Ora che tutto è cambiato, perché non sono tutti contenti?
Io credo si debba mettere molta attenzione ai fatti, non ho la pretesa di far passare il verbo di Italia Terra Celtica come la verità assoluta, di noi si può dire tutto e la delazione nei nostri confronti ha raggiunto picchi inarrivabili, ma senz’altro non si può dire che siamo venditori di menzogne e promesse irrealizzabili e forse, questo è il motivo della nostra crescita lenta. Io l’ho sempre detto ed oggi, a quasi 12 anni dalla nascita di Italia Terra Celtica, non faccio fatica a ripetermi, a noi non interessa il consenso ignorante, non ci interessa intortare la gente con proclami altisonanti e non ci interessa lucrare politicamente sulle disgrazie dei più sfortunati, quello che vorremmo è il consenso e l’adesione alla nostra lotta di liberazione dal regime partitocratico di milioni di italiani, ma di milioni di italiani convinti, che ci credono e, soprattutto, che non vedano in Italia Terra Celtica l’alternativa a questo o quel partito membro della partitocrazia romanocentrica, ma l’alternativa al sistema partitocratico.
Imperversano le discussioni, i talk show che parlano di politica costruiscono i loro indici d’ascolto sulla partecipazione alle trasmissioni di disperati senza casa o senza lavoro, o a chi si mette in fila per testimoniare di aver subito furti, truffe, rapine e aggressioni, insomma per vedere dal vivo quanto ci passa l’informazione televisiva basta entrare in un bar qualsiasi, da nord a sud, ed ascoltare la gente, ovunque, dappertutto, è solo più un fiorire di lamentele, tutti che ce l’hanno con tutti con sommo gaudio della politica romanocentrica che continua a distribuire promesse e menzogne al solo scopo di conservarsi.
Una cosa, secondo noi la più importante, sfugge però dal vocabolario dei politici e da quello della gente che li vota, pare al solo scopo di avere qualcosa di cui lamentarsi. Nessuno parla del cambiamento coatto a cui è stata sottoposta la nostra società, non solo quella italiana. Il cambiamento di cui pochi si sono accorti e che, comunque, in maniera strisciante è stato venduto come estremamente positivo per il miglioramento della nostra vita. Negli ultimi 40 – 50 anni è stato modificato praticamente tutto e negli ultimi 20 anni i cambiamenti che ci sono stati regalati dalla politica, sempre più asservita ai voleri ed ai denari delle grandi multinazionali ed al mercato globale che risponde direttamente agli Stati capaci di esportare addirittura stili di vita, sono stati talmente tanti e veloci che la gente ha assistito, senza nemmeno riuscire a vederla, alla più grande manomissione genetica, fisica, climatica, politica e sociale mai messa in atto.
In nome della solidarietà, del diritto di tutti a nutrirsi; del diritto di uomini gay e donne lesbiche a sposarsi e metter su famiglia; del diritto un po’ stravagante alla felicità; del diritto allo studio; della tutela delle minoranze e dei loro usi e costumi; del diritto a pagare un caffè con la carta di credito; del diritto a “entrare in banca” stando seduti sul divano o sdraiati sul letto; del diritto a lavorare da casa e del diritto alla salute si è modificato tutto, il clima, il lavoro, gli alimenti, gli attributi sessuali, le fattezze fisiche, il modo di comunicare, di educare, di studiare e di mangiare, non solo, sempre per migliorarci la vita, sono stati riformati istituti come lo stato sociale, il matrimonio, le adozioni e la giustizia, arrivando a modificare culti, ideologie, costituzioni e istituzioni. Il tutto per la nostra felicità, per regalarci a piene mani quella democrazia di stampo americano, che nutrendosi dei diritti e delle libertà che sottrae ai popoli, sta fiorendo rigogliosa quasi ovunque nel mondo.
Non sempre cambiare vuol dire migliorare, soprattutto quando si cambia nel solo, esclusivo interesse di pochi; soprattutto quando i cambiamenti vengono fatti digerire alla gente come un qualcosa di solo positivo, senza che questi vengano accompagnati dalla necessaria informazione. I diritti da salvaguardare e tutelare si sono rivelati scuse per cancellare altri diritti per i quali si era pagato e si continua a pagare, di fatto si è intervenuti direttamente sulla natura, si è manipolato negativamente il mondo consegnatoci da Dio, si è umiliato l’uomo, si sono cancellate tradizioni millenarie e in cambio si è avuta più Coca Cola, più droga, più disoccupazione, più disperazione, più analfabetismo, più internet, più prostituzione e meno libertà e democrazia.
Il Segretario Federale
Paolo Bini