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Non so perché, ma pare che agli italiani non freghi nulla dell’Italia

by / mercoledì, 17 maggio 2017 / Published in Esteri

 1.132.745.294, un miliardo centotrentadue milioni e settecentoquarantacinquemila euro è la spesa prevista per il 2017 dal governo Gentiloni per le missioni italiane d’oltremare, a Roma le chiamano ancora così, forse, in ossequio ad un linguaggio che andrebbe rivisto, in uso ai tempi coloniali. Di fatto è il costo previsto per l’anno in corso, a carico dei contribuenti italiani, per le missioni di “pace” all’estero che da bravi ed obbedienti ascari siamo chiamati a sostenere per accontentare il furore neocolonialista dei nostri “amici” a stelle e strisce. In sostanza, quasi fosse un rito pagano, sono più di tre milioni di euro al giorno che vengono bruciati in onore del “dio della democrazia”, che pare risieda negli Stati Uniti d’America.

Si sa, la democrazia, ovviamente solo quella made in U.S.A, è ormai diventata un bene esportabile e, costi quel che costi, anche se un Paese non ne fa richiesta, non si mette in coda per riceverla, per averne almeno un po’, a questi deve esserne comunque fatto dono e poco conta, anzi non conta nulla, se nel pacco regalo all’interno del quale è contenuta la democrazia americana ci sono anche qualche tonnellata di bombe e qualche migliaio di soldati, fanno semplicemente parte dei ricchi premi e cotillon a cui si ha diritto senza nemmeno farne richiesta.

Brava gente questi americani, cosa conta se a governare è il repubblicano Trump o se fosse stata la democratica Clinton, Barack Hussein Obama, premiato nel 2009 col Nobel per la Pace, è stato il presidente americano che ha aperto più fronti di guerra dal 1945 ad oggi. Obama è stato il primo presidente a tenere gli Stati Uniti in guerra per la totalità del suo mandato, otto anni. Solo nel 2016, è stato calcolato che gli Stati Uniti hanno sganciato qualcosa come  26.171 bombe su matrimoni, funerali, campi da gioco, ospedali, scuole, case, fabbriche, stazioni, porti, mercati, aeroporti, sui passanti e sui contadini che lavoravano i campi in sette Paesi: Iraq, Siria, Afghanistan, Libia, Yemen, Somalia e Pakistan. Decisamente brava gente e pensare che l’Isis prima che loro ed i francesi intervenissero in Libia per abbattere il “dittatore” Gheddafi non esisteva nemmeno.

Ciò nonostante, noi, fieri e orgoglioni difensori della democrazia, la stessa democrazia che ha cancellato dal suolo patrio la pensione ad un’età che non sia prossima alla morte; quella democrazia che ci fa privilegiare lo stanziamento di 120 milioni di euro in favore della polizia afghana piuttosto che per i terremotati del centro-Italia, ancora siamo qui a scodinzolare a comando della Nato, dell’Unione Europea e, soprattutto, dei nostri grandi amici americani. Ancora gli italiani sembrano disposti, nonostante la deriva totalitaristica che ci sta regalando il capitalismo a stelle e strisce, ad ascoltare i partiti romanocentrici, tutti, nessuno escluso, orientati, nonostante le loro assurde e fantasmagoriche promesse, a continuare a fare dell’Italia l’ultima delle colonie statunitensi dove tutti, col permesso dello Zio Sam, possono e potranno continuare a fare quello che vogliono.

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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