Ecco il “nuovo che avanza 3”
Da non crederci, è successo davvero, l’avevo buttata lì, quasi per scherzo, ma evidentemente non avevo tenuto conto di quanto Mattarella avesse a cuore i risparmi degli italiani. Proprio così, il nome della discordia, quello del professor Paolo Savona, indicato da Salvini e Di Maio come Ministro dell’Economia del nascente governo “giallo-verde”, non è piaciuto al nostro Presidente della Repubblica perché ritenuto eversivo nei confronti dell’euro e dove si è appigliato il nostro presidentissimo per dire no alla squadra di governo Lega-5stelle? Ai risparmi degli italiani, incredibile ma vero.
Paolo Savona, solo perché critico nei confronti della moneta unica è stato scartato, non ritenuto idoneo a guidare il Dicastero dell’Economia. Il punto cruciale, i risparmi degli italiani, dei quali dalla nascita della Repubblica ad oggi non è mai palesemente fregato nulla a nessuno, stavolta, però, sono stati decisivi per mandare in un attimo tutto a “carte e quarantotto”. Il discorso di Mattarella ha fatto il giro del mondo, l’ho sentito più volte, ovviamente all’inizio credevo di non aver ben capito, invece avevo capito benissimo, il nostro Presidente della Repubblica, parole sue, per tutelare i risparmi degli italiani ha detto no al governo proposto da chi ha vinto le elezioni e in tutta fretta, dopo lo scontato passo indietro di Giuseppe Conte, ha convocato il professor Carlo Cottarelli, laureato in Scienze Economiche e Bancarie a Siena e anche titolare di un master presso la London School of Economics ed a lui ha affidato l’incarico di formare un nuovo governo. Forse il nostro Capo di Stato è in possesso di informazioni che noi non abbiamo e sa essere il professore di Cremona, ribattezzato “mister forbici” durante il suo incarico di Commissario della Revisione della Spesa Pubblica nel governo presieduto da Enrico Letta, dotato di super poteri o in possesso di una bacchetta magica che gli permetterà di placare il caos politico che a nostro modesto parere lo stesso Mattarella ha contribuito non poco a scatenare.
Comunque, per l’ennesima volta non si scherza, anche stavolta siamo in presenza di un super professore, uno di quelli con il curriculum formato enciclopedia, infatti, Carlo Cottarelli, nato a Cremona nel 1954, sposato con due figli, inizia la sua brillante carriera nel 1981 nel Servizio Studi della Banca d’Italia, ma il grande passo avviene oltreoceano quando nel 1988, dopo un anno passato all’Eni, diventa il direttore degli Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale.
A Washington Cottarelli lavora per venticinque anni, ricoprendo numerosi incarichi di livello come capo della delegazione del Fondo Monetario Internazionale in paesi come Ungheria, Turchia, Regno Unito e anche Italia.
Proprio nel nostro Paese Carlo Cottarelli torna a pieno titolo nel 2013, quando viene chiamato dall’allora governo di centro-sinistra presieduto da Enrico Letta a ricoprire il delicato incarico di Commissario straordinario della Revisione della Spesa Pubblica.
La famosa “spending review” di Cottarelli, quella che gli farà, come già detto, guadagnare il soprannome di “mister forbici”. Un incarico questo, che svolge fino al 2014, quando il subentrante Premier, Matteo Renzi, lo designa come Direttore Esecutivo nel Board del Fondo Monetario Internazionale. Dunque i risparmiatori italiani, almeno nelle intenzioni del Presidente della Repubblica, potranno dormire sonni tranquilli, ci sarà ancora grande professore a pensarci!
Quello che non ci torna sono i voti, in questo assurdo scenario politico disegnato da Mattarella, chi saranno i partiti disposti a votare per l’ennesimo governo tecnico?
Certamente non la Lega e nemmeno i 5stelle, entrambi già sul piede di guerra, ma nemmeno Forza Italia ed i suoi “Freatelli” capeggiati dalla Meloni, ora che possano essere i Democratici di Maurizio Martina o Pietro Grasso con la sua scalcinata formazione ribattezzata “Liberi e uguali” a votare la fiducia all’ennesimo governo che non c’entra nulla con il risultato maturato nelle urne, potrebbe anche essere, ma la cosa mi pare comunque strana, vorrebbe dire, la prossima volta, per il centro-sinistra, un ulteriore massacro in termini di consenso elettorale.
Dunque, aspettiamoci di tutto, intanto, giusto perché Mattarella ha a cuore i nostri risparmi, lo spread, completamente fuori controllo, è come impazzito, ma almeno, chi in questo periodo sta prendendo delle sonore mazzate sugli investimenti, sa chi ringraziare, sul Colle c’è chi pensa a lui. Ma poi, non è che dietro al rifiuto di Paolo Savona ministro dell’Economia si nasconde un messaggio neanche troppo velato inteso a far capire, a chi ancora non l’avesse capito, che in Italia si può dire e promettere di tutto e di più, ma poi, si deve fare quello che dicono e vogliono altri?
Inoltre, mi pare palese che ormai i risparmi degli italiani sono ridotti al lumicino proprio a causa dell’euro, che si è mangiato i risparmi dei lavoratori, dei loro genitori ed anche quelli dei nonni. Sono anni, dall’entrata in vigore della moneta unica, che in Italia non si riesce più a risparmiare nulla e si da costantemente fondo a quanto messo da parte dai familiari più anziani.
In ogni caso e così, siamo in presenza di chi per il nostro bene continua a prenderci a calci nei coglioni, forse non si merita di meglio. Ora, indipendentemente dal mandato ricevuto, credo possa essere chiaro a tutti che Cottarelli il governo non lo farà, credo anche che, nonostante tutti lo minaccino, nessuno voglia veramente tornare a votare, si rischierebbe l’esercizio provvisorio dello Stato ed anche questa è una cosa che nessuno vuole, quindi, quando il buon Cottarelli si recherà da Mattarella per dirgli che nessun governo tecnico è possibile, come d’incanto rispunteranno Salvini e Di Maio con una nuova squadra di governo, magari ancora con Paolo Savona indicato in un ministero diverso da quello dell’Economia e tutto sarà fatto, i risparmi degli italiani saranno tutelati, il Presidente della Repubblica sarà contento e più di lui saranno contenti tutti glia altri partiti, di centro-destra e centro-sinistra, finalmente abilitati a fare opposizione, ad andare contro tutto e tutti, ovviamente sempre per il bene degli italiani. La tempesta stavolta non sarà la classica “tempesta in un bicchier d’acqua” , sarà in una tazza da caffè-latte, un po’ più grande, ma comunque, come al solito, lascerà tutto come prima e forse, alla fine della legislatura, come sempre, un po’ peggio di prima.
Torre C.se 28 maggio 2018
Il Segretario Federale
Paolo Bini