Ma c’è traccia di consapevolezza nelle scelte politiche degli italiani?
Da troppo ne scriviamo, da troppo tempo siamo a chiederci come sia possibile che gli italiani riescano e siano riusciti, da circa 70 anni a questa parte, quando si tratta di politica, a scegliere sempre il peggio per sé stessi. Attenzione, quando si parla di scelte politiche si parla di lavoro, di sanità, di scuola, di giustizia, di sicurezza e di tutto ciò che è vita, amore compreso. Quando si parla di scelte politiche, poi, non ci si deve fermare alle scelte elettorali perché se il nostro sedicente sistema democratico non esprime, non riesce ad esprimere nulla di diverso dai partiti che, pur cambiando nome per una questione di presentabilità, hanno portato l’Italia ad essere il Paese con il terzo debito pubblico mondiale, secondo solo a Stati Uniti d’America e Giappone, è chiaro che l’elettorato, il popolo italiano, se esiste, deve andare oltre, trovare stimoli e unione necessari a cacciare la partitocrazia dalle istituzioni.
Da anni ormai gli italiani, un po’ tutti, ripetono il mantra tale per cui la “politica fa schifo” ed i “politici sono tutti ladri”, però, senza aggiungere a tali frasi fatte che la politica, ovunque si voti democraticamente, rappresenta esattamente il popolo che la esprime.
Da anni ci sentiamo obiettare, quando ci permettiamo di farlo notare, “Che non c’è nulla da fare e chi si sceglie, si sceglie, i politici sono tutti uguali” e qui ovviamente non ci stiamo, non si può sapere se un vino piace o no, quando ci si rifiuta a priori di aprire la bottiglia, soprattutto quando sono 70 anni che si apre sempre la stessa bevendone sino al punto di non capire più niente.
Così su “due piedi” mi viene da dire che una cosa certamente latita nelle popolazioni italiche e questa cosa, importantissima, è la consapevolezza, cioè la percezione di sé stessi a livello obiettivo. Diversamente è impossibile dare una spiegazione logica al comportamento degli italiani, a come questi approcciano la politica. Una persona consapevole si distingue per la capacità di vedere la realtà per quello che è. Non vede in ciò che la circonda, negli avvenimenti che, direttamente o indirettamente, la coinvolgono, solo le cose positive o solo quelle negative, le vede entrambe e per questo non viene spaventata dai suoi limiti, così come non si esalta dei suoi punti di forza. La persona consapevole riesce a vedere con estremo equilibrio la realtà delle cose senza farsi influenzare nelle scelte dalla propaganda dei partiti romanocentrici, sempre prodighi di promesse, capaci, come nessun altro, di coniare slogan per qualsivoglia obiettivo intendano raggiungere in barba alle reali esigenze del popolo elettore. Quindi, la consapevolezza, se raggiunta, dovrebbe aiutare ad essere selettivi e mancando da sempre la selezione della classe politica da parte degli italiani, viene spontaneo affermare che questi mancano in maniera assoluta di consapevolezza a meno che e questo potrebbe essere il motivo di tanto sfacelo morale, economico e sociale, in questi 70 anni di democrazia delegata, gli elettori nostrani non abbiano sempre scelto il peggio per sé e per i propri figli con grande consapevolezza.
Torre C.se 02 marzo 2020
Il Segretario Federale
Paolo Bini