La malattia più diffusa in Italia: l’imbecillità!
Siamo proprio così imbecilli?
Si!
Ma perché?
Perché si!
Abbiamo una moltitudine di studiosi, scienziati, intellettauli e saccenti di ogni tipo fra cui spiccano anche personaggi più o meno noti per essere stati chiamati a dirigere istituzioni e grandi aziende pubbliche o a partecipazione pubblica. Molti di questi, eletti a furor di popolo, hanno contribuito e contribuiscono con il loro “immenso sapere”, testimoniato da tanto di titoli studio appesi alle pareti dei loro uffici, all’introduzione di norme, leggi, regolamenti, cambiamenti, imposizioni, limiti e ordinanze, il più delle volte inique e dannose, capaci di urtarsi e stridere con il più elementare buon senso e capaci di creare disagi e problemi al popolo, anche e soprattutto, a chi li ha votati. Questo modo di agire, radicato in Italia da molti decenni, evidenzia come l’imbecillità possa produrre danni paragonabili solo alle peggiori catastrofi, o se preferite, alle peggiori malattie pandemiche. Malattie, certo, l’imbecillità è senz’altro la più diffusa e contagiosa malattia presente in Italia, malattia che produce danni irreparabili e miete vittime inconsapevoli.
La gravità della situazione salta all’occhio sin troppo facilmente, certo per vederla non bisogna avere gravi disturbi alla vista, cosa che purtroppo hanno quasi tutti gli italiani.
Gli esempi si sprecano, tutti figli dell’irrazionalità del legislatore ed a loro volta, tutti figli dell’imbecillità dell’elettore. Prendiamo ad esempio il provvedimento con il quale si è cercato di disarmare gli italiani rendendo impossibile l’ottenimento di un porto d’armi per difesa personale. Questo ha portato con sé punizioni e multe severe, poi tramutate in “tangenti” statali per chi detenesse un’arma a suo tempo regolarmente acquistata e denunciata in presenza di un regolare porto d’armi o per chi avesse in casa un’arma anche antica e non funzionante.
Cosa si è ottenuto?
Semplice, fra multe e versamenti per regolarizzare la posizione di chi detiene un’arma si sono incassati centinaia di miglia di euro, si sono sprecate un mucchio di condanne ai danni di cittadini inermi (il più delle volte imbecilli) e si sono ritirati migliaia di porti d’armi senza intaccare minimamente la criminalità più o meno organizzata. Questa, infatti, non ha alcuna difficoltà a procurarsi tutte le armi di cui necessita.
Vogliamo continuare con il fumo. Mentre si fa un gran parlare e sproloquiare di liberalizzazione delle droghe leggere, il nostro Stato ha imposto che su ogni pacchetto di sigarette venisse scritto, poi accompagnato da immagini terribili, che il “fumo uccide”, non solo, non passa giorno senza che pubblicità pagate dai contribuenti informino dei danni che questo produce e poi, rasentando l’assurdità, è lo Stato che detiene saldamente il monopolio dei tabacchi e da buon spacciatore difende il territorio dello spaccio con armi e manette consentendo che le sigarette contengano l’unica sostanza a determinare nel fumatore la dipendenza: la nicotina.
Proseguiamo con l’imposizione degli assurdi e non rispettabili limiti di velocità che sempre più si stanno rivelando per quello che sono, una vera e propria tassa aggiuntiva alla quale diventa sempre difficile sfuggire, fatto salvo che non si guidi alcun tipo di veicolo o ciclomotore. Ebbene, anche in questo caso, con la scusa di voler prendere provvedimenti atti a limitare le ripetute stragi della strada si è andato a legiferare in modo che le stragi continuino, ma in modo che i tantissimi imbecilli, che a questa classe politica hanno sempre dato la loro fiducia, pagassero a caro prezzo il poter circolare, tradotto, multe per tutti ed auto e moto sempre più autentici bolidi, soprattutto se parametrati alle velocità consentite ed il tutto con sommo gaudio di Stato, case automobiliste e utenti della strada. Si vuole andare oltre, ci si è resi conto che le principali cause degli incidenti automobilistici sono la droga e l’alcol e allora, pronti con la legge volta a punire duramente chi guida drogato o ubriaco, peccato che il livello di alcol consentito dai rigidi parametri imposti dai nostri onorevoli e senatori, più volte colti in flagrante uso di cocaina, sia inferiore a quello contenuto in due “mon chèri”, ovvero basta un piccolo bicchiere di vino perché il guidatore perfettamente lucido sia ritenuto ubriaco, gli sia confiscata la patente per un anno, debba pagare una multa salatissima e sottoporsi a ripetuti e periodici controlli per dimostrare di non essere un alcolista. In parole povere, nulla è stato fatto contro ubriachi e drogati, quelli, se fermati e puniti, come le cronache quotidiane ci informano, girano lo stesso, magari con un’auto rubata, ma girano comunque e causano incidenti e morti come se nulla fosse con buona pace dei tanti imbecilli che si ostinano a riporre la loro fiducia in questa classe dirigente.
Vogliamo dirne un’altra e poi chiudo perché scrivendo mi monta il disgusto. Come definire uno Stato che crea fondi per le vittime dell’usura e poi gestisce in prima persona lotterie di ogni genere, da quella classica della “Befana” ai “gratta e vinci”, dal “superenalotto” alle “sale bingo” e dagli ippodromi alle milioni di macchinette mangiasoldi disseminate in bar, ristoranti e sale gioco di tutta la Penisola?
Non è forse stato provato e riprovato che il gioco alimenta l’usura?
Non è forse vero che le cronache ci hanno più volte informato di gente che si è rovinata con le “slot machine” e con il lotto e non è forse vero che collegato a quest’ultimo fioriscono un incredibile numero di truffe legate a sedicenti indovini e “maghi” televisivi?
Insomma, per farla breve, o ci si cura seriamente dall’imbeciliità cercando di guarire, o si va tutti a fondo. Spero che anche gli imbecilli si possano rendere conto di ciò, non è poi così difficile da capire che uno Stato non può andare avanti all’infinito con un debito pubblico che ogni anno supera il Pil e con la maggior parte dei dipendenti della grande e media industria in cassa integrazione o in mobilità. Non è difficile da comprendere che il crack economico e finanziario è dietro la porta, basta parlare con la gente per rendersi conto delle difficoltà delle famiglie nell’arrivare alla fine del mese senza indebitarsi troppo.
Altroché dibattiti vuoti e sterili sul razzismo, sull’accoglienza, sul processo breve e sui processi di Berlusconi che non passano mai di moda, qui sta andando tutto a puttane e gli imbecilli continuano a farsi impapocchiare dalle promesse di chi ha fatto della politica una professione.
Il Presidente Federale
Carlo Verna