Battiam, battiam le mani, tutti contenti, pensare è superfluo!
Non so se i più ci hanno fatto caso, a sentire i discorsi della gente e a vedere quello che propone la televisione e la maggior parte della carta stampata credo di no, ma oggi la maggioranza della popolazione mondiale è di fatto privata del diritto di cittadinanza. Gli abitanti dei Paesi sottosviluppati sono i nuovi schiavi; quelli dei Paesi sviluppati sono la massa dei consumatori a cui tocca di tenere in funzione il ciclo della produzione di massa con i loro consumi. La qualità dei prodotti loro destinati è sempre più scadente e uniformata. Le eccellenze rimangono solo più sulle etichette e in ogni parte del mondo si legifera in favore delle grandi multinazionali consentendo un preoccupante abbassamento della qualità di ciò che finisce nelle nostre case, dal cibo agli elettrodomestici ed a qualunque cosa venga prodotta con il chiaro intento di dare alla gente la sensazione di potersi permettere l’acquisto di ciò che gli piace.
I traffici leciti e illeciti sono ormai posti sullo stesso piano, in tutto il mondo la grande finanza, quella che controlla le multinazionali, le banche d’affari e le fabbriche d’armi, agisce sulla politica per ottenere provvedimenti legislativi tali da offrire sempre maggiori opportunità di guadagno. Le istituzioni degli stati sono svuotate, i mezzi di comunicazione di massa imboniscono gli elettori, mentre le “elargizioni” dichiarate e occulte assicurano la fedeltà dei politici. Il mondo finanziario procede così per suo conto, decide quello che vuole, quando vuole, intere produzioni vengono smantellate dall’oggi al domani con la politica che guarda senza mai intervenire se non con dichiarazioni stupide e insulse, buone solo per chi, nonostante tutto, continua imperterrito a dare fiducia a questa politica ed a questi politici. La grande finanza decide i teatri di guerra, crea capi di stato illuminati e dittatori a seconda delle sue convenienze. Impone embarghi; gestisce l’immigrazione di masse di disperati; certifica quali sono gli stati democratici e quali quelli canaglia; impone i cambi valutari, non a caso in riferimento al dollaro U.S.A., all’intero pianeta; certifica la solidità economica degli stati; decide cos’è dannoso e cosa no per la salute, cosa inquina, cosa fa bene e cosa fa male alla nostra Terra.
Non esiste più la libera concorrenza, i prodotti validi di costo ragionevole, di qualsiasi genere e natura, vengono espulsi dal mercato negandogli la possibilità di usufruire dei grandi canali di distribuzione, o attraverso la concorrenza di prodotti scadenti a basso prezzo sostenuti da poderose campagne pubblicitarie. Viene perpetrata l’enorme menzogna che vuole la redditività finanziaria derivata dall’efficienza quando, anche un asino avrebbe dovuto rendersene conto, ormai da tempo le cose non stanno più così. Le aziende che hanno troppi utili rischiano di pagare troppe tasse e così da molti anni si assiste ai trasferimenti di redditività là dove può essere facilmente nascosta. Le aziende produttive sono acquistate, vendute, smembrate, fuse in base a criteri che nulla hanno a che fare con la loro attività, non si insegue l’efficienza aziendale, bensì la redditività finanziaria. Non a caso le grandi aziende vengono rese inefficienti privandole della forza lavoro che ne caratterizzava la bontà del prodotto; non a caso le loro attività vengono trasferite a reti di aziende minori, non specializzate, ma sempre controllate direttamente o indirettamente dai grandi finanzieri. Lo scopo è far denaro, non conta sulla pelle di chi, infatti, tale metodo, importato dai “creatori della democrazia”, gli Stati Uniti d’America, consente di sfruttare meglio i lavoratori, di occultare gli utili e di recuperare altro denaro dallo Stato mostrandosi periodicamente in crisi così da farsi finanziare in vari modi: grandi forniture allo Stato medesimo o agli enti pubblici, incentivi vari, finanziamenti per nuovi impianti, sgravi fiscali, cassa integrazione ecc. ecc.
Nulla accade più per caso, tutto è pianificato con buona pace di chi ancora è disposto a barattare ideologie desuete in cambio del voto ed a testimonianza di questo c’è la frenata nel progresso, soprattutto in quello tecnico, continuato quasi esclusivamente nel campo dell’informatica e delle telecomunicazioni, cose utili per garantire il completo controllo a chi comanda; utili ad eliminare schiere di quadri intermedi; utili a crescere generazioni dipendenti da internet; utili affinché i giovani preferiscano “you tube” alla politica, alla scienza e alla storia. Vogliono scongiurare il rischio che qualcuno possa ancora pensare con la propria testa e pare che ci riescano benissimo.
Il Segretario Federale
Paolo Bini