Orgogliosamente Barbari!
Il clima da campagna elettorale, nonostante il ritorno del maltempo, si sta facendo inevitabilmente più caldo. Si susseguono incontri e convegni e anche noi di Italia Terra Celtica, pur non partecipando al prossimo appuntamento elettorale del 26 maggio, quando gli italiani saranno chiamati a votare i loro rappresentanti presso il Parlamento europeo e i piemontesi il nuovo governo regionale, non manchiamo di essere invitati a dibattiti e confronti politici. Si sa da tempo, Italia Terra Celtica è scomoda per tutti, chi più, chi meno, i partiti romanocentrici lavorano costantemente per far sì che non ci sia la nostra presenza sulle liste elettorali e ad onor del vero ci riescono, sino ad oggi ci sono riusciti molto bene. Poi, però, c’è il problema dei voti, i nostri li vorrebbero tutti, fanno gola a destra quanto a sinistra e così, di recente, proprio in un convegno al quale partecipavo in rappresentanza di Italia Terra Celtica mi è capitato, non mostrando interesse, né simpatia per gli avversari politici, rappresentanti della partitocrazia romanocentrica, di essere apostrofato da tutti come “barbaro”.
Senza tanti giri di parole, solo per puntualizzare e fare in modo che i lettori possano capire, il convegno al quale ero stato invitato a partecipare verteva sulla sicurezza ed io, nell’occasione avevo rimarcato come le nostre leggi, dal dopoguerra ad oggi, avessero fatto dell’Italia il Paese, senza eguali al mondo, dove è più sicuro delinquere, dove le leggi corrono sempre in soccorso del delinquente e mai della vittima, dove viene palesato senza più dubbio alcuno che legalità non significa giustizia. Non solo, avevo cercato di far notare, soprattutto al pubblico presente, più che agli altri esponenti di partito, come una società, sedicente civile e democratica, dovesse smetterla di cercare sempre un’attenuante per chi ruba, rapina, truffa, stupra, compie atti di vandalismo e uccide. Avevo posto l’accento sul fatto che se attenuante deve esserci, questa è sempre da attribuirsi a chi, per difendersi da banditi e malfattori, è costretto a sostituirsi allo Stato, alla difesa ed alla sicurezza da questo negata ai suoi cittadini onesti che lo mantengono a suon di tasse e tributi, oggi i più alti al mondo. Avevo, nei miei interventi, di tono completamente diverso, quasi opposto, rispetto ai rappresentanti di partito seduti con me al tavolo dei relatori, sottolineato come tantissimi dei reati compiuti quotidianamente nel nostro Paese, a leggere i giornali e ad ascoltare l’informazione televisiva, sono compiuti da pregiudicati e pluripregiudicati, quindi, senza esitazione, avevo fatto notare l’assoluta mancanza di giustizia dovuta alla politica cialtrona e vigliacca portata avanti dai partititi romanocentrici che, dovendo rispondere nei fatti alle lobby che rappresentano, da sempre esitano a coniare leggi che tengano in carcere i delinquenti al di là di ogni interpretazione che di queste possano fare giudici e magistrati.
Inutile dirvi dei tanti mugugni provenienti dagli altri relatori, però, quello che deve essere chiaro è che noi abbiamo una folta popolazione carceraria, certamente composta da tanta gente che la galera la merita, ma non si preoccupino i tanti “difensori di Caino”, i veri banditi dietro le sbarre ci stanno poco, pochissimo; piuttosto, il fatto grave di cui nessuno parla, né i ferventi difensori dei malfattori, i buonisti di ogni ordine e grado e neanche chi a parole “agita il cappio”, è un altro, nelle carceri italiane c’è tanta, troppa brava gente presa ingiustamente di mira dalle nostre leggi che sembrano fatte apposta per garantire la libertà e l’impunità solo ai veri delinquenti e c’è anche tanta gente che non ha potuto permettersi un’adeguata difesa e che in galera non ci sarebbe mai finita, solo avesse vissuto in un Paese realmente civile e democratico.
Arriviamo dunque al “barbaro”, quando i relatori al mio fianco, quasi in coro, seppur con sfumature diverse, mi apostrofavano così, esponendomi al pubblico ludibrio, lanciandomi, secondo loro, il peggior insulto figlio del politichese?
Bene, quando il moderatore mi ha concesso per l’ultima volta la parola, sono tornato a sottolineare come secondo noi di Italia Terra Celtica il grado di civiltà di una nazione si deve misurare da come le leggi riescono ad incontrarsi con la giustizia; da come le ragioni delle vittime devono sempre ed in ogni caso venire prima di quelle del delinquente; dal grado di sicurezza, che deve sempre essere molto alto, percepito dalla popolazione; dallo stop allo sperpero di denaro pubblico in favore di centinaia di migliaia di “rifugiati politici”, a molti dei quali non sembra vero di poter andare a rubare o spacciare stupefacenti sovvenzionati dallo Stato e dall’Inps e dal fatto ineludibile che, così continuando le cose, questo Stato, sedicente Stato di diritto, invece, agli occhi del 50% degli italiani che a votare non ci va più, pare essere complice dei tanti malviventi, che ormai quotidianamente, si accaniscono contro i lavoratori, gli imprenditori, i commercianti e gli artigiani.
