Tutti devono morire, forse anch’io, disse un parroco durante una predica
Per vari motivi, la morte intesa come punizione, non manca di essere periodicamente tema d’attualità.
Una delle poche certezze della nostra società è sicuramente quella che molti muoiono quando a deciderlo è qualcun altro, ciò nonostante tutti aspirano al trapasso dopo una lunga e serena vecchiaia.
Noi di Italia Terra Celtica riteniamo che nessuno, neanche la ragion di Stato, possa esercitare il diritto di morte su una persona, neanche se questa si è macchiata di gravi crimini. Le punizioni possono essere severe e più dure quando durano nel tempo e mai devono essere accompagnate da sconti di pena, indulti o qualsivoglia idiozia tesa a lasciare in libertà banditi di ogni ordine e grado così come avviene in Italia. Ciò detto, va sottolineato come l’epoca del boia non sia certamente da ricordare come un periodo storico di grande civiltà, anche se Paesi evoluti come Stati Uniti d’America e Cina sembrano ben lontani dal ricordarselo, inoltre la pena di morte, se adottata nei confronti di un assassino, oltre al fatto che assume tutte le caratteristiche di una vendetta, può addirittura rivelarsi liberatoria per il condannato nonostante sia innegabilmente terribile da affrontare.
Ragioniamoci un po’ sopra, nel mondo, ma anche in Italia, sono tantissime le persone che subiscono una condanna a morte, condanna che viene emessa ed eseguita nelle più svariate forme. C’è quella stabilita da un Tribunale ed eseguita in carcere e non è un caso che si verifica nel nostro Paese, ma poi c’è quella stabilita ed eseguita da qualche associazione di stampo mafioso; da balordi che uccidono per rapina; da professionisti del crimine; da disgraziati che guidano sotto l’effetto di alcol o droghe; da uomini violenti che per gelosia o vendetta decidono che per la loro compagna e spesso anche per i loro figli sia giunta l’ultima ora e di questi casi sono anche piene e stracolme le cronache italiane. Ci sono poi le condanne a morte più sanguinose, quelle vengono decretate dalle politiche espansionistiche di alcuni Paesi, primo fra tutti, il nostro grande e buono alleato a stelle strisce, che in nome della “democrazia” da circa mezzo secolo miete milioni di vittime, le più certamente innocenti al pari di quelle causate dagli atti terroristici che tanto deprechiamo e condanniamo. Ci sono poi le vittime del “progresso”, anche quelle sono milioni, persone che muoiono in silenzio, uccise dalla fame, dalle malattie, dall’inquinamento, milioni e milioni di persone a cui è negato anche solo un trafiletto su quei giornali che vendono migliaia di copie occupandosi in modo morboso dei fatti di cronaca nera.
Ora, in questo gigantesco, enorme scempio di vite umane con la politica nostrana tutta orientata alle prossime elezioni politiche ed a sterili e insignificanti battibecchi di incomprensibile e inutile significato da noi si scavalca a piè pari l’ipocrisia e si sconfina in un qualcosa di tanto grottesco da non trovare nemmeno definizione nel vocabolario della lingua italiana.
Tanto si parla che pare ai nostri politici non resti il tempo per occuparsi dei disagi del popolo italiano in grandissima parte provocati proprio dal tanto parlare senza nulla fare. Così, mentre tutti fanno a gara nel girarsi dall’altra parte di fronte alle quotidiane carneficine che affliggono il mondo, da noi i tribunali condannano gli sprovveduti che, lasciati soli dallo Stato, sono stati costretti, gioco forza, a difendersi dalle violenze di malviventi lasciati a piede libero dall’inesistente giustizia nostrana.
Cosa ci resta di tutto questo? Semplice, un popolo, il nostro, incapace di affrancarsi dal suo aguzzino partitocratico sebbene più volte gliene sia stata data occasione attraverso le elezioni; giornali e televisioni attraverso i quali i nostri politici continuano a parlare di questo tema e dai quali continueranno a farlo al solo scopo di estorcere all’elettore qualche voto in più; un presente e soprattutto un futuro in cui si continuerà sempre più a morire di morte violenta, cosa che pare ormai aver assunto tutte le caratteristiche di un vero e proprio business di Stato.
Così, nell’indecisione degli italiani, se continuare ad affidarsi alle promesse della politica romanocentrica, o voltare decisamente pagina con Italia Terra Celtica, i nostri “sapientoni” continueranno ad esibirsi in teoremi, ragionamenti intricati, definizioni filosofiche e psicologiche di grande risonanza. Così, tanto per stupire il volgo di cotanta scienza, mentre in verità se ne fregano allegramente di tutti, anche perché, scienza eloquenza e sapienza, senza empirica esperienza e conoscenza, non cambiano né sequenza, né pietanza ed eliminano anche la speranza.
Il Presidente Federale
Carlo Verna