Si o No, perché?
Finalmente, almeno le elezioni americane sono passate, ora ci resta solo più il referendum costituzionale e poi, forse, gli italiani torneranno ad interessarsi di ciò che veramente non va. Esercizi commerciali e aziende, nel disinteresse comune continuano a chiudere i battenti; le grandi catene di distribuzione, consce dell’assenza dello Stato, del sindacato e della più elementare dignità, espongono allegramente cartelli sui quali scrivono che cercano personale per le domeniche e le ricorrenze festive; gli stipendi sono sempre meno adeguati al costo della vita ed in troppe realtà, quando arrivano, arrivano sempre più in ritardo; la sicurezza non esiste più, ovunque, nonostante le statistiche dicano addirittura il contrario, sono in aumento i furti, le truffe e le rapine e ciò nonostante, venuto meno il grande evento mediatico delle elezioni statunitensi, ora si parla, si discute, ci si accapiglia e si litiga solo ed esclusivamente per il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
Cose da pazzi?! No, cose da italiani. Certo il referendum è importante, come dire il contrario quando si parla di cambiare la Costituzione, ma diamine, vedere sedicenti federalisti come Salvini schierati per il No insieme ad ultranazionalisti come la Meloni, qualche dubbio sulla bontà del quesito referendario, inevitabilmente, lo fa venire. I sondaggi, seppur presi con le “pinze”, d’altronde parlano chiaro, il No è in vantaggio, non tanto per amore di Costituzione, quanto perché i cittadini non ne possono più di Renzi. L’Italia è un disastro e non ci sarà nessun Si o No che potrà salvarla dal disfacimento pilotato ad opera della partitocrazia romanocentrica. I consumi continuano a brillare per quel grosso segno meno che li accompagna ormai da un anno abbondante, la produzione, ovviamente prosegue sulla falsariga, non ci sono soldi per consumare, quindi, non serve produrre e poco conta se in alcuni campi le esportazioni riescono a fare da calmiere, non ci sarà mica qualcuno disposto a credere che si possa aumentare la produzione su scala nazionale per effetto delle sole esportazioni?
La finanziaria, pardon, la legge di stabilità, continua a slittare per il pasticcio del decreto fiscale che pare essere senza coperture, addirittura, nel marasma più totale, il ddl Bilancio è arrivato alla Camera quasi dieci giorni dopo rispetto agli obblighi di legge e poi, gli italiani li si interroga sul Si o sul No al bicameralismo perfetto?! Pare uno scherzo, certamente di cattivo gusto, ma più che un quesito referendario che vuole il parere degli italiani sul cambiare o meno la Costituzione, alla luce di come veniamo governati, non ora, bensì da sempre, pare un bruttissimo scherzo!
Una cosa comunque credo sia evidente, nessun schieramento politico presente in Parlamento comprende la realtà italiana, il Paese affonda e loro litigano sul referendum costituzionale o quando vogliono cambiare argomento, sull’immigrazione clandestina che ormai pare essere diventata per alcuni partiti l’unica ragione di esistere. Sembra quasi di sentir parlare dei problemi del Mezzogiorno, io ho 54 anni e da quando voto, tutti i partiti ne hanno sempre fatto un cavallo di battaglia, ovviamente senza mai risolverli, anzi. Uno scempio su tutti? La Salerno – Reggio Calabria, autostrada in costruzione e in rifacimento da più di mezzo secolo, credo il lavoro pubblico più lungo e duraturo del mondo, il lavoro pubblico di cui si è parsa nella memoria dei nostri avi la data d’inizio e del quale è assolutamente sconosciuta e imprevedibile la data di fine. E poi vogliamo davvero fare un referendum sulla Costituzione?!
Il centro-destra esiste ancora o Stefano Parisi, come sembra, è lì a svolgere l’attività del liquidatore fra tanti galli, galline e galletti in continua lite fra loro per l’eredità lasciata da Berlusconi? E il centro-sinistra dov’è? Sparito all’ombra di Renzi, disperso nelle nebbie di Palazzo, costretto a votare, almeno sulla carta, per un Si nel quale all’interno del partito di via Sant’Andrea delle Fratte, pochi, pochissimi credono!
