Dopotutto domani è un altro giorno!
Cambio di scena!
Speriamo cambi la sceneggiatura…………macché, è sempre la stessa, sarà come sempre, dovremmo sorbircela tutta?
Accidenti! E’ mai possibile che non ci sia mai una storia nuova da vedere?
Niente, non c’è, hanno cambiato qualche attore, solo alcuni, ma di secondaria importanza, le famose “guest star” di cinematografica memoria, poi, così a prima vista, direi che il copione non è cambiato, sempre lo stesso nonostante gli “strilli” continuino a reclamizzare, ancora oggi, a commedia in atto, qualcosa di nuovo, eclatante e mai visto prima.
Se proprio si vuole trovare la novità, però bisogna essere osservatori attenti, si può dire, senza temere smentita, che gli abiti sgualciti della recita precedente sono stati destinati allo sgabuzzino, però, quelli nuovi, seppur annunciati come magnifici e sberluccicanti, già dopo le prime apparizioni, si stanno rivelando un “pacco”, senz’altro di pessima fattura.
Nonostante tutto, e questo faccio davvero fatica a capirlo, gli spettatori sono ancora tanti, anzi, in occasione dell’ultimo spettacolo, sarà forse per le tante novità annunciate, sono anche incredibilmente aumentati. Ora, dopo le prime “stecche”, dopo che gli attori mandati in scena hanno manifestato la loro pochezza, mi sarei aspettato un fuggi, fuggi del pubblico pagante, invece no! Ancora tutti o quasi in attesa del “colpo ad effetto”, cosa che sicuramente non sarà, anzi, se volete vi anticipo già la battuta finale, probabilmente a pronunciarla sarà Matteo Salvini nei panni del “salvatore della Patria”, a meno che gli sceneggiatori o il regista non decidano di metterla in bocca ad altro attore, ma state tranquilli, non ci sarà nulla di nuovo. Ho notizia certa che il gran finale sarà riassunto da una celeberrima frase già andata in onda migliaia, forse milioni di volte, rigorosamente estrapolata da “Via col vento” (Gone with the Wind), film del 1939 diretto da Victor Fleming, frutto dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1936 di Margaret Mitchell. Allora fu Vivien Leigh nei panni di Rossella O’Hara a pronunciarla, da allora è diventata famosissima e che io sappia è stata anche utilizzata da molti alla fine di una “storia”, in fondo pensare che domani è un altro giorno spesso aiuta a superare problemi e momenti no, aiuta a convincersi che andrà meglio in futuro, però, spesso non risolve nulla, dunque aspettiamoci il fatidico “After all, tomorrow is another day” o se preferite, tradotto: “Dopotutto domani è un altro giorno!”
In parole povere, se non fosse chiara la metafora, ci dovremmo aspettare il solito tran tran, tasse che aumentano, reprimende dall’Unione Europea, fabbriche che chiudono, disoccupazione che aumenta, età pensionistica innalzata là dove mai nessuno è arrivato vivo, immigrazione clandestina che continuerà esattamente come prima, forse con qualche variante nel metodo e spettatori paganti che continueranno a pagare sempre di più per vedere delle repliche scontate e di cattivo gusto che vanno in scena sul suolo patrio dal lontano 1947 senza che nessuno si alzi e, se sprovvisto del coraggio necessario per prendere a calci attori, sceneggiatori, registi e produttori, almeno renda manifesto il suo disappunto lanciando secchiellate di uova marce sulla compagnia di teatranti!
Dopotutto domani è un altro giorno!
Torre C.se 26 giugno 2018
Il Presidente Federale
Carlo Verna