, nell’assalto in branco, nel colpire a morte chi già sta morendo, nel dilaniare le carni delle carogne. Ai nostri confini bisognerebbe togliere i cartelli stradali con la scritta “Benvenuti in Italia”; bisognerebbe sostituirli con nuovi e più appropriati cartelli riportanti la scritta “Benvenuti nel Paese degli impauriti, nel Tempio della paura”. E’ la politica romanocentrica, quella a cui anche noi di Italia Terra Celtica, rifiutando da sempre il ricorso alla violenza, tocca soggiacere, che si fonda esclusivamente sulla paura che, seppur abilmente dissimulata in altre vesti, alla fine si traduce comunque nella paura del fascismo, del comunismo, dell’invasore, del terrorismo, della mafia e così via, tutti a votare per chi mette più paura, per chi promette di sconfiggerla attraverso fantasiosi, quanto stupidi ed irrealizzabili programmi. Tutta roba buona per chi sceglie, sulla base di quanto si sente vigliacco e impaurito, quale sarà il partito ed i politici che dovranno rappresentarlo. In Italia è così da sempre, non a caso dal dopo guerra ad oggi, fatto salvo il periodo della necessaria ricostruzione, è stato tutto un continuo peggiorare delle condizioni sociali; tutto un perdere diritti acquisiti, su tutti quello alla pensione. Da noi si vota con la paura in corpo e Italia Terra Celtica, rappresentando per le masse, che di pane e paura si nutrono, un salto nel vuoto, un passo azzardato verso una nuova organizzazione statuale, nell’immaginario collettivo non offre le stesse garanzie del regime partitocratico, comunque sempre capace di promettere e di riservare elemosina a piene mani ai tanti che poi, alla politica chiedono in definitiva solo promesse ed elemosina. Noi siamo consapevoli di essere fuori dal gioco, ma siamo altrettanto consapevoli che la parola è un dono di Dio, quindi, mai rinunceremo a dire la nostra, consci che prima o poi, non fosse altro perché rimarrà solo quello, il progetto Italia Terra Celtica diverrà realtà, magari non in tutto lo Stivale italico, ma quel che sarà, come tutto, dipenderà esclusivamente dalla gente. Intanto, osserviamo milioni di impauriti schierarsi su virtuali barricate opposte, chi con la paura dello straniero; chi con la paura del contagio epidemico; chi con la paura del crollo economico; chi con la paura del terrorismo; chi con la paura dei banditi; chi con la paura del futuro incerto; chi con la paura di perdere il lavoro, chi con la paura di trovarlo e di dover rinunciare all’acquisita elemosina di Stato e tutti insieme, chi agitando l’antifascismo; chi agitando l’anticomunismo; chi agitando l’antirazzismo e chi il ritorno del nazismo, tutti contro l’ignoto rappresentato da Italia Terra Celtica, tradotto, contro sé stessi, contro i propri figli, contro i propri interessi, ma si sa, la paura spesso, molto spesso, induce in scelte sbagliate. Solo il coraggio delle genti italiche potrà cambiare le cose; potrà sostituire la partitocrazia con la Democrazia; potrà cancellare il centralismo romano con una efficace riforma federalista, ma il coraggio nessuno lo può regalare e nessuno lo può comperare, ognuno deve trovarlo, dimostrando di averne una, nel profondo della propria anima, diversamente, l’Italia sarà sempre di più avviata verso una società individualista ed egoista e sempre di più sarà patria degli impauriti dove sarà la paura a dettare cambiamenti e scelte politiche.
Il Segretario Federale Paolo Bini