E’ medioevo!
Le società evolute dovrebbero essere caratterizzate da una struttura complessa ma nello stesso tempo omogenea. Vasti strati della popolazione dovrebbero partecipare pienamente alla vita sociale ed economica e le tante categorie sociali dovrebbero essere intercomunicanti fra loro così da consentire agli individui o ai gruppi di modificare le proprie condizioni grazie alle proprie capacità, competenze e attività. Il potere non dovrebbe essere eccessivamente concentrato, dovrebbero esistere meccanismi per la limitazione delle prerogative dei capi e per la loro sostituzione incruenta.
La cultura non dovrebbe fare eccezione, parallelamente dovrebbe produrre arte e scienza in forme raffinate ed in continuo aggiornamento e allo stesso modo il “mondo religioso” dovrebbe vedere la coesistenza di più forme e organizzazioni in forma sostanzialmente pacifica.
Questo dovrebbe essere in una società evoluta e questo, fin troppo palesemente, in Italia non è!
Da noi, come ad essere onesti in gran parte del mondo occidentale, gli ultimi 50 anni sono stati caratterizzati da una pericolosa involuzione. Sostanzialmente, lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa e la concentrazione della ricchezza finanziaria hanno eroso la struttura sociale preesistente, gettando le basi per un nuovo, devastante medioevo.
Certamente il popolo ci ha messo del suo, ha creduto a chi negli anni gli ha promesso di tutto e di più, è andato dietro alle sirene hollywoodiane che gli rappresentavano i furbi, i ricchi e i forti in personaggi che vivevano di espedienti, quando non di furti e rapine e ha creduto a chi gli diceva che per vivere da signori bisognava essere bravi a sfruttare il prossimo. E’ passato il messaggio che solo i fessi lavorano e sudano e questi, i tempi che viviamo, non a caso sono i risultati aberranti di scelte politiche fatte contro natura, contro ogni logica, contro il buon senso e contro ogni evidenza!
Tanti obbietteranno che è difficile capire, tanti e questi sono i più, che credono di aver acquisito intelligenza attraverso un titolo di studio, magari comprato, invece, continueranno imperterriti a sostenere questo stato di cose rifiutandosi di ammettere la loro imbecillità e così andranno, un po’ alla volta, ad ingrossare le fila dei nuovi poveri, sempre incazzati con il mondo, ma mai abbastanza lucidi per individuare in sé stessi i primi artefici di questo scempio, che loro per primi, fruitori di talk show, reality e pay tv, avevano avuto il coraggio di chiamare progresso.
Il Segretario Federale
Paolo Bini