L’Italia partitocratica, un esperimento andato a male
Arrivati a questo punto, dove la follia più estrema è realtà, dove si è persa l’indispensabile facoltà di provare vergogna per ciò che si dice e soprattutto per ciò che si fa, credo sia quasi inutile cercare ancora di fare politica attraverso i progetti e le proposte. C’è un’Italia che non ce la fa più, ma si mostra più disposta ad elemosinare sussidi piuttosto che a lottare per avere o riavere ciò che gli spetta. C’è un’Italia che si crede intoccabile, fatta di furbi e furbetti, che quando tutto crollerà, inevitabilmente e giustamente si ritroverà senza più nulla, probabilmente anch’essa più disposta a mendicare che a lottare. A queste Italie, dalla scorsa estate si aggiunta l’Italia che fra Marche, Abbruzzo, Umbria e Lazio ha perso tutto. Il terremoto ha cancellato vite, distrutto case e famiglie, gettato nella disperazione migliaia di persone e con il maltempo di questi giorni, massacrato ulteriormente vite e speranze di donne, bambini e uomini. A questi danni terribili che segneranno per sempre il territorio e le anime dei sopravvissuti, va aggiunto, anche se quasi nessuno lo dice, la perdita di migliaia di capi di bestiame, morti di fame, di sete e di gelo.
La devastazione del Centro Italia è tale e senza soluzione in tempi accettabili che quasi non se ne parla più, i media preferiscono dare spazio alle beghe di partito, agli avvisi di garanzia per la Raggi e, incredibile ma vero, all’isola dei famosi e al festival di Sanremo. I più sono arrivati a dirmi: “Certo, tutto normale, tanto noi cosa potremmo fare?”, oppure: “In questi momenti bisogna cercare la normalità, ci sono tante cose brutte” e addirittura mi è toccato sentire: “Si sapeva, l’appennino e zona sismica, dopo il terremoto dell’Aquila avrebbero dovuto sgombrare tutta la zona” e allora, è vero, la devastazione del Centro Italia è enorme e credo francamente che la politica italiana, questa politica partitocratica corrotta, non sarà mai in grado di rimettere a posto il territorio, ma credo che la mente di molti, troppi italiani, sia talmente devastata da non essere ormai più buona per niente, come si dice dalle mie parti, in Toscana zona appenninica, “neanche buona da dare ai maiali!”
Certi comportamenti e tale e tanto menefreghismo mi porta alla mente un aforisma di Bertolt Brecht: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
Credo, senza tanti convenevoli, giustificazioni e arrampicamenti su enormi e lisce vetrate, che le parole di Bertolt Brecht, più di tanti stucchevoli ed alla fine, insignificanti discorsi, rappresentino al meglio, purtroppo, la realtà sociale e morale del nostro Paese, che non a caso esprime questa assurda realtà politica che nel disinteresse quasi totale della popolazione sta portando l’Italia su una disastrosa e disastrata strada dalla quale difficilmente si potrà tornare indietro.
Non so in quanti hanno fatto caso a quanto accaduto nelle zone martoriate dal terremoto del Centro Italia, ma lì credo sia andato in onda il peggio del peggio, all’estero hanno stentato a credere che fosse vero e quando si sono resi conto che era realtà, lascio ai lettori farsi l’idea di cosa possano aver pensato di noi. Mi riferisco a quanto accaduto ad Accumuli dove la generosità di un gruppo di ragazzi di Cittareale aveva fatto recapitare ad una famiglia di allevatori che aveva perso tutto, per aiutarla a superare le rigidità dell’inverno, un modulo abitativo in legno che avrebbe anche permesso loro di non abbandonare gli animali alla mercé di neve e gelo. Bene, lì, in tutta la sua maestosità si è manifestata l’italianità che è poi alla base del disfacimento economico, sociale e morale del Paese, i vigili hanno imposto la rimozione di quella costruzione, l’accusa? Abusivismo edilizio! La legge è chiara e va fatta rispettare, l’abitazione deve essere rimossa o abbattuta (non bastano quelle abbattute dal sisma), l’imperativo, se si vuole essere in regola con la legge è aspettare le casette di legno autorizzate dallo Stato e poco conta se queste non arriveranno prima di Pasqua!
Ma qualcuno può pensare di aver già visto tutto? No, assolutamente no! Siamo anche riusciti a far di peggio, mentre 29 nostri concittadini in quel di Rigopiano morivano schiacciati da una valanga con i soccorsi arrivati dopo che si era fatto fatica a convincere l’operatrice della Protezione Civile preposta ad attivare i soccorsi che la telefonata nella quale si chiedeva aiuto non era uno scherzo, mentre chi telefonava per richiedere soccorso veniva minacciato di essere accusato di “procurato allarme”, siamo anche riusciti a far tastare con mano al sig. Enzo Rendina la forza dello Stato italiano. Questi, scampato al terremoto, si era prodigato per tutto quello che aveva potuto, dopo aver perso tutto, a salvare vite umane dopo le scosse del 24 agosto che causarono morte e distruzione. La sua colpa più grande, gravissima per le istituzioni che l’hanno processato per direttissima convalidandone l’arresto, è stata quella di non voler abbandonare il territorio e fra le altre accuse si è anche beccato quella di resistenza a pubblico ufficiale per i fatti riferiti lo scorso 30 gennaio , quando i carabinieri lo avevano ripetutamente avvicinato nella tensostruttura riservata ai vigili del fuoco nel tentativo di convincerlo a trasferirsi.
Ora non so cos’altro possiamo aspettarci, la deriva è totale, le istituzioni in ogni dove trasudano follia, la sicurezza non esiste più e credo che nel Centro Italia si sia dimostrato al mondo che non vale più la pena insistere in questo esperimento andato a male di un’Italia partitocratica. C’è bisogno di democrazia, di federalismo, di uno Stato che rappresenti e tuteli i suoi cittadini, che poi sono quelli che lo mantengono, che pagano le tasse e che oggi vengono unicamente visti come polli da spennare, senza nessun diritto quando colpiti da violente calamità naturali, quando rapinati, derubati, quando vittime di una sanità pubblica al collasso, quando gli occupano case e terreni abusivamente e quando, dopo oltre 35 anni di lavoro, scoprono che i soldi che hanno obbligatoriamente versato nelle casse dell’Inps per andare in pensione non ci sono più, sono stati spesi per altro, per cosa nessuno lo dice, ma non per paura di rivolte, scioperi o proteste di massa, gli italiani hanno dimostrato con i fatti che sono disposti a farsi mangiare tutto dallo Stato piuttosto che attivarsi per addivenire ad un cambiamento, non lo dicono semplicemente perché non gli frega di farlo sapere, tanto è lo stesso, o mi sbaglio?
IL Segretario Federale
Paolo Bini