C’è da fare la storia……
Gli “scienziati” di economia e politica che nell’ultimo mezzo secolo si sono avvicendati al governo del Paese hanno prodotto un mostruoso debito pubblico ed ancora oggi, attraverso una continua e sempre più schiacciante rapina fiscale, stanno strangolando ogni residua possibilità di ripresa economica. Ovunque si guardi, si vedono segnali di degrado e di pericolo, la morale ha raggiunto il punto più basso della decenza, lo Stato è in mano a degli incapaci che non perdono occasione nel palesare come per loro la politica non sia una missione al servizio del Paese, bensì la via più breve per arricchirsi alle spalle dei lavoratori. La nostra industria è tagliata fuori dai grandi mercati che dettano legge, la dura legge della libera concorrenza; il nostro costo del lavoro non ci rende competitivi e favorisce il boom del lavoro nero; la spesa pubblica, in gran parte dipendente da sprechi e non da investimenti, non accenna a diminuire e pare completamente fuori controllo. Sono anni e anni che montagne di miliardi vengono sottratti ai servizi, piombati a livello di terzo mondo e bruciati per alimentare le clientele mafiose su cui poggia la partitocrazia romanocentrica. Lo scenario è apocalittico e si staglia su un disastro economico, sociale e istituzionale di enormi dimensioni, un disastro epocale al quale siamo giunti, certamente per colpa di scelte politiche, economiche e organizzative sbagliate, ma soprattutto per colpa del popolo che mai si è interessato attivamente a ciò che gli stava accadendo intorno. Anche oggi, che servirebbe una veloce presa di coscienza, un’azione politica immediata, tesa a spazzare via per sempre il cancro partitocratico dalle istituzioni, il popolo continua a farsi prendere in giro, come inebetito, dai soliti politici e dai soliti sindacati. Così gli italiani si sono adagiati a vivere in un Nord che negli anni è stato depauperato, calpestato, mortificato e tradito, con strade inadeguate, ferrovie fatiscenti e in alcuni casi anche inesistenti, ospedali ed enti in mano a malversatori di partito e tangentieri in proprio e in un Sud, che mai ha usufruito dei fiumi di miliardi stanziati dai vari governi che della questione del Mezzogiorno si sono sempre e solo riempiti la bocca, però, badando bene a non risolverla mai, quasi fosse di vitale importanza per loro e per i loro successori il fatto che questa continuasse a non trovare soluzione. Siamo di fronte, anzi, viviamo in un’Italia prossima al fallimento, un Paese senza più futuro; un Paese dove non passa giorno senza che qualcuno si tolga la vita per evitare il massacro del fisco e dei creditori; un Paese nemmeno più capace di garantire la sicurezza minima ai suoi cittadini; un Paese che da una parte combatte il fumo a suon di spot pubblicitari pagati dalla comunità e dall’altra si lamenta che gli italiani fumano meno e quindi entrano meno soldi nelle casse dei Monopoli di Stato; un Paese che pubblicizza come il gioco sia dannoso e possa diventare una malattia che crea dipendenza e poi vuole per sé il monopolio di tutte le lotterie e delle slot machine presenti nei bar e nelle sale gioco; un Paese che combatte lo spaccio di stupefacenti permettendone lo smercio davanti alle scuole e trattando gli spacciatori come dei poveretti da aiutare e da reinserire nella società; un Paese nemmeno più in grado di garantire assistenza medica ai suoi cittadini, sempre più sovente costretti, quando possono permetterselo, a ricorrere a cliniche e studi privati; un Paese governato da politici che hanno quale unico e primario scopo quello di razziare il razziabile dalle tasche dei contribuenti onesti, ormai ridotti ad animali da tosa!
Questa è l’Italia partitocratica, l’Italia di cui tutti si lamentano, ma l’Italia nella quale tutti noi viviamo e che, sin troppo palesemente, è destinata ad una tragica fine solo ed esclusivamente perché gli italiani continuano a voler affidare la loro sorte a della gente chiaramente inadatta al ruolo di politico, a della gente i cui interessi sono sin troppo evidentemente in contrasto con gli interessi del popolo. Questa è l’Italia che noi vogliamo cambiare, è ora di riportare la democrazia nelle istituzioni, è ora di cancellare la partitocrazia dal suolo patrio, l’impresa è titanica, ma irrinunciabile, c’è da fare la storia, chi ha voglia di provarci con noi non perda tempo, ci contatti!
Il Segretario Federale
Paolo Bini