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Le bugie non risolvono la crisi, la aggravano!

by / mercoledì, 16 settembre 2015 / Published in Economia e lavoro

Eccoli che tornano alla carica, ce lo aspettavamo, ma sinceramente tanta faccia tosta è stata una sorpresa anche per noi. Sono bastati due striminziti segni positivi negli indicatori economici e produttivi che, come per incanto, i tanti pseudo economisti a libro paga dei partiti sono usciti allo scoperto e dalle pagine dei giornali e dagli schermi televisivi sono arrivati addirittura a “bestemmiare” dicendo che il peggio della crisi è passato e da qui in poi le cose possono solo migliorare. Noi ci guardiamo intorno, viviamo quotidianamente in mezzo alla gente, a chi è costretto a lavorare con stipendi sempre più al ribasso e non possiamo non renderci conto che i lavoratori in possesso di un contratto, che non li qualifichi quali potenziali disoccupati non appena costretti a recarsi in una qualsiasi banca a chiedere un prestito, un fido o un mutuo, sono sempre meno, per dirla generando il dovuto allarmismo, “sono in drastica e continua diminuzione!”

Vorrei tanto che tutti coloro che “lavorano alacremente” per portarci fuori dalla crisi provassero a vivere almeno un paio d’anni con uno stipendio da operaio o meglio con una pensione, magari minima, per vedere se poi avrebbero ancora il coraggio di parlare di fine della crisi.

Vorrei che si recassero in Veneto, dove sino a 20 anni fa era tutto un pullulare di fabbriche e fabbrichette ora in gran parte chiuse. Vorrei che facessero lo stesso in Piemonte, dove l’indotto Fiat è praticamente scomparso e dove grandi aziende come l’Olivetti, definitivamente defunte, hanno lasciato un vuoto mai colmato. La stessa cosa dovrebbero farla in Lombardia per tastare con mano quanti sono ancora quelli che lavorano e guadagnano e quanti, invece, quelli che lavorano solo per pagare le tasse e i debiti, in gran parte contratti proprio in ossequio all’assassina politica fiscale di questo governo e di quelli che l’hanno preceduto. Dovrebbero poi farsi un giro in Toscana dove nelle zone interne è una costante e incessante moria di esercizi commerciali sacrificati sull’altare degli studi di settore e in Liguria dove si passa da un disastro alluvionale all’altro per l’assoluta mancanza di capacità e programmazione da parte di chi dovrebbe gestire la cosa pubblica e il territorio. Vadano poi nel Sud e osservino con attenzione i danni devastanti causati da più di 60 anni di assenza dello Stato, anche un cieco e un sordo si renderebbero conto che il fiume di miliardi stanziati per il Mezzogiorno, praticamente dal dopoguerra ad oggi, è servito solo per ingrassare le clientele dei partiti e la mafia. Facciano questa serie di esercizi i nostri politici e tutto il codazzo di economisti sempre pronti a correre in soccorso della partitocrazia romanocentrica e poi, se ancora dovessero parlare di fine della crisi e di rinascita dell’Italia, allora, in maniera inequivocabile, anche per il più ottuso o credulone degli italiani, ci si troverebbe comunque di fronte a solo due ipotesi:

  1. Chi ci governa e chi sta all’opposizione, ovvero tutti gli iscritti al club partitocratico, sono degli incapaci, tanto incapaci che andrebbero comunque cacciati, magari con qualche calcio in culo per mettergli fretta.
  2. Chi ci governa e chi sta all’opposizione, ovvero quelli già citati al “ punto 1”, sono in malafede, sanno benissimo quello che fanno, ma continuano a farlo perché gli conviene e perché gli elettori, nonostante il continuo brusio di lamentele, continuano a confermargli il mandato che gli permette di ingrassarsi e arricchirsi alle loro spalle.

Ciò detto, la realtà è quella che senza fatica ognuno di noi può ben vedere osservando il gran numero di negozi, aziende e stabilimenti chiusi. La realtà è quella che la stragrande maggioranza delle famiglie italiane vive nel quotidiano, in altre parole quella di avere la certezza di non sapere come riusciranno a pagare il dentista, a comprarsi le medicine, a sostenere gli esami clinici, a comprare i libri ai figli, a fare la spesa necessaria di una qualità non troppo scadente, a pagare il mutuo o l’affitto, a pagare le rate dell’automobile o anche solo il bollo o l’assicurazione. Questa è la realtà nascosta, che nessun imbonitore televisivo o radiofonico e nessun pennivendolo potrà mai cambiare servendosi di parole e bugie preconfezionate nelle sedi di partito e nelle stanze governative.

Questa è la realtà dalla quale, necessariamente, bisogna fuggire per trovare rifugio nel progetto democratico e federalista di Italia Terra Celtica.

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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