La tragica realtà italiana
L’Italia, ahimè, è il Paese degli sprechi per eccellenza, degli acquisti inutili e della gente che si lamenta di non riuscire ad arrivare a fine mese, ma nello stesso tempo, della gente che non può rinunciare al “televisore ultrapiatto” e “ultratecnologico”, soprattutto se in offerta e corredato della possibilità di essere pagato a rate. Siamo il Paese dove la gente risparmia sul cibo, compra il pane per strada e la mozzarella made in Cina, ma non può far a meno di cambiare auto ogni qual volta la case automobilistiche s’inventano i più disparati incentivi ed i più fantasiosi sistemi di pagamento. Siamo il Paese dove c’è il maggior numero di “telefonini” pro capite e dove il costo degli “sms” è il più caro d’Europa nonostante i costi sostenuti dai gestori per tale servizio siano pari a zero.
Le famiglie, è vero, sono sempre più in crisi ed è vero che bisogna andare in loro aiuto, ma è altrettanto vero che la loro crisi, prima di tutto, è di carattere etico e morale. Mi spiego meglio, gli italiani, credo di non sbagliarmi nell’affermarlo, l’unica cosa alla quale non sanno rinunciare, è il superfluo e questo a fronte della crisi devastante e dilagante che sta distruggendo l’economia del Paese. I tratti caratteristici di quest’Italia, mentre la politica romanocentrica discute solo di legge elettorale e di referendum d’autunno, sono ormai gli “iphone”, gli “ipad”, l’ecstasy ingoiata con la stessa facilità delle caramelle, la perdita di migliaia di posti di lavoro, la cassa integrazione che ha raggiunto livelli mai visti e la precarietà lavorativa che pare essere diventata la normalità, quasi una moda da rispettare per sentirci tutti un po’ più americani. Vi sono case popolari dove ad ogni balcone spunta una parabola satellitare, salvo poi scoprire, il più delle volte, che negli appartamenti di cui i balconi sono pertinenze non vi è una sola persona che porta a casa uno stipendio; ogni giorno davanti alle Caritas vi sono code di persone che vanno a riempire le borse della spesa e poi si allontanano a bordo di lussuosi BMW e Mercedes, quasi sempre, verso il campo nomadi più vicino. Insomma, ciò che è evidente, è che il senso del pudore, il rispetto del prossimo e della propria persona, ormai da troppo tempo, sono finiti in fondo al cesso.
Manca la volontà di ripartire, la colpa non è solo dei politici, il popolo non fa niente per cambiare, scarica sempre le colpe sulla società, ma la società è fatta dal popolo, non è una cosa astratta e lontana. Gli italiani hanno smarrito la loro identità, il senso d’appartenenza alla loro Terra e non perdono occasione per mostrare come siano completamente all’oscuro del loro passato. Si affidano sempre e solamente alle opinioni di storici, politologi e sociologi prezzolati e così facendo, ciecamente, vanno incontro alla fine, che dalle avvisaglie non sarà certo delle migliori.
Non si può costruire niente di buono e duraturo se non si conosce il proprio passato e si considera la storia alla stregua di una favola per bambini. Le grandi civiltà che ci hanno preceduto sono scomparse per eccesso di benessere e ricchezza, per mancanza di moralità e spiritualità, esattamente ciò che sta accadendo ai giorni nostri. Oggi, che principi e valori sono riassunti in reality di dubbio gusto e in talk show televisivi buoni solo per la vendita di spazi pubblicitari, ci si appresta alla sepoltura definitiva della nostra cultura e della nostra civiltà.
Sia chiaro, io non credo che debba essere solo il nostro passato a dirci chi siamo, sarebbe troppo semplicistico e, soprattutto, non porterebbe a migliorarci, certamente, però, non credo che questo debba essere cancellato così come sta avvenendo e soprattutto non credo lo si possa relegare ad un qualcosa da lasciare ai libri di storia, che non conta come viene raccontato e descritto, tanto non importa a nessuno. Ciò non può essere accettato, perché per crescere uniti, fieri, liberi da condizionamenti politici e con una forte identità bisogna lasciare che il passato sia parte fondante e imprescindibile di ognuno di noi.
Nessun popolo al mondo può essere grande e libero in assenza di memoria, non c’è futuro per chi non sa da dove viene e per chi giudica noiosa e inutile la conoscenza della propria storia. Quando ciò si verifica, come si verifica in Italia, è inevitabile, quasi una logica conseguenza, avere una classe politica che pensa solo a sistemare se stessa e chi la finanzia.
Il Presidente Federale
Carlo Verna