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Siamo rimasti volutamente in silenzio per 5 mesi e………

by / mercoledì, 20 marzo 2019 / Published in Giustizia e società

Che dire, certe volte mi mancano davvero le parole, questo mi succede normalmente dopo che, tenuto un comizio o partecipato ad un convegno o incontro con la cittadinanza, mi rendo conto che la platea era formata da soli, o in parte preponderante, “addetti ai lavori”. Mi spiego meglio, così che nessuno possa dire il fatidico “non ho capito”. Il più delle volte che sono chiamato a partecipare in rappresentanza di Italia Terra Celtica a dibattiti, convegni e incontri con la popolazione, mi trovo poi di fronte a militanti di partito, consiglieri comunali, regionali, Sindaci, assessori e quant’altro. In parole povere, a platee ammaestrate, pronte a plaudire i loro rappresentanti indipendentemente da cosa dicano e, soprattutto, da cosa poi nel concreto facciano. Persone che mai andrebbero contro il partito di cui portano la tessera in tasca, gente non disposta ad ascoltare, a cui non interessa se le cose vanno a rotoli, se c’è mezza Italia che vive di cassa integrazione, sussidi e prebende varie, se negozianti e piccoli imprenditori continuano a chiudere i battenti e se colui da additare quale delinquente, nella nostra Penisola, è ormai diventato chi lavora, paga le tasse e magari riesce a difendersi, a suo rischio e pericolo, da un tentativo di rapina o di truffa.

Mancano le parole, le uniche che mi vengono è meglio non scriverle, il nostro Paese è ormai in balia di un individualismo tale, nel mondo, simile solo a quello statunitense, per cui ognuno pensa a solo a sé stesso. Il fatto è che così facendo, chi “sgambetta” all’interno delle segreterie di partito col miraggio di arrivare un giorno a vivere di politica si pone come primo responsabile, alla pari del popolo elettore, del disastro che stiamo vivendo, di cui tutti si lamentano e del quale nessuno pare voglia fare a meno, i politici per continuare a promettere, ed i cittadini ai quali sembra interessino più le promesse dei fatti. La verità è che, tolti gli “addetti ai lavori”, della politica non interessa niente a nessuno e le orecchie degli italiani prestano attenzione solo quando sentono le parole magiche, “contributo”, “sussidio”, “agevolazione”, “stanziamento”, “casa e lavoro per tutti”, infatti, non è un caso che promettendo una cosa folle quale è il “reddito di cittadinanza” il Movimento 5 Stelle sia risultato il partito più votato in occasione delle elezioni politiche dello scorso anno.  

Ora tutto va bene, va bene interessarsi di calcio e di donne; va bene mostrare la propria indignazione attraverso i social network; va bene divertirsi; va bene tutto, ma quale altro popolo nel mondo, tolto quello statunitense, ha fatto del menefreghismo e dell’arte di arrangiarsi un comportamento distintivo come quello italiano? Credo nessuno ed infatti non esiste nazione, fra quelle con un grado accettabile di sviluppo, che abbia una classe politica inetta, incapace e corrotta come la nostra.

Siamo stati ad ascoltare per molti mesi, abbiamo continuato la nostra attività sul territorio senza più scrivere nulla, abbiamo dato tempo al governo, alle opposizioni ed agli italiani, ma dallo scorso settembre, ultima volta in cui abbiamo postato un nostro articolo, non è cambiato nulla. La cosa più triste è continuare a muoversi, a cercare di fare politica attraverso le proposte ed i progetti e rendersi conto che la gente ha solo voglia di sentire urlare, di sentire promettere, ha voglia di cattiveria e non a caso riempie i social network di insulti e minacce. Noi crediamo che alla vita debba essere dato sempre un senso, crediamo che gli insulti e le cattiverie siano proprie di chi non sa più sognare e crediamo che la vita, la politica, gli affetti e tutto ciò che si considera speciale possa continuare ad avere un senso solo se si ha ancora un sogno che faccia desiderare il domani.

Il nostro è Italia Terra Celtica, chi rifiuta il sogno e si nasconde dietro la vecchia politica consociativa, corrotta e predona, al pari del popolo che non ama impegnarsi in prima persona per cambiare questa Italia fallita, non esita a definirla una pazzia, ma per noi è una pazzia che vale più di tutte le ragioni dettate in 70 anni dalla partitocrazia romanocentrica.

Torre C.se 20 marzo 2019

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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