Chi è causa del proprio mal pianga sé stesso
“Dio perché mi mandi sempre lo stesso coglione dentro corpi diversi?”
L’ho sentita da un’amica mentre con lei prendevo un aperitivo al bar, in un momento di sconforto seguito alla sua ennesima storia d’amore finita male.
Quelle parole mi sono rimaste in testa e così in questi giorni, senza nemmeno accorgermene, a forza di leggere e sentire idiozie e fregnacce dagli esponenti della partitocrazia romanocentrica, ecco che mi sono ritrovato a chiedermi “Dio perché ci mandi sempre gli stessi bugiardi, intrallazzoni e incapaci, seppur in corpi diversi, a governare l’Italia?”
Gente come Grillo, Di Maio e tutta l’allegra corte che si sono messi intorno, mi sembrano, come prima di loro i tanto vituperati politici democristiani, gente capace di dire, in pochi giorni, poche ore, ma anche pochi minuti, tutto ed il contrario di tutto. Il Grillo che sbraitava, solo poco più di un anno fa, nelle piazze italiane, la necessità di colpire il Pd ed il marcio che questo significava; che urlava ai quattro venti la necessità di avere facce nuove in politica e poi, via, via, il taglio dei vitalizi, l’incandidabilità dei pregiudicati e dei politici alle prese con guai giudiziari, l’aumento delle pensioni per i lavoratori, l’arresto dei farabutti di partito da lui indicati quali responsabili delle tante “cattedrali nel deserto” e dei tanti lavori pubblici mal fatti e costati miliardi, dov’è finito?
Quel Grillo, non tanto parlante, ma certamente urlante, dove si è rintanato?
Il nuovo che ha regalato al Paese, è forse tutto nelle facce di Di Maio, Conte e della chiassosa combriccola eletta sotto il simbolo dei 5 stelle?
Di Maio solo la settimana prima di fare il governo con Zingaretti e Renzi, ancora diceva: “Mai con il Pd, mai con il partito do Bibbiano!” e ancora: “Dove c’è Renzi non ci sono io!” e poi, tutti sappiamo com’è finita.
Conte dal canto suo è riuscito, nei giorni della crisi di governo, a regalare uno “scoop alla Nazione”, ha reso edotti tutti gli italiani sul fatto, per noi sin da subito inequivocabile, che lui si è sempre sentito uomo di sinistra e mai ha preso la tessera dei 5 stelle, per il resto, del suo curriculum dubbio in alcuni punti e della sua “strana”, certamente inopportuna, richiesta di consigli alla Merkel sul come fermare la Lega, sono stati gli organi d’informazione a rendere edotti gli italiani.
Ma è forse finita qui?
Assolutamente no, come dimenticarsi di Zingaretti, fratello del più noto interprete del “Commissario Montalbano”, quando, solo pochi giorni di dar vita al governo giallo-rosso, tuonava: “Va bene Conte, ma Di Maio no!” e ancora, come dimenticarsi della querela per diffamazione, che non mi risulta sia stata ritirata, che il Partito Democratico aveva fatto nei confronti di Di Maio e del Movimento 5 stelle in relazione alle dichiarazioni di questi sull’inchiesta di Bibbiano e sugli affidi dei minori in Val d’Enza?
Insomma, nulla è cambiato rispetto a prima……………a prima, quando a governare c’era il quadri o il pentapartito con la DC a fare da collante, con il P.C.I. a fare opposizione di facciata ed a spartirsi, in ossequio rigoroso al manuale Cencelli, nomine, dirigenti, posti di sottogoverno e quant’altro con democristiani, liberali, socialisti, repubblicani e socialdemocratici.
Le facce saranno anche nuove, ma i furbastri romanocentrici continuano nella loro gara di sempre a chi le spara più grosse. Come sempre, tutto per un voto in più, tutto per una poltrona in più, tutto per il potere e tutto per il denaro, quello degli italiani, che ancora, nonostante tutto, riescono a lavorare e pagare le tasse.
Il bello o il brutto, fate voi, è che, pur scadendo nel demenziale, c’è incredibilmente chi gli da retta. Ricordate la sceneggiata con tanto di cartelloni e di clack plaudente messa in piedi da Di Maio quando, passata alle Camere la legge sul “Reddito di cittadinanza”, arrivò ad annunciare, attraverso televisioni e giornali, di aver sconfitto la povertà?
Bene, non solo la povertà non è stata sconfitta e mai lo sarà se si continuerà a scegliere il centralismo romano al federalismo di Italia Terra Celtica, ma come era logico aspettarsi, è addirittura aumentata.
Una volta si diceva: “I politici confidano bugie ai giornalisti e il giorno dopo, leggendole sui giornali, ci credono”. Oggi questo è stato abbondantemente superato, le bugie se le raccontano anche fra di loro, probabilmente, se credenti, sono capaci anche di mentire nel confessionale e se sognano, anche i loro sogni rischiano di essere falsi o truccati.
Probabilmente, continuando ad eleggere politici capaci, sempre e sistematicamente, di fare peggio di quelli che li avevano preceduti; continuando a votare sempre per chi promette di più e per chi la spara più grossa; continuando a dare fiducia a chi ha portato il Paese al collasso economico; continuando a scegliere coloro che hanno cancellato la democrazia con la partitocrazia; continuando a preferire il centralismo al federalismo, i baldi rappresentanti della politica romanocentrica, tutti, nessuno escluso, sono arrivati ad avere la certezza che l’elettore italiano sia mediamente deficiente e come tale si comporta quando chiamato a votare e come tale va trattato quando chiamati a governare.
Alla fine, mi dispiace dirlo, forse, la mia amica qualche scelta sbagliata la doveva aver fatta per capitare, seppur questi si manifestavano sempre in corpi diversi, fra le braccia dello stesso coglione. In parole estremamente povere. “Chi è causa del suo mal pianga sé stesso”.
Torre Canavese 23 ottobre 2019
Il Segretario Federale
Paolo Bini