Tutti si lamentano, tutti si vergognano e democrazia e libertà svaniscono
E’ veramente triste arrivare a dover scrivere di questo, ma tantè mi è diventato inevitabile. Ciò che passa la televisione, quello che scrivono i giornali, ciò di cui si sente discutere dalla gente, quello che si sente dibattere in tanti consigli comunali e regionali, le parole dei nostri politici di spicco, altro non evidenziano se non un ipernutrito menefreghismo sociale, una carenza patologica di istruzione, la latitanza di civismo e il disprezzo per il bene comune. Altroché democrazia e libertà, esattamente come nella terra dei nostri padroni, gli Stati Uniti d’America, qui da noi, democrazia e libertà non esistono. Forse si è abusato troppo di questi termini, tanto da perderne il significato, forse si confonde la libertà con l’impunità di cui sempre più godono i delinquenti di ogni ordine e grado e di cui godono comunque tutti coloro che si possono permettere un buon avvocato. Forse si è portati a credere di vivere in un sistema democratico solo perché si viene chiamati a votare nell’illusione che il voto possa servire a qualcosa, ma così non è. La democrazia nasce dal “basso”, esiste o non esiste esattamente come esiste o non esiste un popolo e se da noi, pur scavando fra le macerie istituzionali si fa fatica a trovare qualcosa o qualcuno da salvare; se diritti e doveri sono qualcosa di inesistente; se le regole del nostro vivere quotidiano esistono solo per alcuni, mentre altri se le fanno come meglio credono; se il dilettantismo professionale e politico è diventato un italico marchio di fabbrica; se le carriere si costruiscono non in ragione di competenze, qualifiche, titoli o eccellenze, ma in ragione del servilismo, dell’adattabilità morale e dell’ottusità intellettuale, questo significa, come già in passato ho detto e scritto, che al di là di tanti proclami e paroloni, le genti che abitano la penisola italica, tutto possono definirsi, ma non certamente un popolo.
Un popolo è in grado di distinguere fra la libertà e la libertà di sentirsi libero; un popolo è in grado di capire se il suo voto serve a qualcosa, a costruire una democrazia compiuta, capace di garantire chi la esprime dagli abusi di potere, capace di limitare i conflitti d’interesse, quindi, la possibilità che chi vince le elezioni poi ne approfitti e capace di garantire un sistema di equilibri e garanzie a tutti i cittadini. In parole estremamente povere si torna sempre al classico “ogni popolo ha il governo che si merita”.
Spesso sono costretto dagli eventi a tornare su questa cosa che comunque rimane l’introduzione unica e ideale a qualsivoglia argomento si affronti. Mi piacerebbe parlare d’altro, magari scendere nell’attualità della politica e della cronaca, ma credo sia mio compito, visto che da sempre Italia Terra Celtica ha abiurato il qualunquismo e il populismo, cercare di far capire agli “italiani” che la salute di una democrazia è assolutamente speculare a quella del corpo sociale che la caratterizza e prospera solo in virtù delle qualità etiche dei propri cittadini.
Tutto questo con ogni probabilità non ci porterà nessuna nuova tessera ed offenderà i tanti che hanno fatto della vigliaccheria morale, del disprezzo del prossimo, della corruzione, della mancanza d’impegno sociale, della ricerca della raccomandazione e della “furbizia” da quattro soldi il loro stile di vita, ma non ci interessa, i fatti ci danno drammaticamente ragione e poco conta se tanti rifiutano di specchiarsi per vergogna nella democrazia che hanno creato col loro voto.
Torre C.se 04 agosto 2018
Il Segretario Federale
Paolo Bini