Attenzione, la paura fonda gli stati, ma distrugge le società
Fra le tante, una cosa mi ha particolarmente dato fastidio in questo bruttissimo, non ancora finito, periodo in cui l’Italia, come il resto del mondo, si è trovata a fronteggiare, totalmente impreparata, la devastante pandemia provocata dal virus “covid19”.
Mi ha dato particolarmente fastidio il fatto che l’informazione ufficiale, quella che si autodefinisce “l’unica responsabile”, bollasse ogni notizia non da essa filtrata come “fake news”. Mi ha dato fastidio che ogni opinione fuori dal coro, non tanto governativo, quanto partitocratico romanocentrico, fosse bollata come “complottista”. Mi ha reso, se possibile, sempre meno fiero delle mie origini italiche, questo Governo che, nato senza passare al vaglio di nessuna tornata elettorale, nel gestire la più grande crisi dal dopo guerra ad oggi, oltre ad aver limitato la libertà di circolazione, abbia deciso di intervenire in maniera netta, cosa propria delle dittature, anche sulla libertà d’espressione e d’informazione.
Mi ha infastidito, urtato, fatto incazzare, l’arroganza mostrata da emeriti ignoranti, dotati di una o più lauree, nel mettere in campo una comunicazione che certamente, se non li ha già fatti, farà più danni del coronavirus. Ogni mattina, ogni pomeriggio e ogni sera, rinchiusi in casa, praticamente a reti unificate, si era costretti ad ascoltare i martellanti “bollettini di guerra”, coadiuvati addirittura da immagini di repertorio che spesso nulla avevano a che fare con la pandemia da “covid19”, immagini che mostravano file di bare, ambulanze in continuo movimento e poi i numeri dei relatori, numeri di morte, numeri che certificavano come in Italia il nuovo coronavirus fosse l’unica causa di decesso.
Un’informazione messa in campo, fortemente voluta, inopinatamente divenuta legge attraverso un atto ministeriale che, allo scopo di controllare cosa in Italia si dicesse, si scrivesse o si comunicasse attraverso i social, istituì addirittura una Commissione con l’incarico di monitorare attentamente le notizie inerenti la crisi sanitaria in corso.
Cosa buona?!
Certo, ma solo per gli imbecilli, da quando un governo democratico impedisce ai suoi cittadini di parlare, se non gli piace ciò che dicono, definendoli aprioristicamente “complottisti” o portatori di notizie false?!
Da quando essere stati la causa innegabile di quello che è stato un vero e proprio “contagio emotivo” e collettivo da panico può essere considerata una cosa positiva?!
Da quando generare volutamente terrore, stress e ansia fra la gente può essere ritenuta una cosa valida?!
Insomma, non esiste segnale alcuno, al di là dei già citati “bollettini di guerra”, ora edulcorati in positivo così come, prima che si decidesse di intraprendere l’ormai dimenticata “fase 2”, edulcorati in negativo, che ci possa far credere che la pandemia da “covid19” sia finita, eppure i nostri politici, quelli a cui il popolo italiano continua irrazionalmente ad affidare il proprio presente ed il proprio futuro, persistono imperterriti nella scientifica sostituzione della realtà con la percezione della realtà.
La realtà, quella che non vogliono più vivere le masse, ormai abituate al virtuale, ormai allevate a vivere la vita di altri attraverso una miriade senza fine di reality e talk show televisivi di nessun valore morale e di pessimo gusto, ci racconta altro, ci narra di una classe politica arroccata a difesa dei propri privilegi e del proprio potere; ci narra di un popolo che, accettando l’istituzione governativa della “Commissione Verità”, ha accettato senza il minimo cenno di protesta, il più grave tentativo di attacco alla libertà d’espressione e informazione mai provato nella storia della Repubblica Italiana; ci narra di una classe dirigente incapace di generare sentimenti positivi e ambizioni costruttive; ci narra di una società vigliacca che ha mostrato di aver timore della propria ombra, unicamente unita dalla rabbia, dal disprezzo e dalla paura. Una società che non ha saputo essere tale, che non ha chiesto ai partiti romanocentrici di pagare in solido il disastro umanitario da essi causato col susseguirsi di ignobili tagli di risorse alla sanità pubblica; che non ha chiesto di farsi da parte a politici palesemente incapaci e inadeguati, che alla guida dello Stato e delle Regioni hanno saputo solo dispensare insicurezza e mostrare come il dilettantismo in politica possa essere dannoso quanto una guerra, nossignori e questo mi ha infastidito quanto e forse più dell’arroganza e dell’incompetenza della classe politica romanocentrica, il popolo italiano ha accettato di rinunciare a vivere pur di salvare la vita e così facendo, rinunciando a mettersi in gioco, a tentare nuove imprese e ad osare, ha consegnato la propria vita e il proprio futuro nelle mani di politici che, ormai a corto di promesse, hanno già promesso di tutto, manca solo più che promettano un viaggio sulla luna per chi farà la collezione degli scontrini fiscali del bar. Hanno deciso di fondare la “nuova Italia” sulla paura e sempre di più sull’elemosina e gli italiani glielo hanno lasciato fare.
Il Segretario Federale
Paolo Bini