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L’ignoranza presto non pagherà più

by / giovedì, 07 gennaio 2016 / Published in Economia e lavoro

E così ci siamo, un po’ alla volta, tutto quanto da noi previsto, purtroppo, si sta verificando. Sono dieci anni che stiamo cercando di aprire gli occhi agli italiani con risultati, devo dire, disastrosi! Noi non amiamo autoglorificarci, quando non riusciamo in quello che facciamo lo diciamo e poi, sarà eventualmente il popolo, sempre ammesso che esista,  che alla fine tirerà le somme sull’operato di chi ha scelto quale suo rappresentante politico.

La gente rifiuta la realtà e rigetta la verità, preferisce tirare a campare tappandosi occhi e orecchie. Gli unici messaggi che ascolta sono quelli di senso positivo, quelli rassicuranti provenienti dall’attuale regime partitocratico, lo stesso regime che ha ridotto l’Italia nelle attuali, disastrose, condizioni; lo stesso regime che da oltre mezzo secolo baratta con il popolo menzogne e promesse in cambio del voto o, se preferite, di denaro sonante.

Ora scopriamo, o meglio, pochi cominciano a rendersi conto che in Italia tutto sta per finire, l’economia è devastata, la sicurezza inesistente se non per banditi e truffatori, la sanità pubblica è addirittura diventata pericolosa e il sistema creditizio è completamente a pezzi, totalmente in mano a pericolosi delinquenti che si spacciano per banchieri grazie alla complicità ed alla copertura di Bankitalia e Consob.

Qualche anno fa ci si era spaventati del possibile fallimento di Monte Paschi, poi, il professorone giunto dalla Bocconi, catapultato sulla poltrona di Presidente del Consiglio senza nemmeno passare dalle elezioni dall’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, disse che l’Italia non poteva sopravvivere senza che i cittadini pagassero la tassa sulla prima casa e così, spalleggiato con coro unanime dall’informazione italiota, l’I.M.U. venne reintrodotta in fretta e furia, chi l’aveva abolita, Silvio Berlusconi, venne dato in pasto agli italiani come l’artefice del disastro, come il responsabile unico e assoluto dell’innalzamento dello spread, come colui che più che a governare pensava a come divertirsi in quel di Arcore circondato di belle fanciulle non ancora in maggiore età. Mario Monti, il bocconiano che mangiava “pane e economia”, dirottò 4 miliardi di euro nelle casse della banca senese e così spiegò con i fatti, senza tante parole, a cosa serviva l’I.M.U. sulla prima casa.  Gli italiani, però, sempre felici quando c’è da pagare le tasse, anche a costo per questo di indebitarsi, non raccolsero il messaggio e non lo raccolsero nemmeno quando, sempre per “salvare il Paese”, il duo di grandi esperti, Monti – Fornero, partorirono una riforma del sistema previdenziale che di fatto ha reso impossibile andare in pensione ad un’età che non sia prossima alla morte, oltretutto, nel momento del maggior bisogno, vista la tarda età, con una pensione da fame.

Ora il crack comincia a farsi sentire, migliaia di italiani insensibili ai nostri avvertimenti, cominciano a toccar con mano cosa significa bearsi nell’ignoranza fregandosene di tutto, sono costretti a confrontarsi con il fallimento degli istituti di credito presso i quali avevano depositato e investito i loro risparmi. La “Popolare dell’Etruria”, la “Banca delle Marche”, “CariChieti” e “CariFerrara” sono scoppiate come era logico che fosse e come, se si vivesse in un Paese appena normale, sarebbe già dovuto accadere da anni.

Ora ci sbattono in faccia il suicidio di un pensionato di Civitavecchia che, perso tutto, ha deciso di farla finita, ci riempiono le televisioni con programmi in cui ci fanno vedere la disperazione di gente che ha perso i risparmi di una vita, ma nessuno ci dice la verità, ovvero, se si continua di questo passo, a far finta di niente ed a fregarsene, se si continua a digerire ottusamente le pubblicità che ti invitano a scegliere una banca rispetto ad un’altra, non in base all’indice di solidità consultabile ovunque, anche su internet, ma sulla base del fatto che una non ti applica commissioni sui prelievi bancomat fatti anche presso altri istituti di credito o sulla base del fatto che puoi pagare le bollette scattandogli una foto col telefonino, allora, significa che gli italiani dal fallimento del Banco Ambrosiano (1982) ad oggi non hanno imparato niente, soprattutto perché non gli è interessato imparare niente!

Noi, certamente siamo dispiaciuti e affranti per quanto avvenuto e lo siamo davvero, non per motivi propagandistici, elettorali e nemmeno per sfruttare il grave lutto, come invece è stato fatto dai nostri politici di maggioranza e opposizione, per imporre alla Nazione una ignobile legge “salva banche”.

Noi siamo dispiaciuti, affranti e anche notevolmente scossi, ma lo siamo allo stesso modo quando ci tocca assistere all’assurdo comportamento del popolo italiano che, contro ogni evidenza, continua imperterrito a non fare nulla, o meglio, continua ad andare avanti così, fregandosene di tutto e di tutti, continuando a sbagliare e, quel che è peggio, continuando a piangere e lagnarsi quando chiamato a pagare per errori solo ed esclusivamente suoi.

Adesso gli italiani coinvolti nel fallimento delle banche a cui avevano affidato la gestione dei propri denari rivorrebbero indietro i loro soldi ed avrebbero la pretesa, anche questa assurda, che a provvedere in merito fosse il governo, tradotto, noi tutti, ovviamente attraverso l’ennesima colletta coatta spalmata sulla già insostenibile tassazione italiana. Ora, non vorremmo passare né per cattivoni, né tantomeno per insensibili, ma è assolutamente fuori luogo persistere nell’andare incontro alle necessità di chi ha sempre vissuto con la testa fra le nuvole, di chi ha sempre orgogliosamente detto che della politica non gli fregava niente!

Quei soldi non ci sono più e non esiste altro modo per far tornare il sorriso a chi si sente truffato se non quello di stornare dal bilancio dello Stato i denari necessari ai rimborsi dei correntisti che a quelle a banche, contro ogni logica, avevano deciso di affidare risparmi e investimenti che promettevano interessi mirabolanti introvabili presso altri istituti di credito a più alto indice di solidità.

Come si concluderà la vicenda non è dato sapere, però, non serve essere economisti, finanzieri e nemmeno maghi o indovini per capire sin da ora che il nostro governo, ancora una volta, rispettando una tradizione unicamente italiana, riuscirà a stupire tutti. Una sola cosa risulta già estremamente chiara e certa, non ci saranno colpevoli e se qualcuno deciderà di parlare verrà suicidato come accaduto in passato a Roberto Calvi per la vicenda Banco Ambrosiano e più recentemente a David Rossi per il “quasi” default del  Monte Paschi. I risparmiatori truffati qualcosa riceveranno, giusto per fargli capire che è giusto continuare a fregarsene ed a vivere beandosi di essere ignoranti di politica, economia e finanza. Il messaggio che passerà sarà lo stesso di sempre: “Votami e ti darò una mano”.

Una volta il baratto era richiesto in cambio di raccomandazioni, lavoro, titoli di studio, avanzamenti professionali e appalti, ora, che siamo nell’epoca del trash più avanzato, i politici che hanno permesso di colonizzare Bankitalia e Consob a gente che da anni dovrebbe risultare residente nelle patrie galere, il baratto lo si chiede anche in cambio dell’elemosina.

Per chiudere una domanda, ma è proprio così bello fare di tutto per non capire cosa sta succedendo?

Il Vicesegretario Federale

Davide Panero

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