La politica italiana fa schifo, di chi è la responsabilità?
Incredibile, si avvicinano le elezioni politiche e si torna a rivedere Romano Prodi, per un attimo ho pensato fosse uno scherzo, di cattivo gusto, ma comunque uno scherzo, invece no, è tutto vero! Uno dei maggiori responsabili dell’attuale disastro italiano riesce a rimettere il suo faccione fuori dalla tana e per giunta gli organi d’informazione gli riservano anche un trattamento da guru della politica e dell’economia. Lui, il mortadellone nazionale, quello che ha svenduto, quando non regalato, le aziende del gruppo I.R.I. e le tre banche di Stato, Comit, B.N.L. e Credito Italiano; lui che ci ha traghettati nell’area euro con la promessa, parole sue, che gli italiani avrebbero lavorato di meno e guadagnato di più; lui, il più impresentabile fra gli impresentabili è ancora qui, ancora a rivendicare un ruolo di primo piano nella politica italiana, neanche mancassero i rottamatori di cui, invece, siamo purtroppo pieni. Rottamatori di ogni colore e di ogni provenienza politica che nell’ultimo ventennio ce l’hanno messa davvero tutta per ridurre il Paese ad un ammasso di lavoratori precari e disoccupati; ad un ricettacolo per extracomunitari in cerca dello status di rifugiato politico, ovvero di un luogo dove gli fosse garantito alloggio e reddito a spese della comunità ospitante; ad un’attrazione per banditi di ogni genere e grado, provenienti da ogni dove per delinquere nello Stato, l’Italia, che più di ogni altro al mondo offre tutele e garanzie ai criminali.
Abbiamo visto all’opera gente come Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi ed ora Gentiloni e cosa ne abbiamo ricavato?
Riforma dopo riforma abbiamo cestinato la Scuola, ormai fra le ultime al mondo; abbiamo detto addio alla pensione, o qualcuno è disposto a credere alle tanto sbandierate aspettative di vita? Abbiamo ridotto la sanità pubblica a livello di terzo mondo, entrare in pronto soccorso per credere; abbiamo percentuali di disoccupazione reale, non drogate da statistiche compiacenti, che superano il 50%; abbiamo la delinquenza che imperversa su tutto il territorio nazionale sicura di trovare sempre giudici tolleranti o compiacenti; abbiamo gli stipendi che sono fra gli ultimi d’Europa; abbiamo la classe politica più pagata e numerosa al mondo, continuiamo a pagare vitalizi assurdi e pensioni ancora più assurde a politici, magistrati, dirigenti di aziende pubbliche, ufficiali delle forze dell’ordine e dell’esercito; abbiamo il record europeo di fallimenti e il record mondiale di truffe, insomma, cos’altro vogliamo vedere? Cos’altro vogliamo chiedere alla partitocrazia romanocentrica che ancora non ci ha dato? Forse la maggior parte degli italiani non ne ha ancora abbastanza e ambisce anche a ricevere, almeno settimanalmente, anche una fustigazione fisica, che so, qualche frustata , un po’ di bastonate e calci in culo, è probabile che sia così, diversamente per me è inspiegabile il comportamento di quello che ancora, seppur impropriamente perché a più riprese a dimostrato di non esistere, viene chiamato il popolo italiano.
Credo sia impossibile per chiunque abbia completato la metamorfosi da scimmia a uomo non aver ancora capito che gli interessi della politica italiana sono diametralmente opposti a quelli del popolo che la esprime, eppure da noi si continua a votare politici esclusivamente attenti ai loro bisogni, ai loro affari ed a quelli delle lobby che li esprimono, è così da sempre e pare che questa deriva autolesionista non abbia modo di finire. A lamentarsi sono tutti più che bravi, ma quando si tratta di fare, di lavorare per gettare le basi sulle quali costruire una nuova Italia, federale, democratica, dotata di leggi che sconsiglino i delinquenti, i nullafacenti ed i troppo furbi a sceglierla come patria ideale per i loro misfatti, allora non c’è più nessuno, anche i lamentini e lamentoni di “professione” spariscono e vanno a lamentarsi in silenzio fra le mura domestiche.
Sono sempre più convinto che abbiano ragione coloro che sostengono che la politica fa schifo, perché è chiaro, la politica rappresenta chi la esprime e se fa schifo un motivo ci sarà!
Il Segretario Federale
Paolo Bini