Apriti cielo, ecco che la partitocrazia romanocentrica, tutta insieme, ha gettato la maschera, il primo è stato l’esponente del Pd, ma poi tutti, 5stelle, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, per tutti, noi eravamo dei “barbari” ed io ne ero il capo!
Ora, il nostro simbolo, il Triskel, rappresenta la Forza, la Saggezza e l’Amore e per questo mi sono limitato a fare i nomi dei partiti rappresentati nel convegno sulla sicurezza di cui Vi sto parlando, i nomi dei relatori, siccome sono “barbaro”, per pietà e non per buonismo, preferisco non citarli.
Ma andiamo avanti, il fatto che mi avessero chiamato “barbaro” non mi disturbava e non mi disturba, quello che mi ha fatto specie e come questo “insulto” sia stato accolto e raccolto dal pubblico, una platea tutta ammaestrata, fatta di militanti e sostenitori di questo o quel partito che non hanno esitato a fare da eco ai loro esponenti presenti sul palco. Ora, tutto va bene, nessuno pretende di essere sempre messo a confronto con gente che mostri di aver meritato e non comprato un diploma o una laurea, nessuno pretende di avere sempre platee colte e informate su quanto realmente sta accadendo in Italia e nel mondo (probabilmente non lo sono neanche io), però, siamo nel 2019 ed ancora “barbaro” viene usato quale insulto per denigrare un avversario politico?
Diamine, fra i rappresentanti di “alto bordo” delle forze politiche su citate c’è pieno di pregiudicati e gente in attesa di giudizio e questi mi insultano definendomi “barbaro”?
E allora, per tutti coloro che hanno fatto “carte false” per arrivare ad ottenere un diploma o un titolo accademico, unicamente come un qualcosa da incorniciare e appendere a copertura di un lembo di parete nel salotto di casa o in ufficio, questa parola, “barbaro”, prendiamola finalmente in esame.
Il suo significato etimologico (primario) introdotto dai greci e poi adottato dai romani non nascondeva l’insulto, anzi, con la parola “barbaro” veniva identificato chi non apparteneva alla loro stirpe e civiltà e parlava una lingua diversa, per loro incomprensibile. Quindi, una volta di più, se ho avuto l’ennesima conferma che gli avversari partitocratici sono veramente poca cosa, ho anche avuto la conferma che il pubblico votante, oltre modo disponibile ad elargire applausi e risatine ai loro bravi che così mi avevano definito, sono per noi di Italia Terra Celtica una roccia tanto “dura” e ottusa da divenire impenetrabile.
Comunque, per continuare e finire, così che non ci sia più dubbio alcuno su cos’è Italia Terra Celtica, ci tengo a sottolineare con vanto che noi, rispetto alla politica da sempre in vigore in Italia, siamo effettivamente Barbari!
Ciò che caratterizza Italia Terra Celtica, infatti, è l’appartenenza, al di sopra delle etnie, ad una stirpe politica e ad una civiltà morale completamente diversa da quella mostrata da sempre dalla partitocrazia e tangentocrazia romanocentrica. Il nostro linguaggio, poi, è totalmente diverso. Noi parliamo l’italiano che, seppur non inserito in Costituzione come lingua ufficiale del nostro Paese, consideriamo la nostra lingua, gli altri, parlano il politichese, forse comprensibile al loro elettorato, ma per noi intraducibile.
La nostra politica non affonda le radici in promesse mai mantenute, ma in progetti e programmi realizzabili in favore dell’Italia e degli italiani, bontà loro, se solo trovassero il tempo per leggere e la smettessero di accontentarsi della politica strillata e delle parolacce provenienti a cadenza quotidiana dagli esponenti dei partiti centralisti, certamente appartenenti ad una civiltà diversa, molto diversa dalla nostra.
Dunque, noi parliamo italiano e parliamo di Federalismo, ossia della società viva e reale, dei produttori, dei contribuenti, dei loro problemi e del fatto, sin troppo acclarato, che nessuna riforma è, e sarà possibile, neppure pensabile, se non si parte da una vera riforma federalista del Paese.
In ultimo, riassumendo, da una parte ci siamo noi, i “barbari” di Italia Terra Celtica, che parlano italiano ed hanno il massimo rispetto e la massima considerazione per le lingue ed i dialetti delle genti italiche.
Dall’altra i rappresentanti dell’Italia partitocratica, quelli che conoscete bene, che avete sempre votato, quelli a cui avete permesso di portare il Paese sull’orlo del fallimento, che parlano politichese, che hanno in odio le minoranze linguistiche, che non vogliono sentir parlare di Federalismo, che anno dopo anno hanno aumentato le tasse e diminuito i diritti dei lavoratori, che proseguono indisturbati nello smantellamento della scuola e della sanità pubblica e che, quando parlano di sicurezza, pensano a come garantirla ai malfattori e non ai cittadini onesti.
In fondo la scelta è semplice, Libertà e Federalismo da una parte, partitocrazia e schiavi di Roma dall’altra.
Torre Canavese 05 maggio 2019
Il Segretario Federale
Paolo Bini