Noi di Italia Terra Celtica non ci siamo mai intromessi nel referendum costituzionale, abbiamo lasciato agli italiani la giusta e doverosa incombenza di farsi la necessaria idea per andare alle urne. Io, come ho già avuto modo di dire dalle pagine del nostro sito, ritengo il No un errore, non fosse altro perché lascerebbe le cose come stanno e le cose stanno malissimo; il Si, se possibile, potrebbe ad onor del vero rivelarsi un errore ancora più grosso ed è per questo che ovviamente non ci siamo schierati come Movimento politico. Lo ribadisco, noi abbiamo un progetto, tutti lo possono vedere e giudicare, un progetto federalista che, se attuato, abbatterebbe drasticamente i costi della politica e darebbe al Paese un’organizzazione più snella ed efficace. Ovviamente le cose non si fanno da sole e non si fanno da soli, ci vorrebbero meno italiani dalla lamentela facile e più italiani con la voglia di fare e di cambiare, venendo meno questi ultimi, credo di non sbagliarmi nel dire che comunque si voti sarà l’ennesima sconfitta del popolo, un popolo che negli anni, a grande maggioranza, ha dimostrato con i fatti di meritare questa classe dirigente.
Ora credo di sbagliarmi nel dire che qualunque schieramento vinca la vita dei cittadini non cambierà. Non sarà il Si o il No al referendum d’autunno che farà riaprire le fabbriche, che darà nuovi posti di lavoro, che metterà in carcere i tanti, troppi banditi che agiscono indisturbati nel nostro Paese, che risolleverà le sorti di una sanità pubblica in disfacimento e di una scuola allo sbando. L’attuale Costituzione è forse rispettata? La gente si rende conto che già l’articolo nr. 1 che vuole l’Italia una Repubblica fondata sul lavoro è ormai diventato una burla? Non sono forse decenni che l’Italia è ormai fondata sulla cassa integrazione, sulla mobilità e sui sussidi di Stato?!
Credo altresì di non sbagliarmi nel dire che tanta foga, dimostrata soprattutto attraverso i social network, nello schierarsi da una parte piuttosto che dall’altra, alcune volte motivando l’invito a votare Si piuttosto che No in modo che definire fantasioso è puro eufemismo, mostra, se ancora ci fossero dubbi in proposito, che il quesito referendario ai più è a dir poco sconosciuto. Io credo che prima di tutto la Costituzione, almeno a grandi linee vada letta, poi, se qualcosa non si capisce, si può chiedere, ma importante è leggerla e mi spiace, ma credo che forse nemmeno il 10% degli italiani abbia mai letto la Costituzione che oggi vuole cambiare, o a tutti i costi vuole difendere.
Noi, sia chiaro, è alla base del nostro progetto, la Costituzione la vogliamo cambiare! Semplicemente non ci piace il cambiamento proposto da Renzi, ma un domani, se mai ne avremo la possibilità, saremo i primi a volerla cambiare! E vedere questo ostracismo di forze politiche unite solo da un No ci da un immenso fastidio perché, e ribadisco la mia convinzione, gli italiani, per quello che mi è dato vedere e sentire, andranno a mettere una croce sul Si o sul No, come al solito, senza sapere il perché lo fanno. Comunque, il 4 dicembre è alle porte, auguro a tutti i cittadini che si recheranno alle urne di farlo con coscienza e cognizione, noi come Movimento politico non ci siamo schierati, non abbiamo cercato di convincere nessuno sulla bontà del Si o del No, quello che personalmente mi sta più a cuore è che tutti quelli che andranno a votare lo facciano con convinzione e non perché convinti dalle ragioni dei vari Grillo, Salvini, Renzi o Berlusconi, il voto referendario è cosa complessa e troppo spesso è stato utilizzato dai partiti per fregare la gente, quindi, indipendentemente dall’informazione pilotata di parte, invito tutti a leggere la Costituzione e il quesito referendario, leggere è la prima tappa per arrivare a capire.
Per l’ennesima volta abbiamo cestinato il qualunquismo e il populismo, ciò nonostante i partititi ci additano come populisti, ma la cosa non ci interessa, semplicemente fa apparire i nostri detrattori, almeno agli occhi di chi conosce l’italiano, come dei bugiardi e loro sì, senza nessuna vergogna, come dei populisti ad oltranza. La politica per noi è cosa troppo seria e delicata per riassumerla in slogan e frasi ad effetto, con la gente ci piace ragionare e discutere e forse questo è alla base della nostra crescita lenta, probabilmente i più rifuggono il ragionamento e la discussione, ma noi siamo fatti così, questa è Italia Terra Celtica, di noi si può dire tutto, ma assolutamente mai si potrà dire che prendiamo in giro gli italiani.
Il Segretario Federale
Paolo Bini