Riprendiamoci il nostro tempo
Camminavo lentamente sul lungo Po, era una giornata uggiosa, il classico autunno torinese. Volevo godermi tutti i brividi e la solitudine di quel piccolo mondo anestetizzato da falsi valori e stress metropolitano. Camminavo lentamente osservando i gabbiani, il loro volo radente, la confusione delle auto che mi arrivava ovattata e lontana, in quel momento non mi apparteneva e mi sentivo bene, mi piacevano i viali coperti di foglie e mi inebriava l’aria fredda e umida filtrata dalla mia sciarpa. Camminando distolsi lo sguardo dalle rive del Po’ e lo posai sui passanti, mi apparivano tutti uguali, automi perfetti nelle loro “uniformi” da città, tutti a passo veloce, tutti di fretta ad alimentare il caos di questa società che ti nasconde anche il tempo di capire e di vedere dove vivi.
I nostri sono tempi in cui è frequente sentire persone che affermano di essere sempre di corsa, di avere mille cose da fare, di sentirsi sempre in ritardo, di non avere abbastanza tempo, addirittura di non aver nemmeno il tempo per respirare. Alcuni lo affermano facendo trasparire chiaro il dispiacere per ciò che sanno di perdersi, altri con l’intenzione di farti sentire inutile quando fai di tutto per ritagliarti degli spazi e dei tempi di vita ossequiosi dei dettami della Natura, poi, ci sono quelli che si spingono oltre, quelli che, quando ti prendi dei momenti di respiro, quando ti concedi il tempo per essere te stessa, cercano anche di farti sentire un peso per la società, perché loro, a loro dire, sono sempre di corsa, alla ricerca di nuove occasioni e nuove opportunità.
La Terra, però, respira lenta, i tempi e i modi della Natura sono altri, non sono stati creati e dettati con lo scopo di arricchire qualcuno, o con l’intento di sopraffare e sfruttare i popoli, le genti, i tanti che, più o meno consapevolmente, corrono incontro ad un miraggio che inevitabilmente si dileguerà quando il loro tempo sarà scaduto.
La Terra respira lenta, la sua spessa pelle di roccia e acqua ondeggia sensuale al ritmo di un’antica danza celtica con la Luna sospesa nell’immensità dell’Universo. Il tempo non conta per la nostra grande Madre, respira paziente nel suo viaggio d’amore con il Sole, mentre l’uomo la sfrutta senza posa, ingrato, avido, talvolta assonnato, accondiscendente e vigliacco.
“Prima dell’uomo c’era il tempo, ma prima del tempo, c’erano i Celti”, quante volte l’ho sentito dire al nostro Segretario Federale, Bini, inizialmente non capivo, mi sembrava un semplice slogan per Italia Terra Celtica, ora, dopo dieci anni di politica militante, capisco benissimo e spero di contribuire a far capire ad altri quanto sia indispensabile prendersi il tempo necessario per respirare insieme alla Terra, alla Luna e al Sole. L’attenzione al respiro consente di rallentare i ritmi ossessivi che la nostra società, mutuata da quella americana, ci vuole imporre; consente di rallentare i pensieri che troppo spesso affollano la nostra mente sotto forma di preoccupazioni, paure e doveri, togliendoci spazio ed energia vitale.
Proprio su questo affonda la sua lama il regime partitocratico, sulla mancanza di energia vitale del popolo, che si dibatte quotidianamente alle prese con un disagio sempre più incalzante, quello di non potersi concedere tempo, di non poter rallentare i ritmi, di sentirsi costretto a correre per produrre e raggiungere risultati e budget destinati ad arricchire solo i suoi aguzzini.
Ora, come primo approccio alla politica, credo sia indispensabile prendere coscienza dei nostri bisogni veri, che non sono il correre, l’affannarsi, il relegare tutto dietro la carriera e il guadagno, bensì sono la libertà, la leggerezza, la gioia, l’amore e la condivisione, per lo meno questo è per me, questi sono i valori che Italia Terra Celtica porta con sé e sui quali basa il suo progetto politico. Bisogna resettare, questo mondo e questo modo di vivere non ci appartengono; quanto è più bello aprirsi a un sorriso e vivere anche la dimensione del cuore?! Ci aiuterebbe a vivere meglio i nostri doveri, tenendo conto che mai questi dovrebbero portarci a prevaricare il prossimo, perché quando ciò si verifica ed oggi si verifica puntualmente, significa che i doveri ci sono comandati da gente che non merita nella società il ruolo che ricopre al quale, sicuramente, è arrivata con l’inganno e la menzogna.
Bisogna cambiare, il tempo non va più vissuto come un nemico, come un qualcosa che non ci basta mai, andiamo a riprendercelo, costruiamo una società più giusta nel rispetto della Natura e dell’uomo.
Il Responsabile Organizzativo Federale
Irina Tancau